L'Osservatorio

Brunetta: “Smart working nei contratti di lavoro entro fine anno e piano unico per la PA”

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Proposto un percorso di cambiamento per la Pubblica Amministrazione, centrato su massimo pragmatismo, massima flessibilità e massima responsabilità, a partire dalla soddisfazione dei cittadini e dall’efficienza e l’efficacia dei servizi offerti.

La pandemia di Covid-19 ha travolto anche il mondo del lavoro e con le misure restrittive imposte dal Governo Conte prima e Draghi poi i dipendenti della Pubblica Amministrazione (PA) centrale e locale hanno iniziato a svolgere i propri compiti anche da remoto, in quello che è stato definito smart working.

Smart working nella PA

Secondo i dati ufficiali del “Monitoraggio del lavoro agile” pubblicato a fine 2020 dal ministero per la Pubblica Amministrazione, a maggio dell’anno scorso il 64% delle amministrazioni pubbliche ha attivato la modalità smart working, coinvolgendo fino all’87% dei propri dipendenti.

Si tratta del picco del trend, poi i dati si sono ridimensionati, fermandosi al 46% delle amministrazioni a settembre, anche come conseguenza diretta dell’andamento della pandemia e delle diverse esigenze degli enti nel garantire la continuità dei servizi a cittadini e imprese.

Come previsto dal Decreto Proroghe, inoltre, su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si è stabilito l’abbandono definitivo della soglia minima del 50% per lo smart working nella PA.

Fino alla definizione della disciplina del lavoro agile nei contratti collettivi del pubblico impiego, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, le amministrazioni pubbliche potranno continuare a ricorrere alle modalità semplificate relative al lavoro agile, ma sono liberate da ogni rigidità”, si leggeva in una nota ministeriale di fine aprile. Ora si potrebbe aprire un nuovo percorso.

Le novità dall’Osservatorio nazionale

Oggi si è riunita la Commissione tecnica dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile, coordinata dal presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, e composta da altri 12 esperti tra interni ed esterni alla PA.

Diverse le novità individuate dalla Commissione e sintetizzate dallo stesso ministro Brunetta, “a partire dalle esperienze fatte in questi mesi”, secondo cui: “Avremo a regime, tra sei mesi, lo smart working come una delle modalità contrattualizzate di espressione del lavoro pubblico e avremo esperienze da studiare, spero tutte di qualità e di successo”.

Un percorso di cambiamento, quindi, incentrato su “massimo pragmatismo, massima flessibilità e massima responsabilità, tenendo conto della soddisfazione dei cittadini e dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi”, ha spiegato il ministro.

Ulteriore novità evidenziata da Brunetta: “Nel decreto semplificazioni arriverà una riforma per unificare tutti i Piani oggi richiesti alle amministrazioni, dalla performance al Pola. Una compattazione nel nome della nuova organizzazione del lavoro pubblico il cui motore è il Piano nazionale di ripresa e resilienza“.

In questa nuova fase dello smart working nella PA, “si è restituita alle amministrazioni la totale autonomia nell’organizzazione del lavoro degli uffici: in ragione della soddisfazione dei cittadini e dell’efficienza e produttività dei servizi, possono applicare lo smart working senza più rigidità“, ha dichiarato il ministro.

Nel frattempo – ha proseguito il ministro – è partita la stagione dei rinnovi contrattuali, per cui il lavoro agile troverà una sua regolazione nei contratti di lavoro entro fine anno, quando auspicabilmente si chiuderà la fase emergenziale”.