Banda ultralarga

Open Fiber-Tim, Zorzoni (AIIP): ‘Denuncia all’Antitrust Ue? Concorrenza nelle reti non è mai troppa’

a cura di Paolo Anastasio |

L'Associazione Italiana Internet Provider AIIP commenta l’indiscrezione sulla denuncia all’Antitrust europeo di un possibile coordinamento tra TIM e Open Fiber per l’aumento del prezzo dell’offerta di co-investimento di TIM.

Abbiamo chiesto a Giovanni Zorzoni, presidente di AIIP (Associazione Italiana Internet Provider), un commento sulla notizia di una denuncia all’Antitrust europeo per indagare se TIM e Open Fiber abbiano o meno illecitamente concordato di aumentare i prezzi dell’offerta wholesale banda larga fissa di co-investimento di Fibercop.

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Key4biz. Presidente Zorzoni, si aspettava una notizia simile?

Giovanni Zorzoni. La notizia in sé ci coglie abbastanza di sorpresa, ma interviene su uno sfondo in cui – già da alcuni mesi – si accumulano perplessità tra i nostri associati per le evoluzioni dell’operazione Fibercop, relativa alla cd. offerta di “co-investimento” (ma più corretto sarebbe definirla di “acquisti programmati”) proposta da TIM al mercato.

Key4biz. L’argomento non è nuovo per l’AIIP.

Giovanni Zorzoni. Infatti, AIIP aveva già evidenziato dinanzi all’Autorità Garante della Concorrenza, nel procedimento antitrust I-850, i rischi di un’intesa restrittiva della concorrenza e di possibili condotte anti competitive derivanti dal coordinamento tra TIM ed Open Fiber (attraverso CDP).

Inoltre, anche in sede di consultazione AGCOM sul co-investimento, AIIP aveva contestato diverse gravi criticità dell’offerta, in particolare laddove non consente una reale co-determinazione dello sviluppo delle nuove reti, né a livello geografico, né temporale.

Key4biz. Che significa? E cosa cambia con la denuncia all’Antitrust europeo?

Giovanni Zorzoni. Ai dubbi riguardanti la struttura dell’operazione e i contenuti dell’offerta, si sono aggiunti oggi gli “indizi” derivanti dalla dinamica dei successivi eventi. Se, ancora nei primi mesi del 2022, TIM/Fibercop si erano dimostrati estremamente attivi, anche a livello regolatorio, per promuovere la propria offerta di co-investimento, si è poi assistito ad un subitaneo “raffreddamento”, proprio nel momento in cui le interlocuzioni sulla cosiddetta “rete unica” (che tale non è, riguardando le sole reti TIM e Open Fiber, e non le numerose altre reti sviluppate sul territorio nazionale) sono entrate nel vivo. Come noto, è poi seguito il ritiro unilaterale della offerta stessa da parte di TIM, mentre era all’esame del DG-Comp.

Key4biz. Che vuol dire?

Giovanni Zorzoni. Si tratta di una dinamica evidentemente non lineare e tale da confermare le legittime preoccupazioni per gli operatori al dettaglio già rappresentate da AIIP, tantopiù ove letta in connessione con altri sviluppi attuali o potenziali.

Key4biz. A quali sviluppi vi riferite?

Giovanni Zorzoni. In primo luogo, ai segni di rallentamento nell’intensità dei cantieri Open Fiber nelle aree nere. Zone altamente popolate ove Open Fiber, negli ultimi anni, si è proposta come un’alternativa competitiva, e “nativamente agnostica” a livello di delivery (grazie alla sua natura di soggetto wholesale only), rispetto a TIM. Tale rallentamento viene giustificato sulla base della “mancanza di mano d’opera”; tuttavia, ritengo che tale problema, non nuovo e comune a un po’ tutto il mercato, non sia da solo sufficiente a spiegare una riduzione di attività così evidente, se rapportata al resto del mercato degli operatori privati, afflitto dallo stesso limite. Senza dimenticare pari criticità nelle dimenticate aree bianche, zone a fallimento di mercato per le quali Open Fiber ha ottenuto dei finanziamenti statali.

Key4biz. Quali sono gli sviluppi potenziali di questa situazione?

Giovanni Zorzoni. Quanto agli sviluppi potenziali, essi corrispondono a due indiscrezioni per ora – fortunatamente – non confermate. La prima riguarda il servizio di interconnessione logica per raccolta dati di Open Fiber, denominato “OpenStream”, che consente alle società prive di una rete in fibra ottica proprietaria di affittare linee e farsi consegnare traffico in uno o più punti. “Open Stream” è offerto in diretta concorrenza al servizio “BitStream” offerto da TIM e risulta interessante sia quanto a completezza, sia poiché privo di quelle barriere all’ingresso, di tipo sia economico che tecnologico, che spesso impediscono agli operatori più piccoli di iniziare a competere sul mercato. Vi sono tuttavia voci, in costanza con quelle sullo sviluppo della rete unica, che anticipano significative riformulazioni in aumento del prezzo di “Open Stream”.

Key4biz. E la seconda indiscrezione?

Giovanni Zorzoni. La seconda indiscrezione riguarda possibili avvicendamenti professionali della direzione commerciale di Open Fiber, che ne ha guidato le strategie di sviluppo in questi anni.

Qualora questi sviluppi fossero confermati nelle prossime settimane, ben potrebbero essere letti come un cambio di passo di Open Fiber rispetto ai propri attuali rapporti competitivi verso TIM, e ciò ben prima del concretizzarsi di difficili e onerosi progetti di fusione e/o “rete unica”.

Key4biz. Come si porrà quindi AIIP nei confronti di questi due soggetti, a fronte del procedere dei progetti di rete unica?

Giovanni Zorzoni. AIIP è stata l’unica Associazione che, malgrado gli evidenti timori connessi a tale passo, ha evidenziato in sede antitrust nazionale i rischi di coordinamento e ha denunciato formalmente alla Commissione Europea la mancanza di disaggregazione nella rete BUL gestita da Open Fiber. Sono convinto che le nostre ragioni prevarranno e che la stessa Open Fiber si renderà conto della necessità di adeguare le proprie offerte alle prescrizioni della disciplina europea in punto di disaggregazione.

Questa nostra azione non è però dipesa da alcuna scelta di campo. Anni di contrapposizioni regolatorie con TIM hanno già dimostrato che la nostra attività non è mai stata pro o contro un’azienda, ma sempre a favore della concorrenzialità del mercato. Molti dei meriti rispetto all’apertura del mercato delle telecomunicazioni italiano, di cui oggi alcuni lamentano – non disinteressatamente –“l’eccessiva concorrenza”, sono frutto del lavoro incessante dell’Associazione. Anche rispetto al dossier “rete unica” il nostro indirizzo strategico rimane quindi quello di assicurare un mercato libero, aperto e plurale, sia a livello di servizi al dettaglio, sia di servizi all’ingrosso, sia di infrastrutture.