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OpenAI progetta in segreto un rivale a Google Workspace e la suite Office. Scontro totale con Microsoft?

OpenAI si prepara a entrare nel mercato della produttività digitale con una nuova suite integrata all’interno di ChatGPT, puntando a competere direttamente con Google Workspace e Microsoft Office 365. Secondo quanto riportato da The Information, l’azienda guidata da Sam Altman sta lavorando su funzionalità di modifica collaborativa dei documenti e capacità di chat integrate, segnando un’espansione strategica oltre la sua funzionalità di base come chatbot. Questi nuovi strumenti si allineano con la visione del CEO di trasformare ChatGPT in un assistente personale permanente, anche sul lavoro.

ChatGPT come piattaforma centrale per il lavoro

Le nuove funzionalità consentiranno agli utenti di modificare testi in tempo reale insieme ad altri collaboratori, commentare contenuti tramite una chat contestuale e, in prospettiva, anche gestire email e calendari. Una trasformazione che mira a rendere ChatGPT non più solo uno strumento di conversazione, ma un hub operativo per il lavoro quotidiano.

Alla guida del progetto vi è Kevin Weil, Chief Product Officer di OpenAI, con un passato a Instagram, Twitter e Novi (Meta). Sotto la sua direzione è stato già sviluppato un prototipo chiamato Canvas, utilizzato internamente dai team OpenAI per scrivere codice e contenuti in modalità collaborativa, con l’assistenza costante dell’intelligenza artificiale.

Equilibri delicati con Microsoft

Lo sviluppo di una suite indipendente rappresenta un passo significativo per OpenAI, anche alla luce della sua alleanza con Microsoft, che detiene circa il 49% dell’unità for-profit dell’azienda. Le due società stanno attualmente negoziando una ristrutturazione delle operazioni, in un contesto in cui OpenAI si muove verso una linea di prodotti che potrebbe entrare in concorrenza diretta con Office 365, dove già oggi sono integrati strumenti AI come Copilot.

Il rapporto tra le due aziende si sta trasformando in una relazione conflittuale segnata da attriti strategici e contrattuali. OpenAI desidera svincolarsi dal controllo di Microsoft sulle sue risorse informatiche e sui prodotti legati all’AI, spingendo per ottenere l’autorizzazione alla propria trasformazione in una società for-profit.

OpenAI accusa Microsoft di comportamenti anticoncorrenziali

Tuttavia, le trattative si sono rivelate talmente complesse da spingere i dirigenti di OpenAI a considerare un’azione drastica: accusare Microsoft di comportamenti anticoncorrenziali, arrivando eventualmente a coinvolgere le autorità federali.

Questo braccio di ferro minaccia una delle collaborazioni più iconiche nel panorama tecnologico contemporaneo, nata nel 2019 con un investimento di un miliardo di dollari da parte del colosso di Redmond. Se da un lato Microsoft gode di accesso esclusivo ai prodotti di OpenAI tramite Azure e mantiene diritti preferenziali sulla sua tecnologia, dall’altro le due aziende sono diventate competitor diretti su diversi fronti, incluso lo sviluppo di chatbot e strumenti di programmazione.

Un ulteriore nodo è rappresentato dall’acquisizione da parte di OpenAI della startup Windsurf, su cui Microsoft vorrebbe estendere i propri diritti di proprietà intellettuale. L’accordo attuale prevede anche che Microsoft mantenga l’accesso alle tecnologie di OpenAI anche in caso di raggiungimento dell’intelligenza artificiale generale, una condizione altamente dibattuta nel settore.

Entro fine anno, OpenAI dovrà concludere la propria conversione societaria per non perdere fino a 20 miliardi di dollari di finanziamenti. Il conflitto, se non risolto, potrebbe ridefinire l’equilibrio di potere nell’ecosistema dell’AI.

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