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#Odiens. ‘Presadiretta’ e ‘La gabbia’, due facce della stessa crisi

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#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Presadiretta e La gabbia appartengono entrambe al campo della informazione, la prima in veste di inchiesta e la seconda in formato di talk show. Né l’una né l’altra conoscono quella “istituzionalità” di cui Bruno Vespa detiene lo stampo; sono, anzi, “senza peli sulla lingua”.

Ma qui, a queste coincidenti differenziazioni da altri modelli, termina la vicinanza fra i due programmi. Ed anche fra chi li segue perché nulla è più dissimile della platea di Paragone rispetto a quella di Iacona. E non si tratta solo dell’ampiezza.

Paragone, che raccoglie nel complesso circa la metà del pubblico di Iacona, è seguito dalle persone più anziane, mentre si interessano a Iacona essenzialmente le donne più giovani e gli uomini fino ai 54 anni. Per non dire del livello di istruzione: l’inchiesta chiusa di Iacona spopola fra i laureati (e fra tutte le élite socio-culturali); l’happening vagamente situazionista di Paragone si tira dietro quelli che erano bambini quando la scuola dell’obbligo si fermava alle elementari (i più anziani, appunto), ma anche quelli che, in tempi di welfare avanzato, la scuola l’hanno comunque lasciata per l’una o l’altra ragione.

E poi, oltre alle biografie, contano anche le residenze: nelle città più grandi, sopra i 250 milaabitanti, Iacona fa il pieno, mentre, all’opposto, le cittadine di mezza grandezza guardano a Paragone, confermando così, anche dalla parte dell’audience, quella certa aria di provincia che si respira nello studio, fra profeti stravaganti e attrazioni da piazzetta.

A cercare nell’auditel qualche segnale politico, val la pena di notare che Paragone trova la maggior parte del suo pubblico, e certo non per il richiamo di Paul Barnard o della chitarra, nelle zone caratterizzate da piccole e medie industrie, a partire dal Veneto, ma senza trascurare l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana. Come se ci fosse, al di là della dimensione assoluta dei numeri, una correlazione fra il pubblico de La gabbia e l’Italia “minore” più colpita dalla crisi, una consonanza fra la mancanza di prospettive e l’incazzatura informe che da sempre Paragona disegna attorno alla sua conduzione.

Mentre sospettiamo la esistenza non solo di una diversa platea, ma di una diversa crisi nelle regioni che preferiscono gli approcci più sistematici e riflessivi di Presadiretta, e cioè nelle altre regioni del Nord (in particolare la Liguria e la Lombardia) e del Centro a partire dal Lazio.

Mentre il Sud, come sempre per i programmi di informazione comunque impostati e realizzati, cambia canale, come se da queste parti non ci fosse ormai incazzatura o razionalità che possa indurre a entrare (o ri-entrare) nel gioco della comunità nazionale.

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