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Pil Lombardia nel 2021 +7,5%, Italia “solo” +6,7%

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Il Pil della Lombardia ha avuto tassi di aumento dello 0,4% superiori a quelli medi nazionali. Si tratta di un differenziale che è stato più evidente, oltre che nel 2021, anche nella fase di ripresa dopo la crisi del debito del 2011-2013.

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La Regione cresce sempre di più del Paese. Bene anche il primo trimestre: +3,5%

L’economia della regione più popolosa d’Italia, la Lombardia, si sta riprendendo meglio della media nazionale, ce lo dicono i dati sul suo Pil, che secondo Banca d’Italia nel 2021 è rimbalzato di ben il 7,5%, più di quanto abbia fatto quello italiano, che è cresciuto del 6,7%. È ancora presto per avere una stima di come saranno i numeri del 2022, ma alla fine del secondo trimestre la crescita acquisita era per la Lombardia del 3,5% e per l’Italia del 3,4%. Potrebbe profilarsi, quindi, un aumento del prodotto interno lordo ancora una volta maggiore di quello del resto del Paese.

Continua a crescere il Pil della Lombardia

Del resto è quello che è accaduto quasi sempre negli ultimi dieci anni, come si vede dalla nostra infografica. Solo nel 2013 e nel 2019 il Pil italiano ha avuto performance di qualche decimale migliori di quello lombardo, del 0,2% e del 0,1% rispettivamente. Ma vediamo più nel dettaglio i dati della regione che tra pochi mesi andrà al voto assieme al Lazio per rinnovare presidente e consiglio, e su cui, quindi, saranno puntati gli occhi dei media e dei cittadini di tutto il Paese.

L’andamento storico del Pil della Lombardia

Se prendiamo come riferimento gli ultimi 10 anni, dal 2012 in poi, possiamo osservare come la media della crescita dell’Italia sia stata totalmente deludente, in quanto negativa del 0,2%. Quella della Lombardia, invece, è stata esattamente simmetrica, ovvero positiva di due decimali.

È un dato degno di nota poiché normalmente all’interno di un sistema economico integrato si verificano, o si dovrebbero verificare, dei meccanismi di “catching up”, ovvero le aree più povere cominciano a crescere più di quelle ricche così da diminuire i divari. In fondo è quello che accade in Europa, dove i Paesi dell’Est da più di 20 anni segnano incrementi del Pil più alti di quelli dell’Ovest, chiudendo progressivamente il gap, al punto che ormai realtà come Repubblica Ceca, Slovenia, Estonia hanno gradi di sviluppo paragonabili a quelli italiani o spagnoli. Con la globalizzazione succede qualcosa di simile anche a livello mondiale, con quello che veniva definito “Terzo Mondo” che cresce molto più dei Paesi occidentali.

La crescita media è dello 0,4% maggiore rispetto a quella del Paese

In Italia non è così, o perlomeno non lo è stato nell’ultimo decennio. I dati ci dicono che il Pil della Lombardia ha avuto tassi di aumento dello 0,4% superiori a quelli medi nazionali. Si tratta di un differenziale che è stato più evidente, oltre che nel 2021, anche nella fase di ripresa dopo la crisi del debito del 2011-2013. Durante questa la recessione lombarda non era stata molto diversa da quella italiana, con il prodotto interno lordo regionale che era sceso del 2,7% nel 2012, contro un calo del 3% a livello italiano, mentre nel 2013 le parti si erano invertite: il Pil della Lombardia aveva subito un decremento maggiore di quello del resto del Paese, -2% contro -1,8%.

Nel 2014-2018 il Pil della Lombardia è cresciuto mediamente dello 0,6% in più di quello italiano

Dal 2014, però, le differenze sono divenute importanti. Quello è stato un anno di stagnazione in Italia, con crescita zero, mentre in Lombardia l’economia si è espansa dello 0,7%, e ha poi accelerato, con incrementi dell’1,3% nel 2015, dell’1,9% nel 2016, del 2,1% nel 2017. A livello nazionale, invece, il Pil è aumentato dello 0,8%, dell’1,3% e dell’1,7%.

Anche nel 2018, quando è rallentato ovunque, in Lombardia è salito comunque dell’1,7%, ben lo 0,8% in più della media italiana. A influire è stato il miglior collegamento del sistema produttivo di questa regione con il resto d’Europa, che ha vissuto una crescita piuttosto sostenuta in quegli anni, ma non solo. Si è trattato di un periodo in cui è stata l’industria a sostenere il resto dell’economia, con aumenti del valore aggiunto e degli investimenti, e proprio nelle regioni settentrionali questo comparto è più presente. In particolare in Lombardia è diffusa l’industria di precisione, quella più produttiva e con alto contenuto tecnologico, vocata all’esportazione.

Il 2019, poi, ha segnato un brusco stop, sia in Lombardia che altrove, e l’economia regionale ha segnato un’espansione solo dello 0,2%. Questo dato deludente è stato però oscurato dalla recessione dell’anno successivo, il 2020, quando, come si sa, il Covid e le restrizioni imposte per combatterlo hanno provocato il peggiore tracollo del prodotto interno lordo dal Dopoguerra. In Lombardia è stato di pochissimo, uno 0,1%, meno pronunciato che nel resto d’Italia, ma il colpo si è sentito. Il Pil è caduto dell’8,9%.

La congiuntura nell’industria manifatturiera

Secondo Banca d’Italia tra i fattori che influenzano la crescita vi è anche quello dimensionale: sono state le aziende più grosse ad avere avuto le performance migliori negli ultimi anni, e in particolare nella fase di ripresa dalla crisi pandemica. In base ai dati di Unioncamere quelle con più di 200 addetti hanno raggiunto nel 2022 una produzione di più del 30% superiore di quello del 2010, mentre per quelle con meno di 50 l’incremento è stato inferiore al 20%. Più attrezzate per difendersi dalle recessioni e dai rovesci del mercato, le realtà più grandi hanno anche la possibilità di fare maggiori investimenti.

Le imprese della Lombardia hanno più dipendenti

Non è un caso che proprio in Lombardia mediamente le aziende abbiano più addetti. In un settore cruciale come quello della manifattura quelle con più di 50 dipendenti occupano il 54,3% di chi lavora in questo comparto contro una media italiana del 48,8%.

Anche questo è uno dei segreti del maggior sviluppo lombardo. In particolare nei primi nove mesi di quest’anno sono stati l’abbigliamento e le calzature ad avere visto i maggiori aumenti di produzione rispetto allo stesso periodo del 2021, +29,6% e +25,2%.

Il mattone in Lombardia corre di più che nel resto del Paese

Non si può ignorare, però, il ruolo del settore immobiliare, che dopo un lungo sonno si è svegliato, e in Lombardia più che altrove. Nel primo semestre del 2022 almeno per quanto riguarda il segmento residenziale, le compravendite sono cresciute dell’8,4% rispetto al primo dell’anno precedente, e i prezzi del 6,4%, e complessivamente questi ultimi ora sono di quasi il 20% più alti che nel 2015, mente in Italia l’incremento è stato inferiore, di circa il 6%.

La sfida della Lombardia, dei suoi vari stakeholders, politici ed economici, consisterà nei prossimi anni nel continuare ad avere performance migliori di quelle medie, trainando di fatto il Paese e puntando, allo stesso tempo, a non rimanere indietro rispetto alle regioni più avanzate del resto d’Europa. Sono infatti proprio queste ultime i soggetti con cui in molti lombardi preferiscono spesso confrontarsi, più che il resto d’Italia.

Dati del 2012-2022
Fonte: Banca d’Italia, Istat