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PA digitale, siti e social non bastano. Interazione con i cittadini al palo

Internet sta cambiando notevolmente la comunicazione fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Ascolto, dialogo e monitoraggio attraverso il web stanno diventando sempre di più i pilastri della nuova comunicazione pubblica per migliorare i servizi e stimolare la partecipazione dei cittadini.

L’indice europeo Nifo (National Interoperability Framework Observatory) apprezza il fatto che la quasi totalità (98%) di aziende ubicate in Italia sia dotata di connettività, con sostanziale allineamento alla media comunitaria (97%). Invece rileva il fatto che la fetta di abitazioni connesse a Internet resta di diversi punti sotto all’85% della media europea (considerando l’Ue a 28 Paesi).

I veri dolori arrivano, però, quando si esamina la gestione digitale del rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione: nell’Europa a 28, la fetta di persone che ricorre a Internet per interagire con uffici e autorità pubbliche è del 48% mentre nello Stivale è limitata al 24% della cittadinanza.

È impietoso il paragone con il picco europeo della Danimarca, dove l’88% dei residenti utilizza il Web per comunicare con gli enti pubblici centrali o locali. Tra chi si è mosso più rapidamente spicca invece la Lettonia, passata dal 20% del 2008 all’attuale 69%. La sostanza non cambia se si osservano indicatori più specifici, come per esempio l’abitudine di scaricare documenti ufficiali della Pubblica Amministrazione: riguarda invece quasi il 30% dei cittadini comunitari e solo il 15% degli italiani.

Tutto ciò rende necessaria una nuova strategia di comunicazione che consenta alle PA di promuovere efficaci strumenti di interazione e partecipazione, in modo da migliorare il livello di trasparenza e di efficienza e poter monitorare il livello di soddisfazione dei cittadini. I soli siti istituzionali non sono più in grado di garantire un accesso adeguato alle informazioni pubbliche e non basta la semplice apertura di una pagina su Facebook, un account Twitter, un canale su YouTube.

Occorre una preliminare ed accurata strategia operativa dei contenuti editoriali e comunicativi per evitare di replicare anche online un dialogo monodirezionale, privo di un’effettiva interazione con i cittadini, e dotarsi di figure professionali in possesso di competenze specifiche, funzionali a garantire la credibilità dell’istituzione, nella prospettiva di promuovere un’efficace “web reputation”, costruita sfruttando le potenzialità tecniche e di comunicazione offerte dall’utilizzo efficace degli strumenti digitali.

Proprio in relazione a tali aspetti, l’Associazione Italian Digital Revolution (AIDR) si è data due obiettivi che riteniamo indispensabili:

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