Donne e digital

People&Tech. Per il divario di genere nel digitale ci vuole più informazione

di Isabella Corradini - psicologa sociale, Presidente Centro Ricerche Themis |

E' una realtà ancora molto diffusa nel mondo aziendale, dal momento che le donne sono ancora scarsamente rappresentate nei ruoli tecnico-scientifici, tale divario si riflette anche nella scelta dei percorsi di studio dove permane un forte orientamento delle ragazze verso le lauree in discipline umanistiche (circa il 60%).

People&Tech, la rubrica settimanale a cura di Isabella Corradini, psicologa sociale e Presidente Centro Ricerche Themis, propone riflessioni su aspetti umani e sociali nell’epoca digitale. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il tema dell’innovazione digitale è sempre più attuale dal momento che caratterizza in misura sempre maggiore le professioni del futuro, determinando di conseguenza l’importanza per le giovani generazioni di scegliere percorsi di studio atti a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro.

Secondo l’indagine “Donne e digital transformation: binomio vincente”, condotta da NetConsulting Cube per conto di CA Technologies, sarebbero otto le professioni in grado di garantire le migliori opportunità di lavoro in tutti i settori di mercato: Data Protection OfficerDigital Information OfficerCyber Security ExpertBig Data EngineerMobile Application DeveloperData ScientistEsperto in Metodologie Agile e Internet of Things Expert.

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La ricerca, condotta a febbraio e presentata l’8 marzo a Milano in un evento organizzato da CA Technologies e Fondazione Sodalitas, aveva l’obiettivo di comprendere la situazione nelle aziende italiane rispetto al divario di genere che caratterizza le professioni e i ruoli delle aree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Per avere il punto di vista sia aziendale che del mondo scolastico, sono stati intervistati 120 soggetti aziendali, Responsabili di Risorse Umane e Direttori Sistemi Informativi (CIO) di 60 aziende italiane, nonché un campione di 225 studenti provenienti da Istituti tecnici e professionali e da Licei.

Se il divario di genere risulta ancora una realtà diffusa nel mondo aziendale, dal momento che le donne sono ancora scarsamente rappresentate nei ruoli tecnico-scientifici (il 13% di tutti gli addetti che ricoprono questi ruoli), tale divario si riflette anche nella scelta dei percorsi di studio. Dall’analisi dei risultati e delle propensioni dichiarate da studenti e studentesse, permane infatti un forte orientamento delle ragazze verso le lauree in discipline umanistiche (circa il 60%), nei confronti delle quali si sentono più confidenti.

C’è comunque fiducia, a prescindere dal genere, nelle opportunità professionali offerte dal settore Tecnologico /Hig Tech, dal momento che il 95% del campione totale degli studenti ritiene che le competenze digitali siano fondamentali nella ricerca del futuro impiego.

Un risultato di interesse riguarda il livello di conoscenza degli strumenti di produttività individuale (es. Posta Elettronica, Fogli di calcolo, etc.) e di quelli attinenti alla programmazione. Mentre il divario di conoscenza è molto limitato rispetto agli strumenti di produttività, emerge la differenza di conoscenza degli strumenti di coding di base (50% degli studenti e 26% delle studentesse).

I risultati dell’indagine sottolineano come sia necessario promuovere maggiori attività di informazione, sia da parte delle scuole che delle aziende, per consentire ai giovani di guardare a nuovi orizzonti e avere un’ampia visibilità sugli sbocchi professionali che la tecnologia può offrire loro in ogni settore”, ha dichiarato Michele Lamartina, Amministratore Delegato di CA Technologies nel corso dell’evento di presentazione.

Coerente con l’attività di diffusione della cultura digitale necessaria alle professioni del futuro è quanto sta facendo il progetto Programma il Futuro l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) realizzata dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, che ha l’obiettivo di fornire alle scuole una serie di strumenti, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti base dell’informatica.

L’educazione sugli aspetti culturali dell’informatica è centrale nel progetto: l’obiettivo, infatti, non è quello far diventare gli studenti dei programmatori informatici, ma diffondere le conoscenze scientifiche di base per far comprendere la società moderna e coglierne le opportunità.

Il progetto coinvolge tutte le scuole di ogni ordine e grado. Alcuni dati dell’ultimo monitoraggio realizzato dal Centro Ricerche Themis – e che sarà oggetto di un prossimo approfondimento – evidenziano che tra settembre 2016 e gennaio 2017 la partecipazione al progetto è stata di circa 78mila classi, oltre 23mila insegnanti e più di 5.400 scuole, per un totale di più di 1.300.000 studenti.

Programma il Futuro guarda alla formazione base ma anche al futuro degli studenti, suggerendo alle scuole secondarie superiori di seguire il corso Princìpi dell’Informatica di Code.org (in inglese Computer Science Principles), organizzato su sei unità di studio, di cui l’ultima dedicata ad attività progettuale di preparazione all’esame finale.

Negli Stati Uniti il corso è riconosciuto come valido per il cosiddetto “Advanced Placement“, cioè per conseguire crediti formativi che vengono riconosciuti allo studente all’inizio della sua carriera universitaria. In Italia il corso può essere di utile impiego nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro, modalità di apprendimento alla quale accedono gli studenti della scuola secondaria superiore che possono usufruire di un’esperienza presso un ente o azienda.