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‘Perché la blockchain è occasione di nuovi business per l’Italia’. Intervista a Massimo Chiriatti

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Massimo Chiriatti, coautore del manifesto 'Italia-Blockchain': 'La blockchain può essere vista come una piattaforma che abilita nuovi business model a vantaggio di tutto il sistema Paese. Dall'lndustria 4.0 alla protezione del cibo made in Italy fino alla lotta alla pirateria'.

La blockchain si sta ben presto affermando a livello internazionale e anche a livello europeo “perché ci consente di: fare meglio quello che si faceva prima, risparmiare e fare nuovi business”, ci ha detto il tecnologo Massimo Chiriatti, che, insieme a Marco Bentivogli, il segretario generale della Fim – il sindacato dei Metalmeccanici Cisl, ha scritto il manifesto Italia-Blockchain – Così la blockchain aumenta l’umanità del lavoro  – pubblicato sul Sole24Ore.

Key4biz. In che modo la blockchain può migliorare l’occupazione in Italia ed essere anche applicata in modo vantaggioso nell’Industria 4.0?

Massimo Chiriatti. L’occupazione può aumentare con gli investimenti e con l’innovazione. Se non investiamo nell’ICT con le sue occupazioni ad alto valore aggiunto, a stipendi più alti della media, rischiamo di isolarci nel contesto internazionale e di non avere un’infrastruttura abilitante per i futuri processi d’innovazione.
Questi non sono vantaggi a uso esclusivo delle persone che lavorano nell’ICT o solo per una famiglia d’imprese, perché la blockchain può essere vista come una piattaforma che abilita nuovi business model a vantaggio di tutto il sistema Paese.

Un progetto blockchain è molto più innovazione del business model che uso della nuova tecnologia. Il problema è come far sviluppare un modello di business basato su quel registro in un modo economicamente sostenibile, non controllabile, adatto all’ecosistema. Se ci riusciremo, così come per l’industria 4.0, l’occupazione godrà di sicuri benefici.

Key4biz. In generale a che punto è lo sviluppo e l’impiego della blockchain nel nostro Paese?

Massimo Chiriatti. Si nota una grande richiesta di approfondimento e molte sperimentazioni sono già avviate in diverse industrie, prima di tutte quella finanziaria. Tra i progetti globali ci sono iniziative di innovazione nella logistica che coinvolgono enti doganali, porti e autorità sanitarie, al fine di rendere più efficiente il trasporto dei container marittimi. Poi ci sono scuole e università che lavorano per autenticare i titoli e i certificati accademici.

Inoltre ci sono progetti sulla filiera alimentare a protezione del Made in Italy.

Key4biz. Come spiegherebbe la blockchain in parole semplici, per esempio con una metafora?

Massimo Chiriatti. Ci sono tante definizioni, personalmente propongo la seguente: è una registrazione permanente del consenso che una rete ha raggiunto sullo stato di una risorsa.

La metafora è tutta improntata sulla fiducia.

Il commercio non può esistere senza fiducia, ed è difficile fidarsi degli sconosciuti. Poiché la società scala oltre la capacità e la fiducia degli individui in un dato luogo fisico, dobbiamo pensare ad altri modi per aumentare la prosperità.

La transizione alla vita online-centrica significa ripensare il modus operandi del denaro e della sicurezza degli scambi. Nuovi mezzi di scambio e nuove piattaforme possono sostituire la fiducia umana richiesta dalla prossimità fisica con la fiducia matematica nel funzionamento della piattaforma.

In conclusione, ognuno può leggere la blockchain, ma solo insieme possiamo scriverla.

Key4biz. Perché la blockchain si è ben presto affermata a livello internazionale e anche a livello europeo come una tecnologia abilitante per una molteplicità di servizi, sia pubblici sia privati

Massimo Chiriatti. In breve, piace perché possiamo cogliere l’opportunità di:

  • Fare meglio quello che si faceva prima.
  • Risparmiare.
  • Fare nuovi business.

Ma dobbiamo studiarne le caratteristiche base per avere questa forma di notarizzazione dello stato di una risorsa. Pertanto, si deve prestare attenzione al concetto di consenso decentralizzato che una rete di partecipanti decide di registrare permanentemente.

Con la blockchain il registro del consenso si rende pubblico, per esempio fuori dal perimetro aziendale, per transare in sicurezza con più soggetti senza intermediari. Dato che all’interno dell’azienda il meccanismo di coordinamento è la gerarchia, non è possibile “esportare la gerarchia” in una rete tra partner quando impieghiamo una blockchain.

Questa tecnologia è un’opzione a nostra disposizione. Elimina problemi (trasparenza, risolve dispute velocemente, abilita agli smart contract, etc.), ma introduce nuove sfide (legali/fiscali, governance del potere e cessione del potere da parte dell’uomo).

Key4biz. Il 12 settembre il Parlamento Ue si esprimerà sulla nuova proposta di riforma del copyright. La blockchain può aiutare anche a combattere la pirateria?

Massimo Chiriatti. Tra gli sviluppi di maggiore interesse della blockchain v’è quello di assicurare il trasferimento della proprietà, nelle differenti forme in cui essa si declina, in una maniera tale che tutto il mondo conosca che un certo contratto si è concluso e che un determinato accordo ha avuto luogo. Da ora in poi c’è un registro pubblico che può certificare in maniera assoluta e opponibile (che può essere fatto valere) le transazioni nei confronti di tutti, in quanto “parla” un linguaggio universale che può essere compreso ovunque.

Poi c’è da dire che gli attuali dibattiti sul merito o sui rischi di blockchain e criptovalute spesso riecheggiano anche queste prospettive. Alcuni sostengono che ci cambieranno, o addirittura salveranno il mondo. Altri sostengono che faranno collassare la base economica delle nazioni. Più semplicemente occorre una governance, per trarre tutti i possibili benefici, minimizzare i rischi e soprattutto evitarne l’utilizzo quando è molto più conveniente un sistema standard.

Il progresso, in ogni caso e per definizione, non si può arrestare e giova a tutti cercare di comprendere meglio un fenomeno, quello della blockchain, che pare destinato ad irrompere nella vita di ciascuno di noi. Conviene tenersi al corrente sull’argomento. Nessuno può considerarsi sufficientemente anziano, o protetto da una casta, supposta o reale, per sperare che non lo riguardi.

Key4biz. Che “fine” hanno fatto i bitcoin?

Massimo Chiriatti. Da circa dieci anni i media ripetono che è arrivata la fine dei bitcoin o delle altre criptovalute. Bitcoin sembra antifragile, più lo attaccano e più si rafforza. E continuano ad aumentare di numero anche delle “stable coin” e dei token, alla data siamo arrivati a 1.900 rappresentazioni digitali del valore. Tutti questi valori, che possono anche rappresentare beni fisici, hanno bisogno senza dubbio di un registro.
Queste nascenti tecnologie polarizzano i fronti: tra chi le arruola per la propria agenda politica di anarchia o per fini illeciti; e la larghissima maggioranza delle persone che invece ne intravede nuove possibilità. Con il rischio di scatenare un approccio normativo che sarà sia inconcludente per bloccare i primi, sia abnorme e con controlli ex ante per tutti coloro che voglio scambiare liberamente informazioni e valori.

In tutti i casi, per il futuro il software sarà un asset fondamentale del nuovo sistema monetario, uno strumento essenziale per supportare i processi strategici, organizzativi, operativi di erogazione dei servizi finanziari.