Il decreto

Pioggia di emendamenti sul DL Infrastrutture. Proposto Comitato di monitoraggio per le FER 

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Il Parlamento entra nel vivo del DL Infrastrutture, ora all'esame delle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. In lizza ci sono circa 200 emendamenti, molti dei quali centrati su efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

Il Parlamento si prepara a votare il DL infrastrutture, il provvedimento che contiene misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche nel Paese. Il decreto è ora al varo delle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, che dovranno destreggiarsi tra circa 200 nuovi emendamenti, molti dei quali riguardanti l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale. Reti elettriche, parco veicolare e impianti rinnovabili rientrano infatti nelle opere considerate strategiche, nonché necessarie al Paese per avanzare nella transizione energetica. In particolare, le modifiche proposte, mostrano un chiaro intento di integrare il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione nelle politiche infrastrutturali e di trasporto, affrontando sia gli aspetti di mitigazione degli impatti ambientali che la promozione delle energie rinnovabili.

Emendamenti segnalati per l’efficientamento energetico

Le proposte sul tavolo spaziano dall’uso obbligatorio di nuove tecnologie alla promozione delle energie rinnovabili nei contesti più disparati: dai porti turistici, fino alle aree industriali.

Si parte, ad esempio, dai Contratti Pubblici, dove si propone l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, dotati di certificazione, e l’attribuzione dei relativi oneri all’appaltatore, secondo i princìpi del green public procurement. La normativa prevede, inoltre, che per opere infrastrutturali strategiche sia predisposto, prima dell’avvio del cantiere, un Piano di Gestione Ambientale e del Rischio (PGAR). L’obiettivo è includere un’analisi dei rischi ambientali e sanitari, misure di prevenzione e mitigazione, dotazioni tecniche per le emergenze, formazione del personale, e l’integrazione con le prescrizioni VIA e piani di sicurezza, promuovendo anche l’utilizzo di tecnologie digitali per il monitoraggio e la tracciabilità (IoT, blockchain, piattaforme dati ambientali).

Un Comitato di monitoraggio per le FER 

Tra le proposte più significative in materia di energia rinnovabile, vi è quella relativa alla possibilità di aggiungere tra le aree idonee per l’installazione di impianti FER anche:

  • I terreni agricoli con severe limitazioni colturali, attestato da una relazione pedologica asseverata, escludendo quelli con produzioni agricole di denominazione d’origine e indicazioni geografiche.
  • Le infrastrutture portuali turistiche.
  • I bacini idrici multifunzionali appositamente realizzati.
  • Le aree industriali e artigianali, definite dagli strumenti urbanistici regionali, sovracomunali o comunali, dove la realizzazione di impianti (inclusi fotovoltaici a terra) non richiede piani attuativi ed è sempre compatibile con gli strumenti urbanistici. Questo include anche le stazioni elettriche e le cabine primarie esistenti o autorizzate.

Una novità interessante è anche la proposta di istituire un Comitato di monitoraggio per la Transizione energetica, composto da rappresentanti di ministeri, regioni, parti sociali e società civile, con il compito di verificare trimestralmente l’allineamento degli obiettivi quantitativi di installazione delle fonti energetiche rinnovabili (FER) ai target europei e di redigere una relazione annuale per il Parlamento.

È stata poi presentata una modifica all’articolo 8, comma 8, lettera c), del decreto legislativo 25 novembre 2024, n. 190, per garantire il raggiungimento degli obiettivi sulle fonti energetiche rinnovabili delineati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) per il 2030, nonché l’attuazione della Riforma 1 della Missione 7 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Tariffe autostradali e energia rinnovabile

Senz’altro innovativa la proposta di introdurre un meccanismo per cui i proventi dalla produzione e vendita di energia rinnovabile lungo le tratte autostradali, al netto degli ammortamenti, siano destinati alla riduzione delle tariffe autostradali per gli utenti a basso reddito e ad alta frequentazione, e al finanziamento dell’adeguamento tecnologico e digitale della rete autostradale.

Trasporto su strada, da 6 a 15 milioni di euro

Tra i temi più dibattuti, quello del trasporto su strada, con riferimento alle autovetture circolanti. Per l’appunto, per l’ammodernamento e la sostenibilità ambientale del parco veicolare si propone di aumentare lo stanziamento da 6 milioni a 15 milioni di euro. Queste risorse dovrebbero essere destinate all’acquisto di veicoli commerciali con il minimo impatto ambientale, come quelli a trazione elettrica, ibrida o a idrogeno.

In tale contesto rientra anche un emendamento della Lega, che però va nella direzione opposta, ritardando la transizione energetica del comparto. La clausola inserita suggerisce, infatti, una proroga per la limitazione strutturale alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 (autovetture e veicoli commerciali N1, N2, N3) fino al 1° ottobre 2026. Secondo l’emendamento, le regioni potranno adottare misure compensative per bilanciare le emissioni, come la riduzione delle emissioni inquinanti dagli impianti di riscaldamento e climatizzazione. I veicoli monofuel o bifuel a partire da Euro 3, alimentati con carburanti alternativi, sarebbero invece esentati da queste limitazioni.

35 milioni di euro annui fino al 2027 per il parco autobus

Per incentivare le imprese di trasporto passeggeri su strada (legge 11 agosto 2003, n. 218) a rinnovare il parco autobus e ridurre gli effetti climalteranti, sono previste poi risorse aggiuntive pari a 3 milioni di euro per il 2025. Tali fondi sono finalizzati alla rottamazione di veicoli a motorizzazione termica fino a Euro IV, con contestuale acquisto di nuovi autoveicoli Euro VI step E o categoria superiore, anche tramite locazione finanziaria, con un incentivo massimo di 40.000 euro per autobus. Inoltre, si propone un finanziamento di 35 milioni di euro annui per il 2025, 2026 e 2027 per l’ammodernamento dei parchi veicolari delle imprese di trasporto pubblico locale e di noleggio con conducente.

Rischio idrogeologico legato al cambiamento climatico

A causa della gravità e frequenza degli eventi climatici estremi, viene proposto di istituire un Fondo per sostenere gli interventi per spese in conto capitale volti a prevenire e a mitigare il rischio idrogeologico e idraulico con una dotazione iniziale di 6.355 milioni di euro. Almeno il 40% delle risorse destinabili territorialmente dovrà essere indirizzato alle regioni del Mezzogiorno.

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