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Passa la voglia 

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James Hansen

Perlopiù, i nostri lettori appartengono alle generazioni nate nel mezzo secolo dopo la Seconda guerra mondiale, quelle che hanno scoperto il sesso come una sorta di sport, da praticare spesso e per il semplice piacere. Ciò specialmente a partire dagli anni Sessanta, dopo l’avvento della ‘pillola’ anticoncezionale. Bene, ora il vento sta cambiando. Un emergente ‘nuovo puritanesimo’—l’altro lato della medaglia rispetto al più strombazzato moltiplicarsi dei ‘gender’—sta prendendo piede tra le culture anglosassoni e non solo, ma l’ossessione statistica dei paesi anglofoni mette il fenomeno particolarmente in luce.

Il declino generalizzato dell’attività sessuale—inizialmente attribuito all’invecchiamento delle popolazioni—era già stato notato negli Stati Uniti.  Poi, un influente studio del 2016 ha sottolineato come l’aumento della tendenza alla ‘inattività erotica’ fosse più marcato tra i nati negli anni ’80 e ’90 rispetto alle precedenti generazioni. In seguito, dati simili sono emersi riguardo alla Gran Bretagna. In entrambi i casi, gli effetti del calo erano inizialmente mascherati dalla crescita della popolazione, dovuta però alla forte immigrazione.

Posto in questi termini, si tratterebbe più che altro di una questione per gli epidemiologi. Però, con l’ulteriore accelerazione del fenomeno tra i giovani dell’attuale “Generazione Z”—cioè, i nati dopo il 1995—cominciano  a presentarsi anche effetti culturali e relativi ai consumi, ben riassunti nel titolo di un recente lancio dell’Agenzia Bloomberg: We’re raising a generation of prudes. Vale a dire, “Stiamo tirando su una generazione di bacchettoni”.

La “Gen Z”, gli attuali ‘giovani’, non solo fanno sempre meno sesso, ma non vogliono neanche sentirne parlare. Sono nati così i ‘puriteens’— un gioco di parole tra puritans e teenagers—che provano un violento disgusto per la pornografia e redarguiscono i compagni sui social quando usano termini troppo ‘volgari’. La stampa britannica li ha battezzati i “nuovi vittoriani”, un riferimento al lungo regno della Regina Vittoria, caratterizzato da una rigidezza di costume rimasta proverbiale. La questione però non è così semplice. Questi stessi giovani risultano invece—sempre secondo ricerche—piuttosto ‘flessibili’ riguardo alle dibattute questioni di gender. Forse oltre a un giudizio morale, ciò è piuttosto un’indicazione di noncuranza, visto che sono tendenzialmente meno ‘operativi’…

Comunque sia, c’è un’altra possibile lettura, del tipo: ‘Fà un po’ come vuoi, ma non venirmelo a raccontare…’ Sì, perché emerge anche un’obiezione generazionale alle ‘sconcezze’ in senso lato. C’è sempre nelle evoluzioni sociali una sorta di ‘pendolo’ che si muove tra estremi opposti. Forse, avendo la società di massa toccato un punto estremo da una parte, non ci è rimasto che iniziare il lento processo di oscillazione verso la parte opposta…

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