Finestra sul mondo

Piano tagli a spesa federale Usa, Trump in Medio Oriente, Negoziati Brexit, Incontro Macron-Putin, Ue su Banche italiane

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, Trump propone un taglio alla spesa federale da 3.600 miliardi di dollari

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Usa, Donald Trump, presentera’ oggi una proposta di bilancio di portata storica: il piano prevede un taglio senza precedenti alla spesa dello Stato federale, pari a circa 3.600 miliardi di dollari in dieci anni, con l’obiettivo di giungere al pareggio di bilancio. L’amministrazione presidenziale e’ convinta di poter innescare un boom economico e occupazionale riducendo drasticamente le dimensioni dello Stato federale, la spesa e gli oneri generati dall’eccesso normativistico dell’apparato federale. L’effetto immediato del bilancio proposto dalla Casa Bianca, pero’, sarebbe uno stravolgimento dell’attuale sistema di assistenza dello Stato alle fasce della popolazione piu’ bisognose. Il bilancio di previsione da 4.094 miliardi di dollari approntato dalla presidenza per il 2018 ridurrebbe infatti di circa mille miliardi in dieci anni la spesa complessivamente destinata a programmi di assistenza sociale come il Medicaid, i sussidi alimentari e altri programmi per il sostegno alla poverta’, che verrebbero in gran parte affidati all’autonomia decisionale dei singoli Stati federati. I dettagli del programma circolati a Washington negli ultimi giorni hanno innescato una furiosa reazione da parte dei Democratici, e una risposta disomogenea da parte dei Repubblicani, divisi tra il sostegno al disegno di legge e i timori per le sue possibili ricadute elettorali al prossimo voto per il rinnovo parziale delle Camere, nel 2018. Mick Mulvaney, direttore dell’Ufficio di gestione del bilancio, ha dichiarato che il piano di spesa – intitolato “A New Foundation for American Greatness” si concentra sulla tutela dei contribuenti e sul taglio della spesa relativa a programmi inefficaci, o che disincentivano al lavoro”. Mulvaney ha citato ad esempio proprio l’attuale sistema dei sussidi alimentati – il Supplemental Nutrition Assistance Program (Snap), esploso dagli anni della crisi sino ad includere oggi 44 milioni di beneficiari. “Abbiamo bisogno che la gente torni a lavorare”, ha dichiarato il funzionario. “Abbiamo bisogno che tutti i soggetti occupabili dipendenti dai sussidi alimentari tornino al lavoro. Se sei iscritto ai programmi di sostegno alla disabilita’ e non sei davvero disabile, serve che torni al lavoro. Dobbiamo ricominciare a remare tutti nella stessa direzione”. Di parere avverso i Democratici, che accusano Trump di voler abbandonare a se stessi i cittadini piu’ vulnerabili e “tagliare le tasse per i piu’ ricchi”. “Questo bilancio priverebbe il terreno dai piedi di tanti americani che hanno bisogno di aiuto: quelli che soffrono la dipendenza da oppiacei ed eroina, le persone nelle case di cura e le famiglie che le assistono, gli anziani, i disabili e i bambini”, ha dichiarato il capogruppo dei Democratici al Senato, Charles E. Schumer. I programmi di assistenza sociale, pero’, sono solo uno dei “bersagli” del bilancio: la forbice dei tagli colpirebbe anche i fondi destinati al sostegno internazionale allo sviluppo, cui la Casa Bianca preferirebbe prestiti a lungo termine e a basso tasso d’interesse, che ovviamente dovrebbero essere risarciti; eccezioni a questo modello verrebbero applicate ad alcuni paesi e alleati strategici, come Israele ed Egitto. Trump, del resto, si e’ opposto tassativamente alla richiesta di una componente significativa del partito repubblicano di intervenire in maniera ancor piu’ drastica sulla spesa sanitaria, tramite il ridimensionamento del programma Medicare. Come sottolinea “Bloomberg”, e’ quasi impossibile che il bilancio proposto dal presidente superi indenne il Congresso: diversi Repubblicani l’hanno anzi definito lettera morta prima ancora del suo approdo a Capitol Hill. La partita si giochera’ piuttosto sulla conservazione o meno dell’impianto generico della proposta, e sulla filosofia che le sottende; secondo il “New York Times”, l’idea che la drastica riduzione della tassazione possa essere compensata da un boom dell’attivita’ economica, e dunque dell’occupazione, e’ aleatoria, e non tiene conto del fatto che l’attuale fase di espansione dell’economia, per quanto asfittica, e’ gia’ la piu’ lunga nella storia del paese.

