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Odio online, nei Paesi Ue valutati in 24 ore il 90% dei contenuti segnalati

Oggi le società informatiche valutano entro 24 ore l’89% dei contenuti segnalati e rimuovono da internet il 72% dei contenuti ritenuti causa di incitamento all’odio, nel 2016 i dati erano rispettivamente il 40% e il 28%.

Sono questi i risultati della quarta valutazione del Codice di condotta dell’Unione europea (Ue), risultati positivi, frutto della collaborazione virtuosa tra Istituzioni europee, imprese e società civile.

Nel maggio di tre anni fa, per far fronte al proliferare dell’incitamento all’odio razzista e xenofobo online, la Commissione europea e quattro colossi dell’informatica (Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube) hanno presentato un “Codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio online“.

A distanza di qualche anno si tracciano i primi bilanci di questa iniziativa, ritenuta fondamentale per una sana ed inclusiva esperienza di rete dei cittadini europei. Un’iniziativa che si basa sulla responsabilità collettiva di “promuovere e favorire la libertà di espressione nel mondo online” e, nel contempo, finalizzata a vigilare che “internet non diventi un ricettacolo di violenza e odio liberamente accessibile”.

Oltre ai dati relativi al funzionamento del Codice, ieri Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea responsabile per il Mercato unico digitale, ci ha ricordato che la cosa più importante “è che il Codice funziona perché rispetta la libertà di espressione”.

Su internet si naviga per condividere opinioni e trovare informazioni con un semplice clic, “nessuno dovrebbe sentirsi a rischio o minacciato a causa di contenuti illegali improntati all’odio che vi restano memorizzati”, ha sottolineato Ansip.

La minaccia alla nostra libertà di espressione e alla nostra sicurezza sono due degli aspetti più rilevanti delle azioni d’odio condotte in rete da parte di singoli individui o gruppi organizzati. Un altro aspetto di queste inaccettabili aggressioni è la limitazione dei nostri diritti civili e democratici.

L’illecito incitamento all’odio online non è solo un reato, ma rappresenta anche una minaccia alla libertà di espressione e all’impegno democratico”, ha precisato Vĕra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, senza contare che la maggior parte delle vittime dell’odio online sono proprio le donne e tutte le categorie di persone più deboli e più facili da colpire (migranti, poveri, diverso orientamento sessuale e culturale).

Grazie al Codice, ha chiarito Bruxelles in una nota ufficiale, i contenuti d’odio vengono cancellati in modo sempre più rapido: “il tasso di rimozione indica infatti che la revisione effettuata dalle società informatiche continua a rispettare la libertà di espressione”.

Le organizzazioni della società civile, le autorità nazionali e le piattaforme informatiche hanno inoltre creato partenariati per promuovere attività di sensibilizzazione e di educazione.

Nel 2018, infine, quattro nuove società hanno deciso di aderire al Codice: Google+, Instagram, Snapchat e Dailymotion. Anche la piattaforma francese di giochi online Webedia ha annunciato ieri la sua adesione alla piattaforma Ue.

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