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Ondate di calore. L’estate 2022 ha fatto 62 mila morti in Europa, in Italia il dato peggiore (18 mila)

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Nell’Unione europea, L’Italia è il Paese che ha registrato più decessi dovuti alle ondate di calore, oltre 18 mila, seguono la Spagna, con circa 11.300, e la Germania, con 8.170 casi. Lo studio pubblicato su Nature. Che effetto avrà il fenomeno climatico chiamato “El Nino” sull’estate 2023?

Di caldo si muore, come nell’estate scorsa

L’estate è cambiata, non è più quella di prima. Quante volte ce lo siamo detti e lo abbiamo sentito dire. I cambiamenti climatici, l’inquinamento e fenomeni terrestri ancora poco conosciuti dal monto scientifico hanno stravolto il periodo dell’anno più bello, quello dei bagni al mare, delle tante ore di luce, del divertimento e delle agognate ferie/vacanze.

Purtroppo, oggi si associa sempre più spesso l’estate ad ondate di calore più o meno lunghe, ma tutte estremamente intense, con gravi ripercussioni sulla nostra salute, fino ai casi più gravi, con il decesso.

Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature, in Europa, nell’estate del 2022, si sono contati più di 61.600 morti per le numerose ed estese ondate di calore che si sono avute tra giugno e agosto dello scorso anno.

Italia il Paese con il maggior numero di decessi per le ondate di calore

Nell’Unione europea, L’Italia è il Paese che ha registrato più decessi dovuti alle ondate di calore, oltre 18 mila, seguono la Spagna, con circa 11.300, e la Germania, con 8.170 casi.

Anche dando un’occhiata al tasso di mortalità da caldo, l’Italia si conferma al primo posto nell’Unione, con 295 decessi per milione di abitanti, seguita dalla Grecia, con 280, dalla Spagna, con 237, e dal Portogallo, con 211.

Le ondate di caldo più forti, in grado di produrre anomalie di temperatura nell’ordine di diversi gradi più alte rispetto alla media stagionale, si sono registrate ad esempio in Francia, che ha visto un caldo in eccesso rispetto alla media trentennale (1991-2020) di +2,43°C, ma anche la Svizzera non scherza, con +2,30°C, e ovviamente l’Italia, che ha visto l’anomalia raggiungere i +2,28°C.

Maggior numero di decessi tra le donne over 80 e gli uomini sotto i 65 anni

A livello demografico, lo studio ha rilevato che il caldo estremo è risultato mortale soprattutto tra le donne, in particolare con oltre 80 anni di età, con una mortalità del 27% superiore rispetto agli uomini.

Il tasso di mortalità maschile, invece, è risultato maggiore del 41% tra gli individui di età inferiore ai 65 anni e del 13% tra gli over 65.

Contrastare surriscaldamento globale e mitigare l’estremizzazione del clima, o andrà sempre peggio

Un gran caldo che a quanto dicono gli scienziati del clima e dell’atmosfera non ci abbandonerà più nei prossimi decenni, anzi, tenderà a peggiorare, se non tentiamo almeno di contrastare il fenomeno del surriscaldamento globale, dovuto all’inquinamento da gas serra, e di provare a sviluppare misure di mitigazione per contenere l’estremizzazione del clima.

Nel 2003, in quella che forse è ancora considerata storicamente l’estate più calda, da quando si effettuano le misurazioni standard (circa dal 1860), in Europa si sono contati più di 70 mila morti a causa delle ondate di calore. Un problema quindi non di questi giorni, a cui è necessario porre un rimedio subito, se non si vuole tornare ogni anno a contare i decessi e a produrre questa poco felice classifica europea.

E l’estate 2023, come andrà? Incongnita “El Nino”

Difficile fare previsioni, se non impossibile. Il meteo, come il clima, è un sistema complesso in continua evoluzione, quindi non si tira fuori la palla di vetro per scrutare il futuro, ma si fanno stime, più o meno precise, su come potrebbe andare, a seconda del modello matematico utilizzato.

Sappiamo che nell’Oceano Pacifico meridionale è iniziato il fenomeno chiamato “El Nino”, che porta con sé un anomalo aumento delle temperature superficiali delle acque oceaniche, anche di diversi gradi rispetto al normale, con pesanti ripercussioni sul meteo globale.

Ogni volta che “El Nino” si presenta, generalmente si registra un incremento anche sensibile della temperatura media del pianeta, con gravi siccità e altrettanti devastanti alluvioni.

Motivo per cui gli studiosi si attendono per il biennio 2023-2024 un periodo piuttosto caldo su scala globale, con fenomeni meteo estremi. Vedremo a settembre come è andata l’estate in corso, che proprio in questi giorni sta mostrando il suo volto più infuocato, con picchi di temperature superiori ai 40°C su molte località del Centro e soprattutto del Sud.