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Pachiderma Agcom? Francesco Posteraro replica a Prima Comunicazione

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Caro Direttore,

sull’ultimo numero di Prima Comunicazione è apparso un articolo dal titolo “Pachiderma Agcom” a firma di Assunta De Maria, nel quale sono contenute affermazioni false e dal carattere diffamatorio nei miei confronti. In attesa di ottenere dai responsabili, nelle competenti sedi giudiziarie, il ristoro per la lesione dei miei diritti, chiedo l’ospitalità della testata da Lei autorevolmente diretta per ristabilire la verità dei fatti.

L’autrice dell’articolo attribuisce la mia nomina in Agcom a “gentile concessione” o a “un atto di generosità di natura personale” di questo o quell’esponente politico. In tal modo dimostra di ignorare che vi sono servitori dello Stato, come il sottoscritto, i quali hanno dedicato la loro vita alle Istituzioni, profondendo impegno e passione senza nessuna forma di dipendenza dalle forze politiche o di legame con esse. Sono entrato nell’Amministrazione della Camera dei Deputati per pubblico concorso nel 1979 e, chiamato nel tempo a ricoprire incarichi di grande responsabilità, ho collaborato con Presidenti di diverso orientamento politico – Giorgio NapolitanoLuciano ViolantePier Ferdinando Casini, Fausto BertinottiGianfranco Fini – i quali mi hanno onorato, tutti, della loro stima.

Non ho mai ricevuto nulla “per gentile concessione”, come scrive la signora De Maria con sarcasmo del tutto fuori luogo. Le gratificazioni che sono orgoglioso di aver avuto nel corso della mia lunga carriera sono frutto di meriti acquisiti sul campo. Questo è avvenuto anche per l’attività che ho svolto in Agcom. Mi limito a citare i significativi riconoscimenti che mi sono stati tributati da tutti gli operatori del settore per il mio forte impegno a tutela del diritto d’autore online. E ricordo che il regolamento adottato dall’Autorità nel dicembre 2013 – del quale sono stato relatore e i cui contenuti ho illustrato e difeso in numerosissime occasioni pubbliche – è divenuto da tempo una best practice a livello internazionale.

L’articolista fa poi riferimento in termini pesantemente allusivi al fatto – definito “poco comprensibile” – che percepisco sia l’indennità dell’Agcom che la pensione della Camera dei Deputati. Evidentemente ignora – o finge di ignorare – che al momento della mia nomina, nel 2012, non era ancora in vigore il divieto di cumulo, introdotto solo successivamente dall’art. 1, comma 489, della legge di stabilità 2014, che ha fatto salvi i contratti e gli incarichi già in essere.

Tralascio poi l’accenno a un uso eccessivo in Autorità delle auto di servizio, se non per segnalare, solo per incidens, che ho sempre usato la mia automobile per gli spostamenti tra l’abitazione e il posto di lavoro. 

Mi preme invece rimarcare la palese infondatezza delle asserzioni relative a un presunto rallentamento dell’attività dell’Agcom. L’articolo attribuisce a “inazione patologica” e a “paralisi decisionale” la mancata proroga del contratto in scadenza dell’ex Segretario generale dottor Riccardo Capecchi, cui sembra voler connettere presunte ripercussioni negative sul funzionamento della macchina amministrativa.

L’efficacia dell’azione amministrativa è un tema che mi sta particolarmente a cuore in virtù della mia precedente esperienza professionale. Ritengo pertanto doveroso dare atto all’apparato amministrativo dell’Autorità, guidato da una dirigenza di elevato livello, di aver fornito in questi ultimi mesi una prova di notevole efficienza, consentendo tra l’altro all’Agcom di mettere in atto con prontezza una serie di iniziative volte a contribuire, nell’ambito delle sue funzioni, a fare fronte allo stato di emergenza. Quanto, infine, ai profili di carattere finanziario, ai quali pure si fa riferimento nell’articolo, faccio presente che l’uscita del dottor Riccardo Capecchi – da quanto risulta dal curriculum mai titolare di incarichi ottenuti per concorso pubblico, sia detto anche questo per incidens – comporta per l’Autorità un risparmio pari a circa 350 mila euro annui, tra retribuzione e oneri riflessi.

L’Agcom, insomma, è tutt’altro che un “pachiderma”. Al contrario, ha dimostrato di essere un’Istituzione capace di rispondere con tempestività, professionalità e competenza alle difficili sfide che le vengono proposte dall’evoluzione incessante della tecnologia e dal mutamento degli assetti di mercato.

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