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Obsolescenza programmata, Rustichelli (Antitrust): “Fondamentale l’obbligo di indicare la durata di vita di un prodotto”

Sono anni che se ne parla, ma tutti ne sono al corrente, ma poco ancora si è fatto per affrontare concretamente il tema spinoso dell’obsolescenza programmata dei prodotti tecnologici, soprattutto elettrici ed elettronici.

La percezione di una “durata di vita programmata” di tali beni di consumo è netta da parte degli acquirenti. Sembra in effetti che dopo pochi anni il prodotto smetta di funzionare in qualche sua parte, tanto da mettere il consumatore di fronte alla scelta drastica di spendere una certa somma per ripararlo o comprarne direttamente uno nuovo.
Un tema di cui si iniziato a parlare con maggiore enfasi, soprattutto sui media, in occasione dell’entrata in vigore della garanzia legale di conformità della durata di 24 mesi relativa ad ogni bene di consumo.
Ciò che è stato notato da molti è che, poco dopo la scadenza di tale garanzia, molti di questi prodotti hanno cominciato ad avere problemi tecnici, tali da richiedere i primi esborsi da parte del proprietario.

Per affrontare il problema dell’obsolescenza programmata, alcuni parlamentari hanno presentato il disegno di Legge n. 615 “Modifiche al Codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005 ,206, e altre disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo.
In merito a tale dispositivo di legge, si è tenuta ieri l’audizione del Presidente dell’Autorità Antitrust, Roberto Rustichelli, presso la Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica.
Un’iniziativa di legge “apprezzata” dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e che “interviene su una problematica di grande attualità dell’economia industriale, poiché essa ha il pregio di porre il Paese in linea con quelli a legislazione più avanzata”.

Un’obsolescenza che non solo lede profondamente i diritti dei consumatori, ma che ha conseguenze ulteriori che vanno ben oltre il mercato e le nostre tasche: “Occorre avere presente, infatti, che l’utilizzo di strategie volte a favorire l’esaurimento dei prodotti ha un rilevante impatto non solo sui diritti dei consumatori, ma anche sulla sostenibilità ambientale, avuto riguardo al profilo della produzione dei rifiuti – tema che presenta strette connessioni con il modello dell’economia circolare – ed inoltre sulla spesa pubblica, atteso che tali beni di consumo sono acquistati anche dalle pubbliche amministrazioni”, ha dichiarato nel suo intervento Rustichelli.

Esiste già una tutela dei diritti dei consumatori in questa specifica materia e può avere un sensibile impatto sulle imprese, perché la sanzione prevista, oltreché per l’aspetto economico, colpisce le stesse sotto il profilo reputazionale e dell’immagine, mettendo in discussione la loro integrità etico‐commerciale: “In tale contesto – ha affermato il Presidente dell’Autorità – non può che essere positivamente accolta la scelta del legislatore di rafforzare il contrasto alle strategie commerciali di obsolescenza programmata attraverso una nuova disciplina imperniata, da un lato, sulla introduzione di un divieto espresso in materia, dall’altro, sul potenziamento dei diritti dei consumatori e, correlativamente, degli obblighi gravanti sui produttori”.

Il punto chiave, secondo Rustichelli, è il rafforzamento degli obblighi informativi verso il consumatore previsti dalla proposta di legge: “In quest’ottica, rileva l’inserimento sia della “durata di vita dei prodotti e dei servizi” tra gli obblighi generali di carattere informativo cui è tenuto il produttore (art. 4 Ddl), sia del riferimento alla “durata presumibile del prodotto” nell’ambito delle indicazioni che i prodotti o le confezioni dei prodotti destinati ai consumatori debbono riportare in modo chiaramente visibile e leggibile (art. 5 Ddl)”.

E anche su questo l’Antitrust esprime giudizio favorevole “con riguardo all’obbligo di indicare per ciascun prodotto la vita presumibile (come appunto prevede l’art. 4 del Ddl), informazione che può essere determinante per il consumatore sia nella scelta del prodotto al momento dell’acquisto che nel rapporto post-vendita, in quanto genera un affidamento sulla durata di vita attesa del prodotto che rileva come standard di diligenza del produttore”.

Tra i suggerimenti avanzati, si segnala che “sarebbe più opportuno riproporre anche nella previsione di cui all’art. 4 il riferimento alla durata “presumibile” di vita del prodotto (come indicata nel successivo art. 5 del disegno di legge)”.
In conclusione, Rustichelli precisa che “l’iniziativa legislativa, nella misura in cui rafforza i diritti dei consumatori e gli obblighi gravanti sui produttori di beni di consumo, meriti di essere accolta positivamente”, auspicando “che le osservazioni formulate siano tenute in considerazione nel corso dei lavori parlamentari”. 

L’Autorità ha già affrontato il fenomeno di contrasto all’obsolescenza programmata nell’ambito di due istruttorie concluse nel 2018, relative alle condotte attuate da Apple e Samsung in relazione ad alcuni noti smartphone da essi prodotti.
Nello specifico, le condotte accertate hanno riguardato il rilascio di alcuni aggiornamenti firmware dei rispettivi device, che avevano provocato gravi disfunzioni e ridotto in misura significativa le prestazioni degli apparecchi, accelerando di fatto il processo di sostituzione degli stessi da parte dei consumatori.
A chiusura dei procedimenti, l’Antitrist ha sanzionato Samsung con 5 milioni di euro ed Apple con 10 milioni di euro, obbligandoli alla pubblicazione di una dichiarazione rettificativa sui propri siti web ufficiali.

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