Olimpiadi e pandemia

Olimpiadi di Tokyo senza fans dall’estero. Ma il Giappone spende milioni per la app anti Covid dei Giochi

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Non c'è pace per le Olimpiadi di Tokyo. Dopo lo stop ai fans dall'estero, il Giappone vuole realizzare una nuova app anti Covid per i Giochi. Ma chi la userà senza turisti stranieri?

Non c’è pace per le Olimpiadi di Tokyo. Dopo il rinvio di un anno a causa della pandemia, gli organizzatori e il Comitato Olimpico (CIO) hanno deciso sabato scorso di vietare l’accesso agli eventi a tutti gli spettatori stranieri. Una misura anti contagio che pesa sui conti disastrati della manifestazione, che ad ogni modo inizierà il 23 luglio a mezzo servizio. Ammessi in presenza resteranno gli spettatori giapponesi, anche se si saprà soltanto ad aprile quanti spettatori potranno assistere alle gare. Tutto dipenderà dall’andamento del Covid-19.

Fondi per la sicurezza

Per supplire alla mancanza di spettatori in presenza e per assicurare la sicurezza dei fans che avranno il coraggio di recarsi allo stadio, i principali operatori del Sol Levante riceveranno fondi pubblici per 7,3 miliardi di yen (pari a 67 milioni di dollari), prelevati dalle tasse dei cittadini, per realizzare un software mobile di tracciamento per monitorare l’incidenza del virus durante le Olimpiadi di Tokyo.   

Olimpiadi off-limits per visitatori dall’estero

C’è però un problema non certo secondario, come ricorda l’AP: ci saranno davvero pochi fans dall’estero in circolazione per utilizzarlo.

NTT Communications, una società del gruppo Nippon Telegraph and Telephone e uno sponsor nazionale dei Tokyo Games, è a capo del consorzio che sviluppa l’app in più lingue che verrà rilasciata a giugno.

Sponsor domestici hanno contribuito con 3,5 miliardi di dollari al budget del comitato organizzatore locale, tre volte tanto rispetto a quanto stanziato in qualunque precedente manifestazione olimpica.

I contributi sono stati guidati dalla gigantesca società di marketing Dentsu, il partner di marketing ufficiale delle Olimpiadi di Tokyo.

Per gli scettici la app è uno spreco

Come altri scettici, la parlamentare dell’opposizione Kanako Otsuji ha affermato che l’app è uno spreco di denaro. “Quando probabilmente non ci saranno spettatori, è questo il momento di progettare un’app per i fan? Il governo giapponese ha fallito ripetutamente nell’innovazione digitale, ma avrà successo con questa nuova app? “ ha detto sul suo canale YouTube il mese scorso.

Gli utenti devono scaricare l’app sullo smartphone, in modo che la loro posizione possa essere monitorata via satellite.

In teoria, la app tiene traccia delle infezioni. Ma tutto dipende in realtà dalla buona fede degli utenti. La app è efficace soltanto se le persone lo usano in modo onesto e diligente per registrare le loro condizioni di salute e avvertire gli altri di eventuali focolai. Altrimenti è totalmente inutile.

Flop della precedente app Cocoa

L’app NTT costa quasi 20 volte di più di una precedente app di monitoraggio che ha avuto una marea di problemi tecnici. La precedente app si chiamava Cocoa, per “COVID-19 Contact Confirming Application”, e veniva offerta gratuitamente al pubblico giapponese lo scorso anno. Un flop colossale, tanto che oggi stanno realizzando questa nuova app in vista dei Giochi.

Il Giappone oggi come oggi impedisce alle persone di entrare nel paese a causa della pandemia di coronavirus, salvo qualche rara eccezione fra cui alcuni viaggi essenziali e cittadini di ritorno.

NTT Comminications

NTT Communications ha rifiutato di commentare la vicenda della nuova app di tracking per le Olimpiadi, girando le domande al governo.

La NTT, con sede a Tokyo, fondata nel 1952, vanta stretti legami con il governo giapponese. Ora la compagnia è coinvolta in un vasto scandalo di corruzione che coinvolge il ministero alle telecomunicazioni.

Tokyo spende ufficialmente 15,4 miliardi di dollari per prepararsi alle Olimpiadi, ma diversi audit governativi sostengono che si tratti di almeno 25 miliardi di dollari. Tutti sono soldi pubblici, tranne 6,7 miliardi di dollari.

La pandemia si è aggiunta ai costi dei giochi, ma come detto saranno pochi i turisti.

Turismo in picchiata

Nel 2019, l’anno prima della pandemia, il Giappone ha incassato una cifra record di 4,8 trilioni di yen (44 miliardi di dollari) da quasi 31,9 milioni di turisti in visita dall’estero, principalmente dalla Cina e dalla Corea del Sud.

Al contrario, i viaggiatori internazionali in Giappone lo scorso anno, compresi i residenti stranieri e le famiglie di giapponesi, sono diminuiti a 4,1 milioni di persone, secondo l’Organizzazione Nazionale del Turismo del Giappone. Nessuna cifra di denaro era disponibile. Anche il turismo domestico è sceso a circa la metà dei livelli dell’anno precedente.

Il Giappone ha attribuito circa 9mila decessi a COVID-19, ma ha appena iniziato a lanciare vaccini.

Palinsteso dei Giochi ancora sospeso

Marina Nakano, portavoce del Japan Cultural Expo, un programma sostenuto dal governo istituito appositamente per aumentare il turismo durante le Olimpiadi di Tokyo, ha riconosciuto che gli eventi culturali legati ai prossimi Giochi sono ancora sospesi.

Gli eventi, fissati per lo scorso anno, sono stati cancellati, rinviati o spostati online.

Secondo stime, il solo posporre di un anno i Giochi è costato quasi 14 miliardi di perdite.

Il Giappone prima del Covid aveva stiamo la vendita di oltre 9 milioni di biglietti a circa un milione di visitatori provenienti dall’estero.

Attualmente nel paese sono stati venduti 4 milioni e mezzo di biglietti ma per 800mila di questi sono già stati richiesti i rimborsi.

Secondo stime dell’università Kansai dello scorso mese di gennaio, la perdita di incassi nell’ipotesi di Olimpiadi e Paralimpiadi a porte chiuse sarebbe stata intorno ai 19 miliardi di euro, pari al 90% dei ricavi stimati.

Lo stesso studio indicava che nell’ipotesi degli stadi riempiti a metà della loro capienza si sarebbero comunque persi 11 miliardi.

Ma la sfida ora sembra più sanitaria che sportiva: l’obiettivo è trasformare il Giappone in una “bolla sicura”.