Missili anti-nave, intelligenza artificiale e forza nucleare: sono questi i tre pilastri su cui si fonderà la difesa dell’Europa in caso di aggressione. Il nuovo asse Londra–Parigi, nato dall’incontro al vertice tra il Presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer, rievoca l’alleanza strategica della Prima guerra mondiale e punta con decisione sulla dissuasione atomica, grazie alla potenza dei rispettivi arsenali nucleari.
Un accordo storico
La Dichiarazione di Northwood, così è stato battezzato il patto siglato, rappresenta una svolta storica nella politica di difesa europea e coinvolge anche il settore energetico. Si tratta infatti di un’intesa che unisce le uniche due potenze nucleari del continente e, pur essendo formalmente un accordo bilaterale, crea di fatto un “ombrello atomico” a tutela dell’intera Europa.
Una novità rispetto al precedente Trattato di Lancaster House del 2010, che regolava la cooperazione nucleare tra Francia e Regno Unito ma senza mai assumere una vera dimensione europea.
Questo nuovo slancio verso il nucleare, se inserito nel contesto della transizione energetica, potrebbe aprire la strada anche alla costruzione di nuove centrali, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione.
Le complessità dell’alleanza nucleare europea
La questione nucleare, già delicata prima della Brexit, è sempre stata oggetto di tensione tanto all’interno dell’Unione quanto tra i due alleati. Il motivo è duplice: da un lato, l’arsenale francese è pienamente autonomo e gestito senza interferenze esterne; dall’altro, quello britannico resta fortemente intrecciato con l’apparato militare statunitense.
Inoltre, Londra fa parte del Nuclear Planning Group (NPG) della NATO, il principale organo di coordinamento delle politiche nucleari dell’Alleanza Atlantica, da cui Parigi si è sempre tenuta fuori.
Creato nel 1967, inizialmente con Canada, Germania Ovest, Italia, Paesi Bassi, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti, il NPG ha il compito di adattare costantemente la strategia nucleare dell’Alleanza alle mutevoli condizioni del contesto internazionale.
La “force de frappe” e l’autonomia francese
Per la Francia, che conta 18 centrali operative sul territorio, l’energia nucleare rappresenta da decenni un pilastro strategico. La sua dottrina militare si basa sul principio della minimum deterrence: la capacità di infliggere un danno tanto devastante da scoraggiare qualsiasi aggressione.
In quest’ambito, Parigi affida il proprio potere di ritorsione soprattutto ai sottomarini nucleari lanciamissili, capaci di colpire anche in caso di primo attacco subito.
Tuttavia, è proprio la visione francese del nucleare come risorsa prima di tutto energetica, coerente con le politiche di decarbonizzazione europee, ad aver frenato per anni la nascita di una governance nucleare comune con Berlino.
Oggi, però, dopo mesi di lavori, il Segretariato generale della difesa e della sicurezza nazionale ha pubblicato una nuova Revisione Strategica Nazionale (RNS), annunciando un consistente aumento delle spese militari entro il 2027, con un ruolo centrale affidato anche al nucleare.
L’ombra lunga di Trump e il nuovo ruolo di guardiani
Che questa rinnovata intesa sia figlia non solo della crescente instabilità globale, ma anche delle politiche ambigue dell’amministrazione Trump, non è certo un mistero.
Le dichiarazioni provocatorie del tycoon sull’articolo 5 del trattato NATO, che sancisce la difesa collettiva in caso di attacco a un Paese membro, e il suo costante disimpegno dagli impegni euroatlantici hanno spinto Londra e Parigi a farsi carico direttamente della sicurezza europea.
Di fronte a un alleato americano sempre più imprevedibile, le due capitali intendono assumere il ruolo di sentinelle dell’Occidente.
Il discorso di Macron e la “responsabilità speciale”
In questo contesto di riarmo e polarizzazione, ha avuto particolare rilievo il discorso di Emmanuel Macron pronunciato davanti alle forze armate francesi.
“La Francia intende assumersi pienamente la propria responsabilità nel processo di riarmo, in quanto potenza nucleare, l’unica in Europa insieme al Regno Unito”, ha dichiarato il presidente.
Parole che sanciscono la nascita di una nuova fase nella difesa del continente: un patto nucleare europeo, definito dallo stesso Macron come una “responsabilità speciale” condivisa tra le due potenze.
Si realizza così, per la prima volta nella storia, quello che era stato evocato mesi fa a Parigi: un vero e proprio nuclear sharing europeo.