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Pec oltre gli 11 milioni di account in Italia. Obbligatorietà per i professionisti

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Nell’ultimo anno attivate più di un milione di nuove caselle Pec. Nei primi quattro mesi del 2020 inviati oltre 720 milioni di messaggi. In chiave eIDAS servirà in futuro per verificare l’identità del mittente. Professionisti obbligati all’attivazione, pena la sospensione dell’Ordine.

La Posta elettronica certificata o Pec ha raggiunto nel nostro Paese un numero di account pari a 11 milioni e 293 mila, per un totale di 3,1 miliardi circa di messaggi inviati.

Il dato è stato diffuso oggi dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), che ha calcolato in più di un milione le nuove caselle Pec attivate da gennaio 2019 ad oggi.

Da gennaio ed aprile 2020 si sono registrati 247.642 domini e inviati più di 720 milioni di messaggi di Pec.

Importanza della Pec

Uno strumento considerato fondamentale per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, perché “garantisce pieno valore legale alle comunicazioni, al pari di una raccomandata, e consente una trasmissione dei messaggi più semplice, comoda e veloce”.

Un sistema che permette a cittadini, imprese e professionisti e le stesse amministrazioni locali, risparmi di tempo, di costi, di carta, con impatti positivi anche sull’ambiente.

La Pec è prioritaria anche per partecipare sia a gare che a bandi di concorso, per stipulare contratti di qualsiasi genere, per comunicare con le istituzioni.

Ad oggi i cittadini che vogliano aprire una propria casella PEC possono scegliere tra i 19 gestori accreditati da AgID.

Evoluzione Pec

Dal 2008 la Pec è considerato strumento di comunicazione “obbligatorio” per il deposito degli atti nell’ambito del processo civile telematico.

Ora la Pec dovrà conformarsi al Regolamento eIDAS, acronico inglese per electronic IDentification, Authentication and trust Services, che è tradotto come Regolamento europeo per l’identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno.

L’eIDAS sostanzialmente è stato ideato per regolamentare la firma elettronica, i trasferimenti di denaro e altri tipi di transazioni elettroniche nel mercato unico europeo, aumentando contestualmente i livelli di sicurezza e di privacy.

Per questo motivo, l’obiettivo è quello di abilitare questo strumento alla verifica dell’identità del mittente, non solo alla certificazione del canale e della trasmissione del messaggio.

L’obbligatorietà per i professionisti

Nel decreto rilancio c’è un articolo in cui sono inserite novità importanti riguardanti la Pec e il mondo dei professionisti. Nell’articolo 29 del testo approvato in settimana, infatti, si stabilisce che ogni professionista deve comunicare la propria Pec all’Ordine di appartenenza, pena la sospensione.

Una scelta che secondo gli esperti è legata alla trasformazione digitale della PA, soprattutto per migliorare il rapporto tra questa e le imprese, ma anche per fare applicazione ad alcune norme del Codice dell’amministrazione digitale (Cad).

Il Codice contiene delle norme che impongono alle imprese, costituite in forma societaria, la comunicazione del proprio indirizzo Pec al Registro delle imprese. I professionisti iscritti in albi ed elenchi devono effettuare la comunicazione ai rispettivi ordini o collegi.