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Pirateria, la proposta di legge di Forza Italia contro il ‘camcording’

Appena un film è in uscita al cinema scatta il pericolo del camcording, ossia la registrazione illecita dell’audio o del video nella sala cinematografica. Una persona paga il biglietto, entra in una sala cinematografica, portando con sé una piccola videocamera o smartphone e registratore audio, e registra intenzionalmente il video e/o l’audio del film per poi distribuirlo illegalmente sul web o su supporti fisici, ricavando da tale attività dei proventi illeciti.

Il fenomeno del camcording costituisce nella maggior parte dei casi la fonte primaria della pirateria. Iniziative di questo tipo vengono messe in atto da organizzazioni criminali dedite al lucro e allo sfruttamento illecito delle opere audiovisive.

Secondo le ultime stime fornite dalla FAPAV, nove film pirata su dieci che si trovano online sono frutto di quest’attività illecita. Nonostante questo, il reato (disciplinato dall’articolo 85-bis del Testo Unico, Legge di Pubblica Sicurezza) è solo un illecito amministrativo.

Forza Italia, per contrastare questo problema, ha presentato un provvedimento finalizzato a “inasprire il contrasto” al fenomeno del camcording “trasformando tale condotta illegale da mero illecito amministrativo a reato sanzionato penalmente al pari delle altre condotte illecite di pirateria, così come previsto dalla Legge 633/41”, si evince nella proposta di legge, visionata dall’Adnkronos, presentata alla Camera dalla deputata Marzia Ferraioli, esperta di diritto.

Attualmente in Italia la materia è disciplinata dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza tramite l’articolo 85-bis “che vieta esclusivamente l’introduzione o l’utilizzo nelle sale di strumenti atti alla riproduzione e si pone pertanto come norma di tutela preventiva”, fa notare la deputata di Forza Italia nella proposta di legge, “non implicando di per se stessa la sussistenza di una violazione del diritto d’autore che si consuma invece nell’atto di riproduzione e di comunicazione abusiva al pubblico delle opere cinematografiche”.

Federico Bagnoli Rossi (FAPAV): ‘Un segnale importante per il contrasto di un fenomeno spesso sottovalutato nelle sue conseguenze’

La proposta di legge dell’On.le Ferraioli, che ringraziamo per l’attenzione rivolta al tema della pirateria, rappresenta un segnale importante in un momento, come quello attuale, in cui la tutela delle opere audiovisive è messa a dura prova” – ha dichiarato a Key4biz Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV – “Nello specifico il problema del camcording è spesso stato sottovalutato o ritenuto in declino ma rappresenta ancora oggi l’apice della filiera illecita di distribuzione dei contenuti pirata. Tale aspetto è inoltre aggravato dal fatto che queste registrazioni vengono realizzate nei primissimi giorni di presenza dei film nelle sale cinematografiche ossia quando le opere, in prima visione, si trovano nella loro fase iniziale di sfruttamento, creando un notevole danno economico agli esercenti e all’intera industria audiovisiva”.

Il camcording, i danni della pirateria tramite la registrazione di una pellicola in sala

“I profitti dell’attività illegale di camcording valgono a finanziare organizzazioni criminali, creano ingenti danni all’intera filiera cinematografia e mortificano il lavoro delle maestranze e delle professionalità coinvolte nella realizzazione di un film”, è scritto nella proposta di legge di Ferraioli.

Ferraioli, nel testo depositato, propone anche di “attualizzare” la Legge 22 aprile 1941 n. 633 in tema di riproduzione abusiva di opere protette affidando “al concessionario o al direttore del luogo di pubblico spettacolo, il compito di attivare i sistemi di videosorveglianza atti a monitorare l’introduzione, l’installazione o comunque l’utilizzo abusivo dei dispositivi funzionali al camcording” e informando il pubblico “della presenza di dispositivi di videosorveglianza” con l’istallazione di cartelli nel luogo della rappresentazione che risultino “ben visibili”.

 

I recenti dati contenuti nella seconda edizione del Rapporto annuale dell’indagine per sulla pirateria audiovisiva in Italia, relativa al 2017 , realizzata dalla FAPAV, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, assieme all’istituto di ricerca IPSOS, citati anche nella proposta di legge, evidenziano come i mancati incassi per l’industria del grande schermo, a causa della pirateria audiovisiva, sfiorino i 617 milioni di euro, con un danno stimato in oltre un miliardo per l’intera economia dell’Italia e circa 6mila posti di lavoro a rischio.

Con una legge anti-camcording si darebbe, invece, un bel colpo alla pirateria in Italia.

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