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Pirateria online in calo del 15% nell’Ue, ma guadagni per IPTV illegali a 1 miliardo di euro

L’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (European union intellectual property office, o Euipo) ha diffuso gli ultimi dati sulla violazione del diritto d’autore online negli stati membri. Uno scenario in bianco e nero dove se da un parte i film, le serie tv e i brani musicali piratati sono in diminuzione, nel periodo compreso tra il 2017 ed il 2018, dall’altra le organizzazioni criminali hanno visto crescere i propri guadagni grazie alla rete di IPTV illegali che si è affermata in Europa.

In effetti, prendendo in esame il consumo di contenuti lesivi del diritto d’autore nei 28 Stati membri dell’Ue, per programmi televisivi, musica e film, utilizzando svariati metodi di accesso da PC e mobile, compresi streaming, download, torrent e software per la copia di musica da CD (ripping), l’accesso a contenuti pirata è crollato di oltre il 15%, soprattutto nel settore musicale, con una diminuzione degli accessi pari al 32%, ma anche in quello dei prodotti cinematografici, con un -19,2%, e di quelli televisivi, con un -7,7%.

I settori ad alta intensità di diritto d’autore, tra cui film, televisione e musica, sovvenzionano più di 11 milioni di posti di lavoro nell’Ue e la pirateria, con la conseguente perdita di introiti che ne deriva, costituisce una minaccia diretta per questi settori”, ha dichiarato in una nota il Direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau.
Nonostante la contrazione nella fruizione di contenuti piratati evidenziata dal nostro studio, rimane ancora molto lavoro da fare per contrastare il problema; noi speriamo che queste risultanze aiutino i decisori a concepire politiche e soluzioni”.

In Italia, ad esempio, l’accesso complessivo ai contenuti piratati online è diminuito del 19,8 % tra il 2017 e il 2018, per una media utente di sette accessi al mese a tali contenuti durante i primi nove mesi del 2018.
L’accesso a contenuti musicali piratati è diminuito del 32,5 % tra il 2017 e il 2018, mentre quello a contenuti televisivi piratati è diminuito del 27,2 %.
In controtendenza l’accesso a contenuti cinematografici piratati, però, che è incrementato del 28,4 %.

Un quadro che tutto sommato sembra orientare gli utenti di rete verso le scelte legali di fruizione e pagamento di contenuti audiovisivi e musicali diffusi online, ma che offre ai pirati ancora grandi opportunità di guadagni illeciti.
In un nuovo studio sempre realizzato dall’Euipo, dal titolo “Illegal IPTV in the European union”, si stimano in 13,7 milioni i cittadini europei che fruiscono di contenuti IPTV non autorizzati, con il risultato che i pirati ancora guadagnano fino a 941,7 milioni di euro all’anno.
Questo può avvenire mediante pagamenti una tantum, l’acquisto di ricevitori illegali e il pagamento di abbonamenti a lungo termine offerti da rivenditori non autorizzati. Secondo la relazione, il singolo utente medio nell’UE spende 5,74 euro al mese per contenuti IPTV non autorizzati.

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