L'industria

Pirateria audiovisiva in Italia, intervista a Stan McCoy alla presentazione della nuova indagine FAPAV/Ipsos

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Il Presidente di MPA EMEA a Roma per la presentazione dei nuovi dati sulla pirateria audiovisiva: “Se in Italia il dato sulla pirateria è in leggera flessione è solo grazie agli sforzi di tanti, tra cui FAPAV. Il Paese ha dimostrato una grande capacità di affrontare in maniera concreta la sfida dei pirati audiovisivi e il regolamento Agcom si è dimostrato uno strumento efficace”.

Il 37% della popolazione italiana ha consumato almeno una volta un contenuto audiovisivo piratato nel corso del 2017, cioè il 70% degli utenti internet nel nostro Paese ha effettuato l’accesso a piattaforme di rete che violano i diritti d’autore e che sono gestite molto spesso da gruppi di criminali che operano su e attraverso internet.

Due utenti di internet su tre, sostanzialmente, hanno guardato illegalmente contenuti audiovisivi durante l’anno passato, sia attraverso il classico download, sia il più popolare streaming.

Sono questi i dati diffusi lo scorso 10 luglio a Roma, alla Casa del Cinema, in occasione della presentazione della seconda edizione del Rapporto annuale sulla pirateria audiovisiva in Italia, relativo al 2017 e realizzato dalla FAPAV, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, assieme all’istituto di ricerca IPSOS, dal titolo “Industria, consumi culturali e comportamenti illeciti”.

Un’azione criminale che continua a perpetrarsi attraverso le generazioni e che, nonostante un lieve calo di 2 punti percentuali nel numero di pirati e una diminuzione del 6% nel numero di atti di pirateria dichiarati nel corso dell’ultimo anno, che sono stati oltre 630 milioni, ha comunque causato danni economici all’industria creativa e audiovisiva per circa 617 milioni di euro l’anno e la perdita di 5.700 posti di lavoro.

Tra i keynote speaker dell’evento c’era Stan McCoy, Presidente MPA EMEA, che nel suo intervento ha ricordato come la pirateria audiovisiva minacci solo in Europa più di 12 milioni di posti di lavoro, più un’ampia rete di piccole e medie imprese che lavorano in tutto l’indotto “a rischio cannibalizzazione” ad opera del crimine organizzato online.

Ridurre la pirateria online richiede un approccio articolato e multilivello, in cui ognuno deve fare la sua parte, con l’imposizione di misure efficaci contro i siti illegali, facilitando l’accesso alle offerte legali di contenuti e sensibilizzando gli utenti di internet sulla questione del diritto d’autore e sull’importanza di difendere il settore, che significa molto più concretamente tutelare investimenti, qualità del prodotto e posti di lavoro”, ha affermato McCoy nel suo intervento.

In un’intervista rilasciata a Key4biz a margine della presentazione dell’indagine FAPAV/Ipsos, il Presidente di MPA EMEA ha inoltre evidenziato che “le politiche antipirateria in Italia iniziano a dare i loro frutti” e che “le piattaforme che offrono legalmente contenuti protetti da copyright stanno crescendo e anche il pubblico che è disposto a pagare per tali servizi è in aumento”.

Chiunque lavori nell’industria creativa è pronto a difendere, senza se e senza ma, il principio basilare della libertà di espressione”, ha poi dichiarato McCoy, ma troppo spesso “chi utilizza senza autorizzazione contenuti protetti dal diritto d’autore non lo fa per difendere il libero pensiero, il suo obiettivo infatti è il profitto, perché si tratta di persone che non riconoscono i diritti di proprietà intellettuale e che si impossessano in maniera illegale di materiale protetto da copyright senza corrispondere nulla ai legittimi detentori di tali diritti”.

I primi 589 siti pirata hanno generato 209 milioni di dollari di entrate pubblicitarie all’anno, secondo un americano, con margini di profitto per siti supportati esclusivamente dall’advertising che vanno dall’86 al 93%”.

 

Se in Italia il dato sulla pirateria è in leggera flessione, ha commentato McCoy, “è solo grazie agli sforzi di tanti, tra cui FAPAV: “L’Italia ha dimostrato una grande capacità di affrontare in maniera concreta la sfida dei pirati audiovisivi e il regolamento Agcom si è dimostrato uno strumento efficace, dal suo lancio sono stati bloccati 523 siti pirata, 132 dei quali grazie a FAPAV”.

In futuro il settore dovrà dimostrarsi più flessibile e in grado di impiegare nuove soluzioni anche tecnologicamente avanzate per raggiungere sempre nuovi utenti”, ha precisato McCoy.

A partire dal 2017, sono disponibili 450 servizi di video on demand di alta qualità a livello globale, con un incremento di 30 nell’ultimo anno. Ci sono delle imprese di contenuti davvero interessanti qui in Italia”.

Parlando del nostro Paese, ha poi ricordato le diverse azioni di sensibilizzazione sostenute dalla stessa MPA, come nel caso di “Io Faccio Film” e “Stand up for creativity”.

Riguardo al ruolo delle tecnologie abilitanti la trasformazione digitale, tra cui intelligenza artificiale e big data, secondo il Presidente MPA EMEA sicuramente siamo di fronte ad un fenomeno globale senza precedenti: “Il settore creativo sta sviluppando nuovi approcci al mercato per raggiungere i consumatori. stiamo assistendo ad un’innovazione senza precedenti basata proprio sulla creatività

 

Chiunque può attivare una piattaforma online per la diffusione di contenuti audiovisivi, ma  per farlo servono grandi contenuti, competenze ed abilità all’altezza e un alto livello di professionalità”.

Un conto sono film e serie tv in cui ci sono investimenti e in cui lavorano maestranze e professionisti esperti, un conto sono i famosi user generated contents fatti in casa dagli utenti della rete”.

A guidare l’innovazione nel settore audiovisivo e creativo sono proprio i grandi contenuti”, ha infine ribadito McCoy, contenuti che però necessitano di essere pagati per tenere in vita l’intero settore e per consentire a chi ci lavora di investire anche in innovazione tecnologica.