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PAdigitale. Roma Capitale ‘laboratorio’ del software libero

codice

Sempre più amministrazioni, dalla provincia autonoma di Trento al Ministero della difesa, scelgono oggi di seguire anche nel nostro paese la via del software libero, che garantisce agli utilizzatori l’accesso diretto al codice sorgente.

In questo modo anche le pubbliche amministrazioni possono finalmente divenire indipendenti dal fornitore e studiare, sviluppare e ampliare autonomamente, in base alle proprie specifiche esigenze, i software in utilizzo. Per questa ragione il ricorso al software libero può rappresentare non solo un notevole risparmio in termini economici ma anche l’opportunità concreta di innovare in termini finalmente competitivi e migliorare progressivamente la qualità dei servizi offerti ai cittadini, in termini di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa.

Per queste ragioni il codice dell’amministrazione digitale, ai sensi dell’articolo 68 del D.Lgs. n. 82/2005 e s.m.i. invita tutte le Pubbliche Amministrazioni ad utilizzarlo prioritariamente, consentendo l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilità di accedere a soluzioni di software libero o già sviluppate da altre amministrazioni disponibili ad un costo inferiore. Analisi comparativa per la quale l’Agenzia Italiana per il digitale ha emesso specifiche Linee Guida, attraverso la circolare n. 63/2013.

In prospettiva, con i suoi oltre 24.000 dipendenti Roma Capitale, potrebbe diventare un laboratorio di straordinaria rilevanza per la realizzazione e l’implementazione di software per le pubbliche amministrazioni. In questo quadro normativo e politico si inserisce la Deliberazione n. 55 approvata dalla Giunta di Roma Capitale in data 14 Ottobre 2016 avente per oggetto “Impegno all’uso di software libero o a codice sorgente aperto nell’Amministrazione Capitolina”.

Con la delibera Roma Capitale,  assume ogni “impegno utile per favorire il pluralismo informatico e la diffusione del software libero nell’Amministrazione Capitolina quale strumento per una maggiore efficienza, trasparenza e indipendenza nell’esercizio delle proprie funzioni”– La Delibera della Giunta riprende un chiaro indirizzo politico, già espresso durante la precedente amministrazione quando l’Assemblea Capitolina ha già approvato all’unanimità una mozione per promuovere il ricorso al software libero (Mozione n. 41 del 6 marzo 2014).

In particolare la Delibera approvata dalla Giunta Capitolina impegna l’amministrazione di Roma Capitale a:

  1. ricorrere ai sensi della normativa vigente all’uso di software libero o a codice sorgente aperto promuovendo e sostenendo l’adozione di formati e protocolli aperti in ogni ambito;
  2. coinvolgere, a titolo gratuito, le realtà esperte di software libero per agevolare la migrazione verso tale tipologia di software e svolgere iniziative mirate alla formazione del personale dipendente;
  3. promuovere, anche in via sperimentale, software liberi e/o aperti, con caratteristiche compatibili con le esigenze dell’Amministrazione Capitolina;
  4. incaricare il Dipartimento Innovazione Tecnologica della stesura, entro sei mesi dalla data di esecutività della Delibera, di “una nuova proposta regolamentare, concernente la definizione degli standard architetturali e tecnologici del sistema informativo capitolino e della rete di telecomunicazione, che vada a sostituire la disciplina in materia, recata dalla deliberazione n. 3895, adottata dalla Giunta Comunale in data 26 settembre 1997”;
  5. incaricare, infine, “il Dipartimento Innovazione Tecnologica di procedere, entro sei mesi dalla data di esecutività della presente deliberazione, e con la collaborazione delle altre strutture capitoline, ad una ricognizione ed analisi delle spese sostenute dall’Amministrazione Capitolina nell’ultimo quinquennio per l’acquisizione e/o il rinnovo periodico delle licenze di software di tipo proprietario, al fine di valutare anche l’entità delle economie realizzabili attraverso l’adozione del software libero, senza sacrificare le funzionalità attualmente in uso, definendo, altresì, la roadmap degli interventi ed i collegati costi/benefici”.

La Delibera ribadisce quindi un indirizzo politico netto, che gode di un sostegno trasversale, mirando a consolidare e ampliare le prime esperienze avviate anche a Roma, come la migrazione del sistema di posta elettronica verso la suite denominata Zimbra e l’attivazione in corso, su circa 1000 pc portatili, del software LibreOffice.

Al termine della ricognizione di sei mesi che sarà effettuata dal Dipartimento dell’Innovazione Tecnologica, sapremo quali risparmi effettivi questa scelta potrà consentire alle casse comunali.

In un’ottica più ampia l’auspicio è che il nuovo regolamento per la “definizione degli standard architetturali e tecnologici del sistema informativo capitolino e della rete di telecomunicazione” previsto dalla Delibera n. 55/2016 possa offrire finalmente l’occasione di realizzare in concreto non solo quanto previsto dall’art. 68 del D.lgs. n. 82/2005 e s.m.i. ma per procedere ad un effettivo ripensamento dell’intero sistema nello spirito di quanto da sempre previsto dai principi cardini del Codice dell’amministrazione digitale.

di Andrea Casu, autore del recente volume “Fare meglio con meno. Nudge per l’amministrazione digitale”, (Franco Angeli, 2015)

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