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Panetta (Bce): “L’inflazione dei prodotti energetici è al 42%”

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Inflazione da contenere per continuare a crescere e portare a termine la transizione, l’intervento di Panetta

La BCE è impegnata in un processo di normalizzazione della politica monetaria, al fine di mantenere ancorate le aspettative di inflazione e di ricondurre la dinamica dei prezzi al 2% nel medio termine. Ma non possiamo ignorare l’entità delle sfide che dobbiamo affrontare”, ha dichiarato ieri Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Bce).

Attualmente, ha precisato Panetta nel suo intervento alla ECB Money Market Conference, i rischi maggiori sono riconducibili principalmente ai rincari dell’energia e al loro impatto sui prezzi degli altri prodotti: “L’inflazione dei prodotti energetici, oggi intorno al 42 per cento, nell’ultimo anno e mezzo ha fornito il contribuito principale all’inflazione complessiva. I costi crescenti dell’energia hanno contribuito in misura significativa all’elevata inflazione dei beni alimentari. Essi hanno alimentato la dinamica dei prezzi al consumo anche in via indiretta, come fattore di costo nella produzione dei prezzi dei beni alimentari e dei servizi. Gravando sul saldo di parte corrente della bilancia commerciale e sulle prospettive di crescita, il rincaro dell’energia ha contribuito al deprezzamento dell’euro, accentuando anche per questa via le tensioni inflazionistiche”.

Un dato confermato indirettamente anche nelle stime preliminari per il mese di ottobre diffuse dall’Istat: “La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +73,2%) sia regolamentati (da +47,7% a +62,1%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,5%)”.

Abbassare i prezzi delle materie prime energetiche

Il membro italiano del Comitato esecutivo della Bce sottolinea la centralità sia degli interventi della Commissione europea, sia a livello di singoli Paesi, perché raggiungere gli obiettivi di stoccaggio di novembre (siamo al 95% circa), ridurre la domanda di gas, cercare fornitori alternativi a Mosca e colpire gli extraprofitti, sono mosse che poi portano risultati concreti a famiglie e imprese.

Entro la fine del mese in Europa dovrebbero anche partire gli acquisti comuni di stock energetici, volti proprio a contenere l’aumento del prezzo del gas, ha spiegato oggi a France 2 il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton.

I provvedimenti adottati di recente a livello europeo per reperire alternative al gas russo, ridurre la domanda di gas e ricostituirne le scorte stanno presumibilmente contribuendo in modo significativo a ridurre il prezzo del gas. Inoltre – ha precisato Panetta – le iniziative congiunte europee, gli acquisti comuni e la ridistribuzione degli extraprofitti del settore energetico possono attenuare gli effetti delle interruzioni delle forniture sui prezzi dell’energia. Allo stesso tempo, le politiche in campo energetico dovrebbero preservare gli incentivi derivanti dall’evoluzione dei prezzi e favorire l’efficienza energetica”.

Gli investimenti necessari per ridurre gli effetti dell’inflazione e degli schock energetici

La politica fiscale, secondo la Bce, deve prima di tutto favorire la crescita economica, quindi salvaguardare la concorrenza delle imprese e mirare in primo luogo ad attutire l’impatto della crisi energetica sulle famiglie più deboli e sulle imprese più fragili e maggiormente esposte, senza ostacolare la necessaria riduzione della domanda di energia ed evitando di alimentare le pressioni inflazionistiche.

Al di là dei necessari interventi mirati di breve periodo, le politiche di bilancio dovranno porre enfasi sugli investimenti necessari per rendere l’economia europea meno vulnerabile a shock di offerta, rafforzando la sua autonomia strategica e stimolando il suo potenziale di crescita. A tal fine, possiamo trarre ispirazione dallo strumento Next Generation EU (NGEU), spingendoci oltre la semplice riallocazione delle risorse disponibili per il finanziamento di Repower EU, rendendo disponibili i mezzi finanziari richiesti per finanziare i maggiori investimenti che sono oggi necessari e per effettuare le inderogabili riforme”, ha aggiunto Panetta.

Lagarde (Bce): “Transizione energetica avrà impatti sui mercati e sulle relazioni con i nostri vicini”

Nelle stesse ore, intervenendo alla conferenza “Sustainability and Money: Shaping the Economy of the Future” della banca centrale della Lettonia, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato: “La transizione energetica cambierà per molto tempo le relazioni che abbiamo con i nostri vicini, avrà impatti sul mercato e sulle catene di fornitura”,

Secondo Lagarde, infatti, le pressioni sui prezzi deriveranno dai “costi di transizione, dalla limitazione delle supply chain, da una maggiore dipendenza su quello che possiamo produrre e su partner affidabili”.

Serviranno investimenti critici, ha sottolineato Lagarde, ricordando che “le attuali modifiche dello scenario internazionale, causate da fattori in gioco da molto tempo, sono state amplificate dall’orribile, inaccettabile e ingiustificabile aggressione e dalla guerra condotte dalla Russia sull’Ucraina”.

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