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Piano nazionale per l’energia ed il clima, presentata all’Ue la strategia italiana in cinque punti

Presentato con qualche giorno di ritardo alla Commissione europea il Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima (o PNIEC). Come previsto dal Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 2016/0375 sulla governance dell’Unione dell’energia, avevamo tempo fino al 31 dicembre 2018 per depositare la nostra strategia decennale relativa all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale.

Siamo riusciti nei tempi previsti ad elaborare uno strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale del nostro Paese e dell’UE per i prossimi 10 anni, senza il quale continueremmo a navigare a vista e col pericolo di non raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti”, ha dichiarato in una nota ufficiale il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia, Davide Crippa.

Una strategia che conta di muoversi su cinque piani paralleli: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività.

I risultati da raggiungere sono tanti e piuttosto impegnativi, ha sottolineato Crippa: “Avremo bisogno del sostegno e della collaborazione attiva da parte di tutti gli stakeholders, sia nella fase di predisposizione che di realizzazione. Per questo, prevediamo una consultazione a tutti i livelli e, soprattutto, con le parti interessate, comprese le parti sociali. Oltre alla consultazione tramite la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) contiamo di realizzare un percorso strutturato di confronto attraverso tavoli tematici di lavoro che coinvolgeranno i diversi player”.

Obiettivi principali del Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima:

Il Ministero dello Sviluppo ha poi annunciato la presentazione a breve del nuovo portale dedicato al PNIEC, “pensato per essere uno spazio di informazione e di dialogo sulle principali tematiche oggetto del piano, integrando anche la dimensione sociale della transizione energetica che, molto spesso, rappresenta la principale barriera al cambiamento”.

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