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Perché nell’era della trasformazione digitale vincono le imprese immaginative

Che cosa hanno in comune le imprese di maggior successo nell’era della trasformazione digitale come Amazon.com, Google, AirBnB, o Tesla? Sono tutte imprese immaginative, che hanno saputo osservare i loro mercati per cambiarne le regole del gioco.

In Italia vengono proposti moltissimi programmi formativi legati ai temi dell’innovazione e della creatività, ma non ci sono ancora programmi di ricerca applicata, studi, conferenze su ciò che gli anglosassoni chiamano “Applied Imagination”, l’immaginazione applicata orientata verso l’innovazione. Eppure è diffusa la consapevolezza del legame tra i processi di innovazione (anche tecnologica) ed i processi di immaginazione.

Si può affermare che :“l’immaginazione sia come la respirazione, tutti sappiamo farlo, ma molto pochi lo sanno fare nel modo corretto”.

Vediamo alcuni principi che caratterizzano le imprese immaginative

Le imprese immaginative sviluppano un Imaginative Mindset che orienta gli obiettivi, la predisposizione verso il loro raggiungimento e i comportamenti conseguenti influenzando in tal modo i processi di innovazione.

Un mindset può essere definito come un insieme di credenze, di modi e stili di pensiero, di atteggiamenti di una persona o di un gruppo di persone.  Rappresenta uno stile di vita, un orientamento, una predisposizione, una filosofia, un approccio ai problemi, che determina un insieme di comportamenti, che possono portare a replicare oppure a mettere in discussione scelte già fatte in precedenza.

Un mindset è rappresentato anche da un insieme di comportamenti automatici e di scelte e di abitudini della mente rafforzate da esperienze vissute individualmente o collettivamente oppure da una scelta deliberata di esplorazione di nuovi percorsi, con la consapevolezza che potrebbero portare in direzioni inaspettate o in vicoli ciechi.

Un mindset può essere rafforzato oppure modificato,  da una visione, da uno stile di leadership e da una cultura aziendale.

Sviluppare un mindset immaginativo significa orientare la cultura dell’innovazione non limitando la propria focalizzazione sui meri aspetti tecnologici, cercando invece di creare un ambiente fertile nei confronti dell’apprendimento immaginativo, della conoscenza e della sperimentazione che non solo non teme, ma che considera sfidante  l’incertezza e l’ambiguità dei segnali che provengono dall’ambiente.

Una leadership immaginativa, supporta una futures literacy, valorizza la curiosità e la riflessione speculativa e valuta i risultati conseguiti dai team di lavoro in uno spazio temporale sufficientemente lungo, tenendo in considerazione  il processo con cui essi sono stati raggiunti e la crescita delle persone.

Non basta creare un mindset immaginativo, occorre anche lavorare per creare uno skill set (competenze immaginative) attraverso un toolset immaginativo (cassetta degli attrezzi per supportare i processi di immaginazione indirizzata)

Probabilmente c’è qualcosa di sbagliato quando i pitch delle startup si assomigliano, quando i corsi di innovazione tendono a proporre gli stessi strumenti formativi e se non si è ancora diffusa una cultura che valorizzi il pensiero immaginativo, nelle sue diverse forme.

In futuro ognuno potrà sviluppare il proprio modello per apprendere ed il proprio modello per immaginare, è il migliore augurio che possiamo fare alle imprese innovative italiane.

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