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#Odiens, il segreto del successo di SuperQuark

SuperQuark

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato in Odiens, Europa 28 luglio 2014

Gli spettatori sono avidi di conoscenza, basti pensare ai canali “400” di Sky, ma anche a tanti canalini del digitale terrestre, che spiegano di tutto, dalla formazione delle stelle alle tecniche di caccia dei coccodrilli, dai misteri delle spie ai segreti di un soufflé ben gonfiato. E di questo perdurante successo si capisce bene la ragione: come per Cip e Ciop una nocciolina aggiunta alla riserva è una speranza in più di scampare all’inverno, così l’homo sapiens, che si ritrova scaraventato nella realtà (?), spera, conoscendone di più, di dilazionare il commiato. Come dire che a spingere lo zapping verso la conoscenza è l’istinto di sopravvivenza.

Per la felicità di scienziati divulgatori e abili documentaristi, maestri di relazioni umane (stilisti, cuochi e via addestrando) e facitori di rubriche del “saperci fare”, che possono campare soddisfacendo la “fame di abilità” nei confronti del mondo esterno (mentre i generi narrativi che, a partire dalle telenovelas etc, esplorano la dinamica delle passioni provvedono al “conosci te stesso”, ovvero ai rapporti che ogni spettatore intrattiene col proprio fronte interno).

Chi da decenni ha capito quanto aneliamo a raccapezzarci nella giungla-mondo è Piero Angela che ancora oggi con SuperQuark rastrella in prima serata (giovedì di luglio) su RaiUno tre milioni di spettatori: tanti maschi, ma anche tantissime donne che sarebbero anche più numerose se le fanciulle e le giovani signore non fossero distratte dalla contemporaneità di Temptation Island su Canale 5, dove si analizza la dialettica fra virtù e tentazione (che non sarà la teoria dei buchi neri, ma di certo interessa chi pensa di doverle esercitare entrambe ancora a lungo).

Ovviamente i più affezionati a SuperQuark sono i laureati. Ma anche ad ogni altro livello di istruzione si radunano spettatori in numero adeguato, senza gli sbalzi che si notano in altri generi di trasmissioni (ad esempio i talk show del pomeriggio). E un’analoga, equilibrata distribuzione delle preferenze si nota anche guardando alle differenze sociali o territoriali. Il che certifica che SuperQuark è un programma davvero nazional-popolare. Non al modo di Sanremo o della Nazionale di calcio, che ci unificano mobilitando la Nazione come per una guerra, ma perché, fuori da ogni eccezionalità, fra i tre milioni che lo vedono potrebbe esserci chiunque di noi.

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