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Medio Oriente, Trump tende la mano a Israele per conto dei paesi Arabi, stringe asse anti-Iran

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – I leader arabi che hanno incontrato il presidente Usa Donald Trump domenica scorsa a Riad hanno ribadito di essere pronti a nuove aperture a Israele sul piano economico e commerciale, a patto che si registrino progressi concreti sul fronte dei negoziati di pace israelo-palestinesi: lo ha dichiarato il presidente Usa ieri, nel corso della sua visita ufficiale a Israele. Stando a fonti governative anonime citate da “Haaretz”, Trump ha sottolineato, durante i colloqui con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente Reuven Rivlin, che tutti i leader arabi presenti al vertice di Riad, e in particolare il re saudita Salman, hanno sollecitato una ripresa effettiva del dialogo per la soluzione della crisi mediorientale. “Trump ha parlato approfonditamente dei suoi incontri in Arabia Saudita, e ha assicurato che il mondo arabo vuole la pace e che la pensa cosi’ anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas”, ha dichiarato il funzionario israeliano. Il presidente degli Stati Uniti e primo ministro Benjamin Netanyahu hanno tenuto una conferenza stampa alla residenza del premier a Gerusalemme. Trump ha ribadito a Israele le accuse di promozione del terrorismo mosse contro Teheran, ed ha citato l’esigenza di contrastarne l’influenza nella regione.”Gli Usa e Israele, insieme agli alleati della regione, devono cominciare ad affrontare la minaccia del regime iraniano, che sta causando cosi’ tanta sofferenza nell’area”, ha detto il presidente. Netanyahu ha fatto eco alle parole di Trump, dichiarando che “l’aggressione iraniana” ha ridotto le distanze tra Israele e il Mondo arabo: “Le minacce comuni stanno trasformando i vecchi nemici in partner”, ha detto il premier, ed ha aggiunto di scorgere, “per la prima volta da tanto tempo”, la speranza concreta di compiere progressi significativi verso una pace duratura con gli arabi palestinesi. Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, che accompagna Trump nel suo viaggio di Stato, ha pero’ temperato gli entusiasmi, sottolineando che l’ipotesi di colloqui diretti tra Netanyahu e Abbas, con la mediazione diretta del presidente Trump, e’ oggetto di negoziati per il futuro. Come prova di buona volonta’, ieri il governo di Tel Aviv ha annunciato una serie di misure tese a migliorare le condizioni economiche della Cisgiordania. Nel corso della sua visita a Israele, Trump e’ divenuto il primo presidente Usa in carica a visitare il Muro del Pianto.

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Barnier, “Siamo pronti per i negoziati sulla Brexit”

