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Odiens, ‘Chi l’ha visto?’ piace agli anziani ‘Le Iene’ agli over 50

Telecomando

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#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 3 dicembre 2014

Stasera, mercoledì si ritroveranno in onda insieme Chi l’ha visto? e Le Iene, che di regola riescono a spartirsi più di un quarto del pubblico totale in una serataccia in cui se la debbono vedere con la telenovela nostrana su Raiuno e, quando c’è, con la partitona di calcio europeo su Canale5.

Che gente è questa che mostrando di preferire Sciarelli o la Iena si rivela refrattaria tanto alla fiction da pianerottolo quanto al pallone?

Cosa li distoglie dalle due offerte “maggiori”: i contenuti che affascinano o i linguaggi che ammaliano?

Partiamo dai contenuti.

Chi l’ha visto? è partito con Yara Gambirasio perché pare sia comparso un supertestimone, per poi passare alla scomparsa di una prof di 57 anni, al ritrovamento di una signora perduta/nascosta nei boschi per 3 giorni, senza cibo né acqua, e poi, ancora, occupandosi di alcuni casi di allontanamenti adolescenziali. Infine, con l’avanzare dell’ora i toni incrudivano passando dalla storia di sesso e fotografie fra una suora e un prete alla morte del ragazzo picchiato da 4 carabinieri (una italica Ferguson), a un suicidio causato dagli abusi subiti, e ancora, ancora ….

Le Iene cominciano con una suora canterina, ovviamente suor Cristina (aveva un fidanzato, col quale ad un solo bacio null’altro seguì) che balla fra due suore finte col crocifisso che sballonzola a ritmo. E a seguire le scarpe di lusso ai piedi di vigili urbani qualsiasi (siamo all’“anticasta”), la scoperta di una vendita di marijuana adulterata e dannosa (siamo alla “difesa del consumatore”). A chiusura, il tipo che pratica rapporti omosessuali non protetti infischiandosene del rischio HIV (siamo alla “pedagogia”, sia pure al contrario).

L’elemento comune fra i due programmi è la catena di situazioni inusuali, per la serie “chi l’avrebbe mai detto”, che trova il suo italico ascendente nell’Odeon di Giordani e Ravel degli anni ‘70. Un genere che conta, come la fiction, sulla sospensione della incredulità dello spettatore perché esibisce materiali rigorosamente “reali”. La famosa “roba da non credere” che proprio per questo cattura l’attenzione quando capita.

Se questa è la strutturale somiglianza dei due programmi, è vero tuttavia che coinvolgono mondi opposti: le “disgrazie” di Chi l’ha visto? (scomparse, misteri delittuosi etc) sono ferite alla quotidianità, e si presentano come eccezioni, non regole. Questa impostazione attrae – lo dice l’auditel – le generazioni più anziane che, quantomeno per rassicurarsi, pensano che esista un “ordine”, tant’è che se si infrange si provvede a ricostituirlo con indagini, ritrovamenti etc.

Le Iene allineano invece l’esibizionismo, la truffa, l’approfittarsi come norma della vita reale. Siamo alla rivelazione della regola homo homini lupus, non alla sua rottura, e questa è l’impostazione che piace, a quanto sembra alle donne fino ai 54 anni e agli uomini fino ai 64, specie se più istruiti.

Come a dire: unicuique suum, dove il suum è riferito allo specchio.

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