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Open Fiber-TIM: a Bruxelles una denuncia per intesa restrittiva della concorrenza

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Se il presunto coordinamento tra TIM e Open Fiber fosse confermato, il potenziale danno alla concorrenza effettiva nel mercato italiano globale delle telecomunicazioni, agli altri partecipanti al mercato e ai consumatori italiani, sarebbe enorme.

A quanto si apprende da fonti interne della Commissione Europea, è stata presentata una denuncia all’Antitrust europeo nella quale si chiede di indagare se TIM e Open Fiber abbiano o meno illecitamente concordato di aumentare i prezzi dell’offerta wholesale banda larga fissa di co-investimento di Fibercop

Il progetto di co-investimento Fibercop di TIM, prevedeva le tariffe wholesale banda larga fissa più basse del mercato italiano, raggiungendo un minimo di 8,60 euro al mese per linea a determinate condizioni. Si tratta di un livello di prezzo in grado di mettere a rischio il business case di Open Fiber, soprattutto nelle Aree grigie commerciali.

Nell’ottica di valorizzare il business case di Open Fiber, nonché le valutazioni di entrambe le società, i denuncianti si chiedono se i top management di Open Fiber (nominato da CDP) e di TIM abbiano concordato segretamente di far aumentare i prezzi all’ingrosso dell’offerta di co-investimento di Fibercop. Resta poi da vedere se di tale presunto accordo siano al corrente anche i manager delle due società.

Va ricordato che, nell’autorizzazione del 2021 data al momento dell’acquisizione del controllo congiunto di Open Fiber da parte di CDP e Macquarie, la Commissione Europea aveva sottolineato i rischi di un coordinamento anticoncorrenziale tra TIM e Open Fiber, tenuto conto della contemporanea presenza di CDP come azionista di controllo di Open Fiber e uno degli azionisti di riferimento di TIM.

E va sottolineato come, da quando ha aumentato la sua partecipazione in Open Fiber dal 50% al 60%, CDP ha la responsabilità della gestione della società ed esercita un’influenza dominante sulle decisioni strategiche di Open Fiber.

Come è noto, il recente MOU firmato tra CDP, TIM e i rispettivi partner Macquarie e KKR ha l’obiettivo di ristrutturare il mercato italiano all’ingrosso della banda larga fissa in un monopolio di “rete unica” controllato da CDP, attraverso una proposta di fusione degli asset di rete fissa di TIM con quelli di Open Fiber. Data la struttura di duopolio esistente al momento nel mercato italiano all’ingrosso della banda larga fissa, l’attuale eventuale collusione di Open Fiber con TIM (che se confermata sarebbe orientata ad aumentare i prezzi dell’offerta di co-investimento di Fibercop), sempre secondo i denuncianti, evidenzierebbe un livello di coordinamento anticoncorrenziale che si avvicina a tale monopolio.

Se questo presunto coordinamento fosse confermato, il potenziale danno alla concorrenza effettiva nel mercato italiano globale delle telecomunicazioni, agli altri partecipanti al mercato e ai consumatori italiani, sarebbe enorme. 

I denuncianti hanno infine chiesto di indagare sull’apparente violazione dell’Articolo 101, relativo agli accordi restrittivi della concorrenza.