LO STUDIO

Ocse: ‘Italia ultima in Europa per la digital satisfaction’

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L’Italia è all'ultimo posto in Europa per l'aumento della soddisfazione nella vita legato all'accesso a Internet. È uno dei tanti risultati negativi del nostro Paese che emergono dal report Ocse: ‘Inferiore ai maggiori Stati anche la disponibilità ed accessibilità di dati governativi e penultimo posto dell’Italia per l'utilizzo di servizi di eGovernment’.

L’Italia è ‘più esposta ai rischi della trasformazione digitale che pronta a coglierne i benefici’. Questo approccio la posiziona all’ultimo posto in Europa per l’aumento della soddisfazione nella vita legato all’accesso a Internet. È uno dei tanti risultati negativi del nostro Paese che emergono dallo studio Ocse: ‘Inferiore ai maggiori Paesi anche la disponibilità ed accessibilità di dati governativi (Open Government) e penultimo posto dell’Italia per l’utilizzo di servizi di eGovernment (solo il 25%, metà della media Ocse), si legge nel report.

I benefici della Digital Transformation, al primo posto la Finlandia

Al primo posto della classifica figura la Finlandia, i cui abitanti traggono numerosi vantaggi dalla digital transformation e sono al tempo stesso ben protetti dai suoi rischi. Anche per Canada, Svizzera, Norvegia, Corea e Nuova Zelanda la bilancia propende in modo soddisfacente per i vantaggi. L’Italia si trova, invece, spesso in coda per i benefici e ai primi posti per gli aspetti negativi. Infatti per gli abusi di privacy online, è al quarto posto: il 4,1% delle persone italiane del campione rappresentativo afferma di esserne stato vittima nel 2017 (3,5% del 2010) contro una media Ocse del 3%.

La maggioranza degli italiani ha utilizzato il web per una singola attività

Anche per l’uso di Internet che è inferiore rispetto a quasi tutti gli altri Paesi (73% negli ultimi 12 mesi, quart’ultima a fronte di una media Ocse dell’83%). Non solo, la maggioranza degli italiani ha utilizzato il web per una singola attività. Inoltre, l’Italia è al secondo posto dopo la Slovenia, per la disparità di uso, cioè per la differenza di utilizzo tra i pochi ‘fast adopters’ e la popolazione nel suo insieme. In generale mancano le competenze Ict, come dimostra anche quel 36% di insegnanti di scuola secondaria (il dato più elevato dall’Ocse a fronte di una media del 20%) che ritiene necessario sviluppare le proprie conoscenze nel settore digitale ai fini dell’insegnamento.

Posizioni di coda anche per l’istruzione online, pari solo il 5% contro una media Ocse superiore al 10%. Del resto, le competenze digitali in Italia comportano minori soddisfazioni in busta paga rispetto ad altri Paesi (+1,7% paga oraria contro +3% Ocse per un aumento del 10% dell’intensità Itc nelle mansioni).

Solo 3 italiani su 10 fanno uso dell’eCommerce (media Ocse 50%) 

Solo 3 italiani su 10 fanno uso dell’eCommerce (media Ocse 50%) e per la maggior parte si tratta di persone con un buon livello di istruzione.

L’Italia è 29esima sui 36 Paesi Ocse per l’occupazione nel settore information ed è al tempo stesso nona per i posti ad alto rischio di automazione (15%) o a significativo rischio (35,5%). La Penisola è poi nella retroguardia per la ricerca online di posti di lavoro (solo il 13%, con un forte divario tra i livelli di istruzione degli utenti). Va detto che il lavoro al Pc è fonte di minore stress per gli italiani rispetto alla media Ocse. Il tele-lavoro, che tanto aiuta a conciliare vita privata e occupazione, resta tuttavia un miraggio per gli italiani: oltre il 90% non ne ha mai usufruito, fa peggio solo la Turchia.

Internet e salute

Sul fronte della salute, l’uso estremo di Internet da parte di bambini e ragazzi è attorno alla media Ocse 24%. Invece, per gli appuntamenti medici online (7%, meno della metà della media Ocse) e l’uso online delle informazioni mediche (penultimo posto Ocse). Decisamente sotto la media l’uso di Internet per la vita sociale (43% contro 60% Ocse), ma in questo caso a frenare sono gli over-55 (18%). Viene, però, anche riferito un livello di cyber-bullismo decisamente minore che nella maggior parte degli altri Paesi (6% contro media 9%). Arriva poi al 13% (20% tra i giovani) la percentuale di quanti esprimono le opinioni politiche online (Ocse 11,7%). Ma è piuttosto alta anche la percentuale di chi ritiene di essere stato disinformato (25%) in materia politica o commerciale, dato che si associa anche a uno dei livelli di fiducia nel Governo più bassi dell’Ocse (23%).