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PA, Brunetta: “Basta carta e penna, i concorsi saranno digitali al 100%”

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Lancio di un nuovo portale innovativo e modalità 100% digitali per i concorsi per semplificare le procedure di reclutamento del nuovo personale della PA. Sono queste le novità che il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta vuole portare all’interno della macchina pubblica già annunciate lo scorso 10 marzo con la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”.

“Per il reclutamento del personale nella PA stiamo allestendo un portale fortemente innovativo e procederemo con grande velocità e trasparenza. È di due giorni fa una piccola ma significativa rivoluzione: nei concorsi pubblici basta carta e penna, saranno digitalizzati dall’inizio alla fine”, ha dichiarato Brunetta in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano “La Stampa”.

“Il Patto del 10 marzo scorso“, ha detto il ministro, “vuole metterci nella condizione di incassare e poi di spendere i quasi 200 miliardi del Recovery Fund. Occorre un grande processo di semplificazione delle norme burocratiche e di reclutamento del capitale umano necessario per rinnovare le competenze di una PA che, nell’ultimo decennio, è stata desertificata dal blocco del turnover e dai pensionamenti. Abbiamo bisogno di procedure semplici e di figure professionali adatte: ingegneri, informatici, economisti, manager. Non puoi puntare alla transizione digitale e ambientale, ha concluso Brunetta, se non intervieni prima su semplificazione, reclutamento e governance. È ciò che intendiamo fare a strettissimo giro rilanciando la macchina pubblica”.

I 6 punti chiave del patto per la Pa

Coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ecco i 6 punti del patto per la Pa.

  1. Il Governo emanerà all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale.
  2. Con riferimento al lavoro agile (smart working), nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze.
  3. Attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. È necessario, inoltre, valorizzare specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche ed estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative.
  4. Il Governo si impegna a definire politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Formazione e riqualificazione assumeranno il rango di investimento strategico e non saranno più considerati come mera voce di costo.
  5. Nell’ambito dei nuovi contratti collettivi saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando gli strumenti di partecipazione organizzativa e il ruolo della contrattazione integrativa.
  6. Le parti concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi.

Per approfondire:

Rivedi il talk “La PA e la trasformazione digitale”, secondo appuntamento de “La Pa che vorrei”
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