Il voto

Ok della Commissione Industria del Parlamento Ue al modello wholesale-only. Regole più severe per co-investmenti

di Francesca Cederna |

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera al modello wholesale-only in Italia adottato da Open Fiber.

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera al modello wholesale-only in Italia adottato da Open Fiber. Con la votazione del Comitato ITRE di ieri sera, i parlamentari hanno approvato, a larghissima maggioranza (52 voti contro 8), la proposta della Commissione europea di instaurare un regime regolamentare specifico per gli operatori che scelgono di concentrare investimenti e risorse finanziarie esclusivamente nel roll-out di infrastrutture ultrabroadband il cui accesso è concesso, a condizioni non discriminatorie, ad altri operatori telecom ed ISP (c.d. modello wholesale-only).

Tale modello mira a massimizzare gli investimenti infrastrutturali ed allo stesso tempo a ridurre i conflitti tra operatori di rete e service provider, tipici nei mercati dominati da un incumbent verticalmente integrato.

Il wholesale-only è in crescita in tutta Europa, in particolare con Open Fiber in Italia, Stokab in Svezia e Siro in Irlanda, oltre che in Francia, UK ed Austria dove varie municipalità stanno abbracciando il nuovo modello.

I parlamentari europei hanno inoltre previsto che le Autorità nazionali mantengono poteri di controllo nei confronti degli incumbent tradizionali che investano in nuove reti ad alta velocità in partenariato con altri operatori (cd coinvestimento).

Pur mantenendo un approccio favorevole verso gli investimenti, il Parlamento ha voluto limitare modelli che possano di fatto rinforzare la posizione dominante di incumbent ed aumentare la litigiosità nel settore.

Si tratta di un posizionamento molto importante per un Paese come l’Italia dove gli investimenti significativi in reti ultrabroadband sono sempre stati limitati e dove la corsa verso la fibra ha subito un’accelerazione in concomitanza con l’entrata in scena di Open Fiber.

Il comitato ITRE ha dato mandato al rapporteur principale, la spagnola Pilar del Castillo del PPE, di iniziare la negoziazione della posizione del Parlamento con Consiglio e Commissione (c.d. Trilogo).