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – L’Unione Europea, riferisce il quotidiano britannico “The Guardian”, ha concordato la sua posizione negoziale in vista delle trattative sull’uscita del Regno Unito. Michel Barnier, capo negoziatore della Commissione europea, ha detto di sperare che i colloqui possano iniziare nella settimana del 19 giugno e andare a buon fine. “Dal giorno in cui il Regno Unito ha deciso di uscire, l’Ue ha avviato un intenso processo preparatorio. Siamo pronti e ben preparati”, ha dichiarato. Nella riunione di ieri a Bruxelles i ministri degli affari europei dei restanti 27 paesi membri hanno approvato un documento di 18 pagine sulla prima fase dei negoziati. Si conferma che la Gran Bretagna sara’ fuori a partire dalla mezzanotte del 30 marzo 2019, salvo una proroga delle trattative decisa all’unanimita’. La priorita’ e’ lo status giuridico dei cittadini all’estero: 3,5 milioni di cittadini comunitari che risiedono in Gran Bretagna e 1,2 milioni di britannici residenti negli altri Stati. L’accordo dovra’ offrire “tutele efficaci, applicabili, non discriminatorie e complete”. Non viene menzionato il conto del divorzio, per il quale sono state ipotizzate somme fino a cento miliardi di euro; si parla, invece, di “un accordo finanziario unico” riguardante il bilancio e i contributi alla Banca europea degli investimenti e ad altri fondi comuni. L’Ue vuole evitare una “frontiera dura” in Irlanda, nel rispetto dell’ordinamento giuridico comunitario; cio’ significa che ci saranno controlli se la Gran Bretagna uscira’ anche dall’unione doganale. Si prevede una struttura istituzionale che assicuri l’effettiva applicazione degli impegni assunti dal paese uscente. Michel Barnier ha minimizzato la possibilita’, avanzata dal segretario britannico per l’uscita dall’Ue, David Davis, di un esito senza accordo: “Questa non e’ la mia scelta e vorrei suggerire di spiegare esattamente che cosa comporterebbe”. Il politico francese ha ammesso le difficolta’, ma invocato lungimiranza: “Ci saranno momenti di tensione, ma dobbiamo considerare le cose in prospettiva, per organizzare un’uscita ordinata” e costruire “una nuova partnership”.

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Francia-Russia, Macron incontrera’ Putin “nonostante le divergenze”

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – E’ un gesto simbolico di cui Vladimir Putin non puo’ che essere contento: cosi’ il quotidiano francese “Le Monde” commenta l’annuncio della prossima visita del presidente russo, che sara’ a Parigi il 29 maggio prossimo per presenziare all’inaugurazione della grande mostra dedicata allo zar Pietro il Grande. L’esposizione, organizzata a Versailles, segnera’ il 300esimo anniversario dell’apertura della prima ambasciata russa in Francia, decisa da quello zar che voleva “aprire all’Europa” il suo paese: per la Russia e’ una occasione ideale, scrive il “Monde”, per rilanciare oggi le relazioni con l’Occidente minate negli ultimi anni dall’annessione della Crimea, dalla destabilizzazine dell’Ucraina e dall’intervento militare russo al fianco del presidente siriano Bashar al Assad. L’invito e’ stato rivolto a Putin dal nei eletto presidente francese Emmanuel Macron nel corso di una conversazione telefonica avvenuta il 18 maggio scorso; durante la quale i due capi di Stato “avevano richiamato le antiche e particolari relazioni fra i loro due paesi, nonostante le divergenze di posizioni su diverse questioni”, come recita un comunicato dell’Eliseo. Nel recente passato Putin si era visto costretto ad annullare un viaggio a Parigi previsto per lo scorso mese di ottobre, quando l’ex presidente francese Francois Hollande l’aveva declassata a “semplice visita di lavoro centrata sulla Siria”; ma il contenzioso franco-russo, nota il “Monde”, non si limita alla guerra civile siriana, e’ invece vasto e pesante nonostante il fatto che la Francia in questi anni non abbia mai rinunciato a “parlare” alla Russia, anche ad alto livello. Il neo presidente Macron oggi vuole ripartire su un piede nuovo, a dispetto degli attacchi di cui e’ fatto oggetto da parte dei media russi vicini al Cremlino: l’incontro con Putin, in agenda dopo il vertice Nato a Bruxelles di dopodomani giovedi’ 25 maggio e dopo il vertice del G7 del fine settimana a Taormina, gli permettera’ di rafforzare la sua statura internazionale. Ma per quel che riguarda in particolare i rapporti con la Russia, il breve faccia-a-faccia di Versailles non bastera’ a riparare i guasti prodotti dalla condotta del Cremlino: “La perdita di fiducia” dice al “Monde” Thomas Gomart, direttore dell’Istituto francese delle relazioni internazionali, dal punto di vista della Francia “e’ ancora piu’ grave che per la Germania, che pure considera l’annessione della Crimea e la politica russa nell’est dell’Ucraina come una minaccia alla sicurezza europea”.

