L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha formalizzato una proposta di emendamento normativo – che si auspica possa trovare spazio in tempi rapidi nell’ambito del primo atto legislativo idoneo – finalizzata all’introduzione di un meccanismo stabile di ristoro economico per gli operatori di comunicazione elettronica coinvolti nell’attuazione del sistema Piracy Shield, la piattaforma centralizzata di blocco dei contenuti illeciti introdotta da AGCOM nell’ambito della lotta alla pirateria online.
La proposta nasce da una constatazione ormai difficilmente contestabile: il sistema Piracy Shield ha trasferito sugli operatori di accesso ad Internet obblighi tecnici, organizzativi e amministrativi di particolare complessità e sempre crescenti, imponendo interventi in tempi estremamente ridotti, senza che a tali obblighi sia stata sinora affiancata alcuna forma di compensazione economica. Una scelta che non trova riscontro in altri Paesi europei e che rischia di produrre effetti distorsivi sul mercato delle telecomunicazioni, penalizzando in particolare gli operatori più piccoli e medi.
AIIP ribadisce che gli Internet Service Provider non traggono alcun beneficio economico dalla pirateria e non rivestono alcuna responsabilità nella sua origine. Essi si trovano, tuttavia, nella posizione di dover sostenere costi strutturali rilevanti per adempiere a obblighi di legge, che includono adeguamenti continui delle infrastrutture di rete, gestione operativa delle segnalazioni, interventi su DNS e indirizzi IP, attività di verifica con personale tecnico dedicato e rischi giuridici connessi a possibili blocchi erronei di risorse lecite.
Per questo motivo, l’Associazione ha elaborato uno schema di ristoro fondato su criteri oggettivi, proporzionali e progressivi, pensati per riflettere in modo realistico l’impatto tecnico del sistema sui diversi operatori. La proposta prevede l’istituzione di un Fondo dedicato, con una dotazione annua stimata in circa 9,5 milioni di euro, da ripartire attraverso una combinazione di quota fissa per operatore e quota variabile calcolata secondo scaglioni di linee attive, includendo accessi fissi e mobili.
Il modello proposto, ispirato a un criterio di progressività analogo a quello fiscale, consente di garantire la sostenibilità economica degli operatori di minori dimensioni, senza per questo scaricare oneri sproporzionati sugli operatori maggiori, e rappresenta una soluzione equilibrata, trasparente e difendibile anche sotto il profilo della finanza pubblica.
L’Associazione sottolinea come il riconoscimento di un ristoro economico non rappresenti una concessione agli operatori, ma una condizione necessaria per garantire l’efficacia, la legittimità e la sostenibilità di lungo periodo delle misure di contrasto alla pirateria. Senza un adeguato equilibrio tra obblighi e compensazioni, il rischio concreto è quello di trasformare Piracy Shield in un meccanismo oneroso, asimmetrico e potenzialmente dannoso per la concorrenza e per la qualità complessiva dell’accesso ad Internet nel nostro Paese.
“Da oltre un anno, sono solo gli operatori italiani a sostenere l’infrastruttura tecnica di Piracy Shield, aderendo incondizionatamente al sistema, a differenza degli operatori esteri. – ha commentato il vicepresidente dell’Associazione, Giovanni Zorzoni – In pochi sembrano capire che la parte davvero intelligente del sistema non è la centrale, che funziona da semplice archivio di oscuramenti, ma quella che lavora dentro le reti, dove ogni giorno noi operatori manteniamo, aggiorniamo e potenziamo gli apparati, partecipiamo alle riunioni tecniche, implementiamo le regole e garantiamo la continuità del servizio. Non ci siamo mai sottratti agli obblighi di legge. Abbiamo fatto il nostro dovere. Ora chiediamo che venga finalmente riconosciuto, anche economicamente, un servizio che tutti definiscono essenziale, ma che finora è stato garantito solo grazie al lavoro silenzioso – e costoso – degli operatori di rete.”
AIIP resta disponibile al confronto istituzionale con Governo, Parlamento e Autorità indipendenti, nella convinzione che solo un approccio sistemico e condiviso possa consentire di rafforzare la lotta alla pirateria senza compromettere il funzionamento della rete e la sostenibilità degli operatori che ne garantiscono quotidianamente l’operatività.
