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Orange-Bouygues: vicina l’intesa per la fusione

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L’operazione potrebbe avere conseguenze anche per Telecom Italia, con il patron di Vivendi, Vincent Bollorè che potrebbe scambiare la sua partecipazione in Telecom Italia con azioni Orange.

Sembra più vicina l’intesa tra Orange e Bouygues Telecom per una fusione tra i due gruppi tlc transalpini. Operazione che potrebbe avere conseguenze anche per Telecom Italia.

La vigilia di Natale, i dirigenti dei due operatori francesi avrebbero concluso un accordo di riservatezza, dando così avvio ai negoziati ufficiali, che si concentrerebbero esclusivamente sugli asset tlc, escludendo la Tv TF1.

L’operazione valorizzerebbe Bouygues Telecom circa 10 miliardi di euro e darebbe a Bouygues una partecipazione di circa il 15% in Orange, inferiore dunque a quella dello Stato che si attesta attorno al 25%.

Sebbene da fonti vicine al dossier venga precisato che niente è stato ancora firmato, i negoziati sarebbero a buon punto. I dettagli legati alla valorizzazione e alla governance dovrebbero essere definiti nei prossimi giorni e da indiscrezioni trapelate nelle ultime ore sembra che il gruppo Bouygues potrebbe ottenere due posti nel consiglio di amministrazione di Orange: uno per Martin Bouygues e l’altro per Olivier Roussat, presidente di Bouygues Telecom.

Per anticipare le possibili rimostranze delle autorità antitrust europee e nazionali, allo studio ci sarebbe anche il coinvolgimento dei diretti concorrenti Free e SFR. Il gruppo di Xavier Niel potrebbe acquisire parte delle frequenze di Bouygues Telecom e, secondo alcune fonti citate dal quotidiano Le Figaro, anche una parte del personale dedicato alla rete.

Certo è che se, da una parte, il Governo francese non sembra intenzionato a mettere paletti all’operazione, dall’altra è certo che grande attenzione verrà posta al mantenimento dei livelli occupazionali. Nelle scorse settimane, il ministro dell’economia Emmanuel Macron ha dichiarato di non “avere dogmi sul soggetto in generale”, ma ha ribadito che il Governo sarà molto attento “all’occupazione e agli investimenti”.

Lo scorso giugno, a mettere sul piatto 10 miliardi di euro per Bouygues era stato il patron di SFR Patrick Drahi, ma il Governo non si era mostrato troppo propenso alla concentrazione: oltre al rischio della perdita di un numero eccessivo di posti di lavoro c’era in ballo, all’epoca, anche l’asta delle frequenze 4G, e un operatore in meno avrebbe voluto dire meno introiti per lo Stato, che invece ha chiuso mettendo in cassa 2,8 miliardi. Ma c’era anche che l’imprenditore franco-israeliano aveva appena acquisito SFR da Vivendi. Quella Vivendi che di li a poco avrebbe ‘ereditato’ da Telefonica l’8,7% di Telecom Italia e avrebbe iniziato la scalata al gruppo italiano.

Il matrimonio tra Orange e Bouygues potrebbe avere conseguenze anche per Telecom Italia, dato che, secondo alcune ricostruzioni, il patron di Vivendi, Vincent Bollorè potrebbe scambiare la sua partecipazione in Telecom Italia con azioni Orange, così da prendere una parte consistente del capitale dell’ex monopolista francese.