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Settore bancario italiano, le autorita’ europee restano circospette nonostante i progressi

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – In convalescenza, ma ancora a rischio di ricadute: e’ questa, secondo il quotidiano economico francese “Les Echos”, la diagnosi per il settore bancario italiano, anche se le istituzioni europee al suo capezzale si mostrano ben piu’ allarmiste. Dalla Commissione alla Banca centrale europea (Bce) infatti, scrive il corrispondente da Roma Olivier Tosseri, esse additano piuttosto le debolezze del sistema; la principale delle quali e’ la massa dei crediti a rischio: e’ questa la palla al piede che ostacola la concessione di nuovi prestiti alle famiglie ed alle imprese, cosa che in parte spiega la crescita anemica dell’economia della Penisola. Per risolvere questo lancinante problema, ricorda “Les Echos”, negli ultimi giorni sono nuovamente circolate voci sulla creazione di una “bad bank”: conseguenza delle dichiarazioni della responsabile della vigilanza della Bce, Danie’le Nouy, che ha espresso impazienza denunciando gli “scarsi progressi” realizzati dall’Italia ed esigendo una “strategia per andare avanti”. L’analisi di Tosseri obbietta tuttavia che le pressioni esercitate dal medico europeo perche’ l’Italia acceleri il consolidamento del suo settore bancario, riduca in maniera piu’ incisiva la montagna dei crediti a rischio e vari aumenti piu’ importanti dei fondi propri delle banche, danno l’impressione di essere una medicina piu’ nociva del male che essa dovrebbe guarire. Il quotidiano francese rafforza questa sua tesi pubblicando una lunga intervista a Carlo Messina, in cui il direttore di Intesa Sanpaolo tra le altre cose afferma che “oggi non servirebbe a niente creare una bad bank”.

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Brasile, Temer al contrattacco: falso l’audio che lo incastra?

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – La difesa del presidente brasiliano Michel Temer passa al contrattacco: il nastro audio usato per incastrarlo sarebbe palesemente manipolato ed e’ per questo inattendibile. Il capo di Stato e’ indagato per corruzione passiva, ostruzione alle indagini e partecipazione ad una organizzazione criminale. La prova considerata regina, almeno dai media, e’ la conversazione avuta con Joesley Batista, il proprietario della potente industria di carni Jsb. In una registrazione effettuata di nascosto, Temer finisce almeno un paio di volte per avallare la corruzione di testimoni scomodi o la messa a libro paga di magistrati. In un primo tempo i legali del presidente avevano chiesto al Supremo Tribunal Federal, l’organo abilitato a decidere della sorte dei processi riguardanti le piu’ alte cariche dello Stato, di interrompere l’azione giudiziaria. Ma forti della perizia di Ricardo Molina – perito tanto noto quanto discusso – hanno sospeso la richiesta, fiduciosi che l’invalidazione della prova principale faccia di per se’ cadere l’intero processo. L’audio che il pubblico ministero non ha esitato ad ammettere come elemento accusatorio e’ di pessima qualita’, presenta una settantina di interferenze che potrebbero far pensare a grossolane operazioni di editing. Il file e’ fatto da “gente che non sa mixare l’audio” e presenta decine di interruzioni che farebbero pensare a un grossolano lavoro di taglia e cuci, ha sostenuto Molina nel corso di una affollata conferenza stampa. La contromossa di Temer non cambia il punto di vista dell’ordine degli avvocati brasiliani (Oab), convinti di voler utilizzare il potere che la Costituzione assegna a chiunque di depositare una richiesta di impeachment nei confronti del capo di Stato. L’istanza in questo caso non si basa sulla prova audio ma sulle conferme che il presidente ha fatto dopo la pubblicazione dei nastri: Temer aveva infatti riconosciuto che Batista aveva parlato di operazioni illecite ma non se ne era preoccupato ritenendolo un “fanfarone” e “millantatore”. Il presidente avrebbe comunque dovuto denunciare il caso alla giustizia, osservano gli avvocati.

