La ricorrenza

Pasquale Stanzione: ’25 anni di privacy al servizio dell’uomo’

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Il Garante: 'Presidio per i vulnerabili in funzione antidiscriminatoria'. Cerrina Feroni: 'Privacy chiave lettura diritti fondamentali'.

“In questi 25 anni il Garante ha conosciuto la trasformazione della privacy”, che deve essere sempre “in costante bilanciamento tra esigenze globali e collettive.

Non è mai un diritto tiranno, è baricentro tra privato e pubblico, tra personale e politico”.

Lo ha detto il Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, aprendo l’incontro per la presentazione del libro “25 anni di privacy in Italia”, realizzato in collaborazione con l’ANSA per i 25 anni dell’Autorità.

 “La privacy è al servizio dell’uomo in una visione antropocentrica dell’innovazione – ha aggiunto -. La raccolta irrefrenabile dei dati conduce a un non auspicato processo di monetizzazione della privacy”. Stanzione ha sottolineato la necessità di una “sinergia tra libertà, uguaglianza e dignità”. “Proprio la protezione dei dati è un presidio per le persone vulnerabili in funzione antidiscriminatoria – ha proseguito -. E’ il presupposto per una società della dignità, proiezione verso un umanesimo digitale”.

Feroni: ‘Privacy chiave lettura diritti fondamentali’ 

“Mi sono resa conto in questo anno e mezzo quanto la privacy non sia solo un diritto ma forse una chiave di lettura dei diritti fondamentali e del potere in un passaggio come quello che stiamo vivendo a una società digitale”. Lo dice Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, nell’incontro in corso a Roma dedicato alla presentazione del volume 25 anni di Privacy in Italia. Dalla distanza di cortesia all’algoritmo”. “L’attività del Garante è a presidio di questi diritti ma anche di un corretto modo di approcciarsi nei confronti dei cittadini” aggiunge. 

Macina: ‘Garante ‘cerniera’ fra l’io e il noi’ 

In questi anni “ci siamo confrontati con l’emergere di un diritto fondamentale, quello alla riservatezza dei propri dati personali, una sfida ancora da vincere ma che è stata raccolta e che consiste anche nel prendere coscienza del valore dei nostri dati”. Lo dice Anna Macina, Sottosegretaria di Stato al Ministero della Giustizia, nell’incontro in corso a Roma dedicato alla presentazione de volume 25 anni di Privacy in Italia. Dalla distanza di cortesia all’algoritmo”. “Sono fiduciosa che questa consapevolezza crescerà ancora nel tempo – aggiunge -. Ancora non si è capito il pieno valore della tutela privacy e di come questa sia anche a garanzia dei più fragili e i più deboli, di tutte le categorie di persone che non hanno pieno accesso agli strumenti della rete”. La sfida “è costruire perimetri di tutela ed il ruolo del Garante in questo è cruciale. Sappiamo che è un terreno sul quale si devono bilanciare diritti concorrenti. Anche durante la pandemia nell’attività di governo abbiamo dovuto bilanciare i diritti individuali e quelli della collettività”. In questo “io vedo il ruolo dell’autorità come una cerniera che in qualche modo tiene insieme l’io e il noi, i diritti dei singoli e della collettività. E in un momento “nel quale l’emergenza, prima della pandemia e poi della guerra, rischia di far retrocedere i diritti dei singoli, è ancora più necessario che l’autorità ne tuteli i livelli di garanzia”. 

In un quarto di secolo la privacy da diritto borghese è diventata una conquista di tutti, a sostegno della libertà e della democrazia. E’ il bilancio che traccia il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Pasquale Stanzione, in un’intervista con l’ANSA rilasciata alla vigilia della presentazione del libro fotografico “25 anni di Privacy in Italia. Dalla distanza di cortesia all’algoritmo”. Il volume, realizzato in collaborazione con l’agenzia, ripercorre i mandati che si sono succeduti dal 1997 è stato presentato oggi a Roma, presso la Camera di Commercio – Tempio di Adriano. All’evento partecipano la ministra Elena Bonetti, la sottosegretaria Anna Macina; il presidente Gpdp, Pasquale Stanzione; il presidente e il direttore dell’ANSA, Giulio Anselmi e Luigi Contu.