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Orange: ‘Non abbiamo discusso con Bollorè e Niel di Telecom Italia’, ma in futuro chissà…

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Stéphane Richard: Orange ambisce a 'diventare uno dei campioni delle telecom europee e a prendere parte al consolidamento del mercato, che può passare anche da Telecom Italia'.

Orange non ha discusso con Vincent Bolloré e Xavier Niel di Telecom Italia, ma non esclude che il suo futuro di protagonista del consolidamento europeo delle tlc possa passare anche per l’operatore italiano.

E’ quanto lascia intendere il presidente dell’ex monopolista transalpino, Stéphane Richard, spiegando che Orange ambisce a “diventare uno dei campioni delle telecom europee e a prendere parte al consolidamento del mercato, che può passare anche da Telecom Italia”.

Proseguono, intanto, le discussioni relative alla fusione con Bouygues Telecom: le trattative, ha detto Richard, “sono entrate nella fase di esame approfondito” che, comunque, non dovrebbe durare più di un paio di settimane. A intavolare i negoziati, questa volta, è stato il patron di Bouygues Telecom, Martin Bouygues, “…e questo indica che la dinamica è diversa”, ha precisato Richard, facendo riferimento al fallimento delle trattative avviate nel 2014, dopo pochi mesi dal loro avvio.

L’operazione, che dovrà comunque passare al vaglio delle autorità europee e nazionali, “ha una chance su due di andare a buon fine”, ma sarà conclusa solo se creerà valore per gli azionisti e, assicura Richard, “non avrà ripercussioni sui consumatori né sull’occupazione”.

“Il calo dei prezzi determinato dall’ingresso di Free nel mercato mobile è ormai irreversibile”, ha affermato Richard nella tradizionale conferenza stampa di inizio anno.

Il progetto in fase di valutazione prevede l’acquisizione di Bouygues Telecom da parte di Orange per circa 10 miliardi di euro in contanti e azioni. In pratica, Bouygues riceverebbe una quota del 15% di Orange valutata circa 8 miliardi di euro e il resto sarebbe saldato in contanti.

In ogni caso, ha aggiunto, lo Stato – che controlla attualmente una quota del 23% – resterà sempre il principale azionista della società: un vero e proprio gigante, con una quota di mercato del 50% nei mercati del fisso e del mobile.

“Lo Stato resterà primo azionista chiunque arrivi”, ha precisato Richard, indicando anche tre condizioni imprescindibili per poter concludere l’accordo: innanzitutto Orange non si impegnerà in un’operazione troppo rischiosa (anche dal punto di vista regolamentare).

La società pretende inoltre un accordo socialmente sostenibile e inappuntabile dal punto di vista della creazione di valore, sia per gli azionisti che per l’intero settore francese delle telecomunicazioni.

I nodi più problematici di un eventuale deal riguardano l’occupazione, gli investimenti nelle infrastrutture in fibra ottica e gli eventuali ostacoli antitrust. Il Governo francese ha già fatto sapere che vigilerà principlamente sull’aspetto occupazionale di un venetuale accordo.