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Germania, una seconda commissione richiesta sull’attentatore di Berlino

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – La coalizione rosso-rosso-verde del Senato di Berlino ha chiesto una nuova commissione d’inchiesta sull’attentatore del mercato di Natale di Berlino, il tunisino Anis Amri, dopo l’emersione dello scandalo relativo alla falsificazione dei documenti da parte della polizia criminale del Land. I Verdi ne hanno chiesta una anche a livello federale, ma non hanno ottenuto la maggioranza. Ad oggi, a indagare sull’attentato e sulle lacune da parte delle autorita’ di sicurezza e’ una commissione di Dusseldorf. Quella berlinese, stando a quanto dichiarato dai membri della coalizione, potrebbe iniziare i suoi lavori sulla base della relazione intermedia del procuratore speciale Bruno Jost, dopo il 3 luglio. “Il procuratore ha eseguito in maniera rapida e rigorosa la sua indagine sul fallimento delle autorita’ di sicurezza”, ha reso noto la coalizione. I rapporti della polizia criminale circa l’assassino del mercatino di Natale sulla Breitscheidplatz sono stati manipolati per celare il mancato arresto del terrorista, fermato per traffico di droga e altri reati, settimane prima dell’attentato: lo ha denunciato pubblicamente il ministro dell’Interno del land, Adreas Geisel (Spd), la scorsa settimana. Soddisfatta della decisione della coalizione s’e’ detta Irene Mihalic, responsabile dei Verdi per le questioni interne presso il Bundestag. Il capogruppo dei Verdi, Simone Peter, ha rivolto critiche al ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizi’ere (Cdu), per essersi opposto all’istituzione di una commissione federale. La Polizia criminale di Berlino e’ accusata di aver falsificato i documenti relativi ad Amri, postdatando un rapporto dello scorso anno e alterando le accuse al tunisino da “traffico di droga” – reato che comporterebbe l’arresto – a semplice spaccio. L’alterazione dei documenti sarebbe avvenuta dopo l’attentato, lo scorso gennaio.

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Germania, i “cittadini del Reich”

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – I cosiddetti “cittadini del Reich” (Reichburger), nostalgici che riconoscono unicamente la Germania dell’impero guglielmino (Reich), cioe’ quella del 1937, anteriore alle annessioni di Hitler, sono di piu’ di quanto precedentemente stimato dalle autorita’ tedesche. Secondo l’Ufficio per la protezione della Costituzione sarebbero almeno 12.600, di cui circa 700 estremisti di destra. Finora, scrive la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, si credeva che il movimento contasse circa 10.000 aderenti. Di per se’, il movimento ha poco a che fare con l’apologia nazista: raccoglie individui dalle tendenze antigovernative, che talvolta scelgono di vivere nella semi-clandestinita’. Sino a pochi anni fa, i Reichburger erano ritenuti dalle autorita’ federali poco piu’ di un movimento folkloristico; oggi, pero’, la Sicurezza interna li ritiene un pericoloso focolaio di tendenze estremistiche di destra. Il direttore della Protezione della Costituzione federale, Hans-Georg Maassen, ha cosi’ dichiarato: “Ci preoccupa il fatto che i ‘nostalgici del Reich’ siano spesso di tendenze estremiste di destra e portati all’uso delle armi”. Le attivita’ violente di questi estremisti sono aumentate in maniera significativa nel corso dell’ultimo anno e sono state rivolte in particolare contro le forze dell’ordine. Lo scorso ottobre, la perquisizione da parte della polizia nell’abitazione di un Reichburger e’ sfociata in un conflitto a fuoco costato la vita a un agente. I servizi hanno rafforzato i controlli dal mese di novembre, estendendoli all’intero territorio nazionale. Attualmente sono in corso indagini ad ampio spettro, ha riferito l’intelligence interna, e le stime riguardanti l’entita’ di questo fenomeno potrebbero essere riviste al rialzo.

