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Per Sam Altman Google è il passato di internet

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Durante la presentazione di lancio di Atlas, Altman ha lanciato un messaggio chiaro: il modo in cui navighiamo online sta per cambiare, e Google appartiene al passato.

Durante la presentazione di lancio di Atlas, il browser web di OpenAI, Sam Altman, CEO e fondatore dell’azienda, non si è limitato a presentare un nuovo prodotto. Ha tracciato la linea di confine tra il passato e il futuro del web. E nel suo discorso, il “vecchio internet” coincide con un nome preciso: Google.

 “Pensiamo che l’AI rappresenti una rara opportunità, che si presenta solo una volta ogni decennio, per ripensare cos’è e cosa può essere un browser,” ha detto Altman. “Allo stesso modo in cui, per il vecchio internet, la barra degli indirizzi e la casella di ricerca erano un punto di riferimento, oggi stiamo iniziando a vedere che l’esperienza di chat e il browser web possono diventare un nuovo paradigma.”

Atlas, la sfida diretta a Google Chrome

Il progetto del browser di OpenAI circolava da mesi nella Silicon Valley, ma ora la sfida è ufficiale. Chrome, oggi il browser più usato al mondo, rischia di essere scavalcato da un prodotto integrato direttamente con ChatGPT, che conta già 800 milioni di utenti settimanali.

Se anche solo una parte di questi migrasse verso Atlas, Google perderebbe un bacino strategico di dati e traffico. E con il recente divieto del Dipartimento di Giustizia USA di stipulare accordi di esclusività sulla ricerca, la sua posizione nel mercato pubblicitario diventerebbe ancora più fragile.

La ricerca diventa conversazione

Durante la presentazione, il responsabile tecnico di Atlas, Ben Goodger — già tra gli artefici di Firefox e Chrome — ha descritto il nuovo modello come una vera “rivoluzione”.

“Questo nuovo modello di ricerca è davvero potente,” ha spiegato. “È un’esperienza multi-turno: puoi dialogare con i tuoi risultati, invece di essere semplicemente reindirizzato a una pagina web.”

L’AI non aggiunge più un riquadro ai risultati, come fa Google, ma cambia il modo stesso in cui si interagisce con le informazioni. È una ricerca dinamica e contestuale, costruita su dialoghi continui. Se il pubblico la adotterà, sarà difficile per Google replicarla in tempi brevi.

Pubblicità e dati: il nuovo terreno di scontro tra OpenAI e Google

Per ora OpenAI non inserisce pubblicità nei suoi prodotti, ma la prospettiva di farlo è sempre più concreta. Con Atlas, ChatGPT potrà raccogliere dati contestuali direttamente dal browser, un livello di accesso mai visto prima. In pratica, potrà “vedere” ciò che l’utente sta digitando o leggendo, un patrimonio informativo enorme per il targeting pubblicitario.

Un cambio di rotta anche nel modello di business

Atlas non è solo un esperimento tecnologico: è un segnale di come OpenAI stia spostando il focus da visioni futuristiche sull’AGI a strategie di crescita commerciale. Gli analisti parlano della “questione da 300 miliardi di dollari”: i ricavi di OpenAI potranno mai compensare gli investimenti colossali in infrastrutture e data center?

Se la risposta è sì, Atlas potrebbe essere il primo tassello concreto di quella sostenibilità economica.

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