La visita

Ospedale in Cina come un orologio svizzero

di Di Pompeo Della Posta, Professore of Economics, Zhuhai Campus (Guangdong) |

L'esperienza vissuta in un ospedale cinese, un'organizzazione perfetta senza fronzoli il tutto a misura di paziente.

Sono tornato dall’Italia, per la ripresa delle lezioni a Zhuhai (Guangdong, Cina) dove ora insegno, con una brutta tosse che mi tormenta. Ho avuto anche febbre che è andata e venuta. Ho iniziato una cura a base di antibiotico e cortisone che un carissimo medico che conosco mi ha suggerito. Dopo qualche giorno, però, visto che le cose non migliorano, mi decido e mi faccio prenotare una visita presso il Quinto ospedale affiliato della Sun Yat Sen University, a Zhuhai.

La prenotazione è stata fatta online e mi hanno dato un appuntamento per le 14:30 del giorno stesso (ormai non mi stupisco più perché già lo scorso anno, quando ho avuto da fare una diversa visita specialistica, successe la stessa cosa…). Vengo visitato puntualmente dal dottore, che mi dice che devo fare una serie di esami di laboratorio. Si comincia con il prelievo del sangue. Arrivato sul posto indicato, il mio nome appariva sul monitor (con un inutile asterisco per rispetto della privacy – nel caso dei cinesi è facile, il loro nome è fatto da 2-3 caratteri e se uno di questi si sostituisce con l’asterisco il nome diventa indecifrabile). 5 minuti di attesa e faccio il prelievo.

Ci si può dirigere, quindi, a fare l’ECG, e succede la stessa cosa. Arrivo lì e sul monitor del reparto compare già il mio nome insieme a quello di tutti gli altri cinesi che devono fare lo stesso esame (non ho visto nessun altro occidentale in tutto l’ospedale). Fatto l’ECG è tempo di andare a fare la CT e ritrovo il mio nome sul monitor in alto (ma ormai ci ho fatto l’abitudine che mi aspettino già dove devo arrivare e non mi stupisco più tanto). 2 minuti di attesa ed entro quando è il mio turno.

Finito l’ultimo esame, ora si può tornare indietro a ritirare i risultati. In una delle tante macchinette disponibili si fa leggere il codice a barre ricevuto quando si è fatto l’esame e arriva la stampa del risultato delle analisi del sangue. Poi si va a quella dell’ECG e anche lì si ritira il referto. Si può tornare quindi dal medico per la valutazione conclusiva, non prima di essersi misurati da soli la pressione arteriosa con una macchina fissa Omron a disposizione nel corridoio e avere fatto una foto al risultato. Il medico ha già tutti i responsi, compreso quello della CT, che può leggere sullo schermo. Conclude (mostrandomi le immagini), che c’è una polmonite. Fa la prescrizione delle medicine. Si deve andare allora alla farmacia interna a ritirarle. Sono per 6 giorni, perché al 7mo devo tornare per vedere se la polmonite è passata. Si sono fatte le 17:30, ma prima di tornare al campus decido di andare a ritirare, per tenerlo come documentazione personale, il risultato della CT. Le buste vuote dove metterla sono pronte accanto alla macchina dalla quale uscirà la lastra.

Si fa leggere il codice a barre alla macchina e… cavolo, non è possibile, non è ancora pronta! Ma allora ha davvero ragione Rampini, quando dice che la sanità in Cina non funziona!

PS: Ho iniziato subito la cura prescritta e, grazie al cielo, sono in via di guarigione.