L'analisi

Perché l’UE deve avere una politica estera sull’IA. L’EU Data Act (applicabile da domani) può fare la differenza

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L’Unione europea deve andare oltre il suo AI Continent Action Plan e, come gli Stati Uniti, sviluppare una vera e propria politica estera sull’intelligenza artificiale. A dirlo è l’European Council of Foreign Affairs che evidenzia i punti deboli del Vecchio Continente in materia di AI.

Non c’è dubbio: gli Stati Uniti dominano la corsa mondiale all’intelligenza artificiale. Il lancio dell’AI Action Plan a luglio 2025, che invita il Paese a guidare la diplomazia e la sicurezza internazionale sull’IA attraverso pacchetti di esportazione tecnologica, unito al fatto che gli USA detengono circa tre quarti della capacità globale di supercalcolo, conferma una leadership quasi indiscussa. Il divario con l’Europa è netto, come sottolinea l’European Council of Foreign Affairs. Mentre negli Stati Uniti il settore è trainato da giganti come Anthropic, Google, OpenAI e xAI, l’UE fatica a trovare il proprio passo. Ed è proprio per questo che provvedimenti come l’Eu Data Act, in vigore da domani, sono di importanza strategica.

L’Europa in rincorsa

Nonostante l’adozione dell’AI Continent Action Plan e l’annuncio di un’iniziativa da 20 miliardi di euro per gigafabbriche di IA, l’Europa riesce a coprire a malapena il 2% della capacità mondiale di calcolo. Anche sul fronte dei modelli di frontiera i risultati sono modesti: la start-up francese Mistral è l’unica sviluppatrice europea, con una valutazione prevista di 10 miliardi di dollari, a fronte dei 500 miliardi di OpenAI. Inoltre, Mistral dipende ancora dai chip americani, rendendosi vulnerabile alle mosse della politica commerciale statunitense.

Le leve strategiche dell’UE

Secondo il think tank, per costruire una politica estera efficace sull’IA, l’Europa deve quindi seguire un approccio duale:

  1. Individuare e rafforzare gli asset strategici indispensabili nella catena globale del valore dell’IA.
  2. Usare questi asset come leva per ottenere accesso a risorse chiave o vantaggi economici e di sicurezza.

Al momento, il principale punto di forza europeo riguarda la produzione di apparecchiature per semiconduttori, oggi minacciata dall’imposizione di nuovi dazi. La società olandese ASML controlla il 79% della litografia mondiale, tecnologia chiave per i chip avanzati. Le restrizioni all’export delle sue macchine hanno già rallentato il progresso cinese, evidenziando quanto questo asset sia cruciale per l’IA globale.

Con l’Eu Data Act si apre una nuova era

Ma i chip non bastano. Un altro terreno strategico è rappresentato dai dati industriali e settoriali, argomento chiave per la geopolitica dell’innovazione. Con l’applicabilità, da domani, dellEU Data Act e l’entrata in vigore dell’iniziativa Common European Data Spaces, l’Europa potrà infatti facilitare la condivisione di dati in sanità, manifattura, energia e finanza, creando nuove leve strategiche per applicazioni verticali dell’IA, come drug discovery, agricoltura intelligente e mobilità automatizzata.

Infine, la manifattura industriale resta un punto di forza europeo. Paesi come Germania, Francia e Italia vantano un settore manifatturiero più rilevante sul PIL rispetto agli USA, con surplus commerciali trainati da auto, macchinari e prodotti chimici. Con l’IA destinata ad aumentare la domanda di nuovi prodotti, la capacità produttiva europea può trasformarsi in un asset indispensabile nella catena globale dell’IA.

Amplificare e proteggere

L’UE può sfruttare questi asset per rafforzare la propria politica estera sull’IA, amplificando gli obiettivi dell’AI Continent Action Plan. Ad esempio, l’export di tecnologie litografiche potrebbe essere vincolato a accesso a capacità di calcolo o alla collaborazione nello sviluppo di modelli avanzati, proteggendo al contempo l’economia europea dall’automazione extra-UE. La capacità manifatturiera può essere condizionata a benefici di sicurezza o all’accesso a modelli IA di frontiera, scoraggiando l’ingresso nel mercato europeo di versioni “depotenziate”.

Una politica estera europea efficace richiederà però consenso tra gli Stati membri, sia sugli strumenti da usare sia sulle condizioni in cui applicarli, soprattutto considerando il rischio di restrizioni americane su chip avanzati, come già avvenuto nel gennaio 2025.

Oltre la politica interna

In un mondo in cui Stati Uniti e Cina puntano alla supremazia globale dell’IA, una politica estera europea non è più un lusso, ma una necessità. L’UE deve andare oltre le riforme interne e utilizzare i propri asset strategici per proteggersi dalla “weaponization” degli input critici dell’IA, trasformando la vulnerabilità in potere negoziale e assicurandosi un ruolo rilevante nel nuovo ordine tecnologico globale.

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