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Odiens: la tragedia di Loris incolla allo schermo

di Stefano Balassone |

Quarto Grado supera il 12% di share con una puntata sull'omicidio di Ragusa. Si difendono Ballarò e DiMartedì dedicandosi a Mafia Capitale.

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 10 dicembre 2014

Per capire il sistema a compartimenti relativamente stagni in cui si articola il “pubblico” la serata di ieri sera è stata particolarmente suggestiva, con fiction del genere pio, crime show scatenati, talent, filmetti natalizi e talk politici.

I crime show sono sdraiati da dieci giorni sull’assassinio del bimbo in provincia di Ragusa, e hanno girato a lungo attorno al dilemma se l’evento pendesse verso Avetrana o richiamasse invece Cogne. Ieri è arrivato, finalmente, l’arresto della “madre assassina” (forse), e Quarto Grado ha sloggiato il filmetto per portare a casa il colpaccio: 12,28%. Il che ha danneggiato non poco l’ascolto, peraltro già deboluccio (14%) della miniserie su Francesco, il santo di Assisi.

Perché, magari qualcuno si sorprenderà, le due platee per molti versi si somigliano: le spettatrici in maggioranza (ma quelle più giovani hanno preferito il delitto ai miracoli), la debolezza fra i più istruiti (più accentuata per Quarto Grado), la maggiore attenzione del Sud. Unico punto di radicale differenza essendo gli uomini che, sorpresa, hanno optato (a differenza di mogli e figlie) più per Francesco che per l’insight nella mente della “madre assassina”.

Per il resto Il Grande Pasticcere su Rai2 e il filmino di natale su Canale 5 hanno tirato diritti per la loro strada confermando una attenzione prevalentemente fra i giovani parimenti disinteressati sia alla fiction che al crime show.

Ma la sorpresa vera l’hanno offerta Ballarò (6,53%) e DiMartedì (5,21%) che hanno resistito più che bravamente senza, va sottolineato, dedicare neppure un minuto al tema dell’assassinio, ma concentrandosi dall’inizio alla fine sulla politica, dalla Mafia Capitale al rapporto con l’Ue.

Siccome noi, per parte nostra, avevamo optato per l’incontro in pizzeria, soltanto rientrati a casa siamo riusciti ad acchiappare per la collottola la programmazione finendo col soffermarci sulla trasmissione di Floris, dapprima distratti, poi più attenti perché ci pareva che tanto i servizi degli inviati quanto i faccia a faccia abbiano trovato una loro consistenza formale e sostanziale.

E pare essersene accorto anche il pubblico meno anziano, tant’è che gli spettatori, simili per tanti versi (cultura, residenza, sesso) sia per Floris che per Giannini si differenziano solo per l’età: molto più giovani quelli di DiMartedì, molto più anziani quelli di Ballarò.

Sta di fatto che per la prima volta da quando, quasi un anno fa, abbiamo cominciato a contribuire alla crisi di audience del genere, ci siamo mentalmente annotati, poi chissà se lo faremo davvero, l’appuntamento con la prossima puntata di un talk show politico.

Un miracolo di questi tempi. E se son rose…