L'operazione

Pirateria online, GdF confisca beni per 10 milioni di euro

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Oscurati oltre 5.500 siti illegali di live streaming e canali Telegram, che diffondevano illecitamente contenuti protetti dal copyright in tutto il mondo. Le indagini sono state condotte mediante diverse tecnologie, tra cui un software di intelligenza artificiale per l’analisi dei big data.

Ancora un duro colpo alla pirateria online, portato a termine dalla Guardia di Finanza (GdF) attraverso l’operazione “The perfect storm condotta in 19 Paesi del mondo a tutela del diritto d’autore.

Operazione della GdF: “The perfect storm

Oscurati oltre 5.500 siti illegali di live streaming e canali Telegram, come spiegato nella conferenza stampa in streaming di oggi, che diffondevano illecitamente contenuti protetti dal copyright in tutto il mondo.

L’operazione ha portato inoltre alla confisca di beni equivalenti a più di 10 milioni di euro nei confronti dei 23 indagati appartenenti all’organizzazione che gestiva il business illecito.

Grande soddisfazione per gli incisivi risultati conseguiti nell’ambito dell’operazione “The Perfect Storm” a contrasto dello sfruttamento illecito delle opere audiovisive sulla rete”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV.

Quello che è emerso in questa operazione è ancora una volta un vero e proprio business illecito legato alla pirateria audiovisiva, ramificato ed altamente remunerativo. I dati rivelati dalla Guardia di Finanza danno contezza di un reato, grave, ma spesso percepito nell’accezione comune come un qualcosa di immateriale”, ha aggiunto.

Gli strumenti a disposizione per contrastare la pirateria

La realtà è che ci troviamo di fronte a dei criminali informatici che con le loro azioni vanno ad alimentare quell’economia del sommerso che tanti danni genera non al solo settore audiovisivo ma all’economia italiana in generale e stimati in oltre 1 miliardo l’anno, oltre alle perdite legate all’evasione fiscale e al PIL”, ha sottolineato Bagnoli Rossi.

C’è molto da fare poiché le tecnologie sono evolute e così anche la stessa criminalità informatica si è raffinata. Non possiamo farci trovare impreparati ma dobbiamo alzare sempre più l’asticella della lotta alla pirateria, soprattutto in un momento come quello attuale in cui l’economia italiana è in forte difficoltà a causa delle conseguenze legate all’emergenza sanitaria”, ha ancora detto il Segretario Generale Fapav.

Gli strumenti a disposizione ci sono e vanno potenziati al fine anche di sostenere la ripartenza del settore in un momento così delicato. Tra le priorità individuate è necessario rafforzare i poteri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, recepire in Italia la Direttiva Copyright, rendere più tempestive le collaborazioni internazionali, senza tralasciare le attività educational e di sensibilizzazione”.

Il nostro Paese – ha concluso il Segretario Generale – con questa ulteriore operazione di vasta portata si conferma con decisione in prima linea nel contrasto di questo fenomeno illegale per il quale è imprescindibile la massima attenzione”.

Risultati dell’operazione e tecnologie impiegate

Sono oltre 50 milioni gli utenti della platea mondiale dello streaming illegale individuati dalla GdF, di cui 5 milioni solo in Italia.

L’operazione è stata condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, in sinergia con il personale del Servizio di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni della Polizia di Stato, e coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Melillo e diretta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal Sostituto Procuratore Valeria Sico.

Si è inoltre avvalsa dei canali di cooperazione giudiziaria internazionale tramite l’Agenzia Europea Eurojust, mediante il desk italiano, diretto dal Procuratore Filippo Spiezia, coadiuvato dai Sostituti Procuratori Aldo Ingangi e Angela Continisio.

Le indagini sono state portate avanti mediante innovativi strumenti tecnologici, tra i quali un sofisticato software di intelligenza artificiale per l’analisi dei big data.

Tali risorse software, oltre a permettere di individuare ogni membro dell’associazione indagata, hanno anche consentito di identificare l’intera rete dei re-sellers operanti nel territorio nazionale, nonché l’elenco completo dei dati identificativi degli illeciti utilizzatori in ambito mondiale.

Le attività sono state svolte sull’intero territorio nazionale ed in altri 12 Paesi membri dell’unione, con il coordinamento dell’Agenzia Europea Eurojust ed in ulteriori 5 Paesi extra UE (USA, Regno Unito, Russia, Ucraina e Svizzera) mediante l’attività di raccordo info-operativo svolta dal II Reparto del Comando Generale del Corpo.

L’operazione ha richiesto l’intervento di oltre 600 finanzieri appartenenti a 91 diversi Comandi territoriali del Corpo e oltre 300 appartenenti a corpi di forza armata esteri.