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Odiens, talk in recupero. Ballarò e DiMartedì alzano gli ascolti

Talk Show italiani

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 15 ottobre 2014

Gran festa stamattina alla lettura dell’audience di Ballarò (8,36% di share per 1,5 milioni di spettatori) e DiMartedì (4,35% e 1 milione di spettatori). La somma dei due talk è tornata a pareggiare le quote d’ascolto che erano proprie del Ballarò edizione Floris su Rai3. La permanenza degli spettatori sui due programmi (cioè quanto effettivamente se ne vede lo spettatore che ci capita sopra) è ancora bassina, per entrambi sotto il 20%, ma il tonico per il morale delle truppe è arrivato. E non basta, già il giorno precedente Piazza Pulita era tornata a veleggiare fra il 4 e il 5 per cento di share, mentre l’astuto Del Debbio, con tutto che stavolta anziché Renzi aveva Totti, quello di Forza Italia, è rimasto oltre il 6%, cioè ai suoi migliori livelli di sempre.

 

È già finita la crisi del talk show politico?

 

Non c’è più bisogno del Renzi’s factor per avere risultati d’ascolto meno emaciati di quelli a cui ci stavamo abituando?

Lo verificheremo domani, quando andrà in onda l’accoppiata Porro (Rai2) e Santoro (La7) che non potranno contare sulla stretta attualità della vera ondata che, a parere nostro, ha fatto salire gli ascolti: l’ondata del Bisagno sulla povera Genova, col seguito di caccia al colpevole (ieri Imarisio sul Corriere lo individuava in un tal prefetto Romano, che nell’organizzare gli appalti, ne ha ingarbugliato –chissà se innocentemente- le clausole) e di angeli del fango, come non se ne vedevano dall’alluvione fiorentina del 1966. Allora i giovani spalatori e salvatori di antichi manoscritti e incunaboli (tempo fa comparve –forse da Vespa- una foto dell’adolescenziale Bersani di allora, all’opera con tanto di zazzera e secchio) furono, a pensarci col senno di poi, il primo passo verso il ’68 generazionale che stava per coinvolgere i nati del dopoguerra. Hai visto mai che anche stavolta quell’etica del “fare” (dal retrogusto renziano) che si manifesta nel ripulire la citta periodicamente alluvionata potrà essere ricordata come il “darsi identità” della generazione fin qui sbattuta fra gli infiniti curricula e l’eterno precariato?

Se c’è qualcuno in tv che ha le leve giuste per far venire alla luce (quella del talk) un motivo del genere, questo è Santoro, che ha bisogno della chiave epica per esprimersi al meglio. E vedremo se e come vi ricorrerà. Ma ci sembra già di assistere, domani sera, alla guerra di liberazione dell’Italia da se stessa, condotta, pala in mano, dalla gioventù gagliarda che il Paese attende. E il talk anche.

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