il progetto

Performing Media! per Estate Romana, concluso il progetto di Urban Experience

di Carlo Infante, presidente di Urban Experience |

Si è concluso, sulla terrazza affacciata sulle Terme di Caracalla dell’Accademia Nazionale di Danza, il progetto Performing Media! per Estate Romana curato da Carlo Infante-Urban Experience, dal 14 al 20 settembre, in 14 interventi (con più di 1000 partecipanti, di cui 464 in presenza e gli altri connessi allo streaming webradio) tra walkabout, experience lab, performance e installazioni agite con sistemi di intelligenza artificiale.

Si è concluso, sulla terrazza affacciata sulle Terme di Caracalla dell’Accademia Nazionale di Danza, il progetto Performing Media! per Estate Romana curato da Carlo Infante-Urban Experience, dal 14 al 20 settembre, in 14 interventi (con più di 1000 partecipanti, di cui 464 in presenza e gli altri connessi allo streaming webradio) tra walkabout, experience lab, performance e installazioni agite con sistemi di intelligenza artificiale.

Una di queste è stata attuata da Nuvola Project, nell’Antiquarium di via Lucrezia Romana, dove è apparsa una figura importante della storia romana: Lucrezia Romana che ha parlato, animando un quadro di Cranach, attraverso  i versi che Shakespeare le ha dedicato (recitati da Gaia Riposati) evocando il suo suicidio. Fu la catarsi dello stupro subito dal figlio del re etrusco Tarquinio il Superbo, una tragedia che provocò la rivolta che fece cadere il dittatore, determinando la nascita della Repubblica romana nel 509 a.c.

Il progetto Performing Media! si è centrato su come rendere più performante la narrazione attraverso i media digitali, andando oltre i walkabout con cui attraversiamo i territori con la “radio che cammina” producendo con i geopodcast una mappa parlante, presentando anche altri format, connotati da straordinarie competenze drammaturgiche, capaci d’innestare nelle coscienze l’intimità di percorsi ad alto tasso emozionale attraverso la dimensione immersiva dell’ascolto con radiocuffie. Come è successo con  il perturbante The Walk di Cuocolo-Bosetti che ha solcato l’acquedotto Felice a Tor Fiscale, a pochi passi dal campo barbarico, dove tra i fornici sono ancora presenti i segni delle baracche che fino alla seconda metà degli anni Settanta hanno invaso tutta la zona, creando un “sottomondo” degradato. All’inquietudine di quel testo che evoca gli ultimi passi di un amico morto accidentalmente, lo stato d’animo degli spettatori viene così pervaso dall’inquietudine che quel luogo esprime in sé, come un sottotesto.

Altro modo, quello dei due silent play di Carlo Presotto che hanno un’impronta pedagogica, ludico-partecipativa, come dei giochi di ruolo di caratura emozionale, in una coinvolgente palestra d’empatia.  Il silent play che ha trovato luogo al Mandrione è Sospesi e si basa su una modalità di performing media che esprime al miglior grado la condizione teatrale attraverso la partecipazione in un processo che simula la situazione complessa di un migrante che rischia di ritrovarsi ultimo tra gli ultimi. L’altro silent play è Un altro sguardo, realizzato a Villa Lazzaroni, con una partecipazione che ha travalicato le prenotazioni contingentate. Qui la soluzione del gioco di ruolo diventa ancora più esplicita, in un gioco  dove si è invitati a guardarsi, rispecchiandosi nei gesti dell’altro, e a prendersi cura del partner occasionale, toccandolo (cosa che per molti è ancora un tabù, per via del paradosso pandemico). E’ un’operazione che deriva dal progetto  “il volto dell’Altro” realizzata per Caritas international in collaborazione con l’associazione Non dalla Guerra in occasione della Giornata mondiale della gioventù 2019 a Panama. 

Un altro format è stato quello messo a punto dalle azioni di Simona Verrusio che ha creato Vj Janus, un personaggio-dispositivo che con telecamere davanti (per riprendere il presente e rilanciarlo nel futuro) e uno zainetto-monitor per disseminare schegge di passato (trasmettendo repertori storici come alcuni estratti di documentari dell’archivio LUCE) evoca la figura mitica di Giano bifronte. E’ con questo personaggio-dispositivo, innestato ai walkabout di esplorazione radionomade, che si sono interpretati i luoghi con una visione ulteriore: alla Romanina evocando le prime espressioni di Decentramento Culturale di Carlo Quartucci e Carla Tatò negli anni Settanta e l’innovazione tecnologica di Italo Radio negli anni Venti e nell’area di Via Lucrezia Romana con estratti di film ambientati tra quelle rovine romane, in un’esplorazione condotta con gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema

 I ragionamenti degli experience lab diffusi in streaming webradio (su www.radiowalkabout.it ) sono stati processati  secondo una “emotianalysis”,  elaborata da Nuvola Project con un sistema di intelligenza artificiale che ha permesso di “distillare” alcuni dei concetti chiave messi in campo. Come è successo nell’incontro all’interno del mondo virtuale di MoveIn VR: coreografia di Ariella Vidach-AIEP in ambiente 3D immersivo su Mozilla Hub dove ci si è confrontati con Claudio Prati (regista-mediamaker di AIEP) e con Maria Grazia Mattei (presidente del Digital Culture Center). E’ stato solo un incontro ma già stiamo pensando a come combinare in una “room” di quell’ecosistema di realtà virtuale on line, un’elaborazione visiva da abitare…basata sul flusso delle parole selezionate da sistemi di intelligenza artificiale per una tassonomia dinamica di una futura performing mediateca. Uno sbocco strategico su cui si è ragionato al finissage all’Accademia Nazionale di Danza. 

La linea di ricerca sul performing media, avviata trent’anni fa, è proiettata oggi verso l’innovazione adattiva che comporta una nuova sensibilità nell’interazione con i sistemi digitali, battendo il ritmo di un’evoluzione culturale che comporta un salto di qualità che va ben oltre l’approccio della digitalizzazione (che comporta solo trasferimento tecnologico) per liberare nuovi linguaggi e nuovi comportamenti verso la digitalità