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Regno Unito, May fa retromarcia sulla “tassa sulla demenza”

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – La premier del Regno Unito, Theresa May, riferisce il “Financial Times”, e’ stata costretta a riscrivere uno dei capitoli piu’ importanti del programma di governo del suo Partito conservatore, un ripensamento dovuto all’allarme dei candidati Tory per le ripercussioni negative della cosiddetta “tassa sulla demenza” sulla campagna elettorale per le politiche dell’8 giugno. La leader di Downing Street ha annunciato che sara’ posto “un limite assoluto”, che non e’ stato indicato, al contributo che gli anziani dovranno pagare per l’assistenza; nel documento programmatico, pubblicato appena quattro giorni fa, c’era scritto, invece, che gli assistiti, a domicilio o in strutture residenziali, avrebbero dovuto sostenere tutti i costi se proprietari di beni, immobili compresi, per un valore di centomila sterline; non sarebbero stati costretti a vendere la casa, ma il costo sarebbe stato eventualmente recuperato post mortem. May ha detto che “niente e’ cambiato” nella politica dell’assistenza sociale, ma la retromarcia ha assestato un duro colpo al suo messaggio, incentrato su “una leadership forte e stabile”. Pochi esponenti dell’esecutivo erano stati consultati sulla misura. Il segretario agli Esteri, Boris Johnson, ha ammesso che c’erano delle “riserve”. Tra quelli che hanno espresso perplessita’ e insistito per l’introduzione di un tetto c’e’ John Godfrey, responsabile politico. Diversi candidati hanno riferito una cattiva accoglienza da parte degli elettori e alcuni giornali conservatori hanno battezzato la proposta “tassa sulla demenza”. La vicenda e’ coincisa con la pubblicazione di tre sondaggi dai quali e’ emerso che il vantaggio dei Tory sul Labour, benche’ ancora ampio, si e’ ridotto.

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Peru’, si dimette il ministro dei Trasporti

23 mag 11:14 – (Agenzia Nova) – Il ministro dei Trasporti, nonche’ vicepresidente del Peru’, Martin Vizcarra ha rassegnato le dimissioni per il caso dell’aeroporto di Chinchero. La polemica si fonda sull’appalto che l’ex presidente Ollanta Humala concesse nel 2014 per la costruzione dell’infrastruttura al consorzio Kuntur Wasi, composto dall’argentina Corporacion America e dalla peruviana Andino Investment Holding. Si trattava di una concessione pubblico-privata sulla quale a febbraio di quest’anno il governo presieduto da Pedro Pablo Kuczynski e’ intervenuto assumendo il finanziamento dell’opera ma solo sulla base dei progressi realmente portati a compimento. Le opposizioni – soprattutto quelle guidate dalla figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori, Keiko -, hanno rimproverato al ministro di aver trasformato l’opera in un appalto esclusivamente pubblico. Alle critiche si sono aggiunte le dimissioni dei vertici dell’agenzia di controllo sulle infrastrutture statali e le polemiche per l’isolamento nelle comunicazioni sofferto dal paese per le alluvioni nelle ultime settimane. Un fardello di accuse che il ministro, pur rivendicando la correttezza dei suoi comportamenti, ha ritenuto troppo oneroso anche in considerazioni del forcing che l’intero esecutivo sta subendo.

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