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Nozze Wind-3: ecco perché l’arrivo del quarto operatore non sarà così dirompente

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L’agenzia di rating Fitch spiega perché Iliad dovrà faticare per imporsi sul mercato mobile italiano.

L’arrivo sul mercato italiano del quarto operatore mobile – che, come imposto da Bruxelles, dovrà riempirà lo spazio lasciato libero dopo la fusione tra Wind e 3 – non dovrebbe essere così dirompente come si era temuto in un primo momento.

E’ questo il parere anche dell’agenzia di rating Fitch, che oggi ha confermato il giudizio B+ con outlook stabile per Wind, dando un giudizio complessivamente positivo sulla fusione tra il terzo e il quarto operatore mobile italiano.

“Iliad ha accettato di lanciare un nuovo operatore in Italia, ma è improbabile, a nostro avviso, che riuscirà a diventare un player davvero dirompente su questo mercato”, spiega Fitch.

Al suo arrivo sul mercato francese, nel 2012, l’operatore low cost Free creò un vero e proprio tsunami: le sue offerte di telefonia e internet a prezzi letteralmente stracciati costrinsero i concorrenti a seguirne la scia, in una ridda di polemiche e accuse contro le autorità e il Governo, che ne avevano caldeggiato l’ingresso mettendo a rischio la tenuta dell’intero settore, già subissato di problemi di diversa natura, tra cui l’arrembaggio dei servizi OTT. E, in effetti, gli esiti di questa strategia ‘discount’ non tardarono a farsi sentire e continuano ancora oggi: l’ex enfant terrible della telefonia mobile è arrivato a controllare il 17% del mercato e continua a guadagnare terreno sui concorrenti.

Le prime offerte commerciali di Free in Italia partiranno presumibilmente a meta 2017, ma difficilmente il suo arrivo sortirà gli stessi effetti che oltralpe, come temuto appena diffusa la notizia dell’accordo, che tra i suoi primi effetti ebbe quello di provocare il tonfo in Borsa del titolo Telecom Italia.

I motivi e le differenze tra il mercato francese del 2012 e quello italiano di oggi sono presto detti. Quattro anni fa, l’Arpu – il ricavo medio per utente – degli operatori francesi era di circa 40 euro: c’era quindi un ampio margine di manovra sulle tariffe e Free lo ha sfruttato al massimo, tanto da spingere l’allora ministro delle finanze, Arnaud Montebourg, a prendere posizione contro una guerra dei prezzi che avrebbe finito, a suo dire, per provocare effetti nefasti sull’intero settore mettendo a rischio la realizzazione della fibra ottica.

Ma, “dopo anni di intensa guerra dei prezzi in Italia, l’Arpu attuale nel paese si colloca tra i più bassi d’Europa limitando la possibilità di ulteriori pressioni sui prezzi”, dice Fitch, sottolineando poi che il nuovo operatore dovrà affrontare questioni non certo marginali quali la “scarsa notorietà del marchio e la mancanza di una propria piattaforma di distribuzione”.

Nell’ambito dell’accordo con Vimpelcom (proprietario di Wind) e Hutchison (proprietario di 3 Italia), Iliad si è impegnata ad acquisire frequenze per 450 milioni con pagamenti scaglionati tra il 2017-2019 e diverse migliaia di siti nelle zone densamente popolate, mentre nelle aree rurali potrà sottoscrivere accordi di condivisione della rete o acquisire dei siti. L’accordo prevede infine anche un accordo di roaming 2G, 3G e 4G sulla rete della nuova per un periodo di 5 anni rinnovabile una volta per lo stesso arco di tempo, come quello siglato da Free con Orange in Francia.

Tenendo conto del tempo che ci vorrà per la realizzazione di una rete proprietaria, “in una prima fase il nuovo operatore dipenderà pesantemente da Wind-3 per il trasporto voce e dati e questo implica notevoli ricavi aggiuntivi” per la joint venture, sottolinea ancora Fitch. Inizialmente, quindi, le opzioni del nuovo operatore sul versante delle offerte fisso-mobile saranno “limitate”, vista la dipendenza “dai fornitori di infrastrutture di rete fissa per gli elementi di servizio non mobili”.

“Tuttavia, la visibilità dei piani strategici di Iliad nel mercato italiano rimane bassa, e questo aumenta il rischio per tutti gli operatori”, conclude Fitch.

Per quanto riguarda la fusione Wind-3, per Fitch creerà una società “in grado di beneficiare in modo significativo dalla sua scala più ampia”. La joint venture, che controllerà poco più di un terzo degli abbonati e dei ricavi mobili del paese, “sarà in grado di aumentare la dimensione assoluta dei suoi investimenti in infrastrutture colmando così più velocemente l’attuale divario in termini di copertura LTE e migliorando la qualità della sua rete”.

Le significative sinergie derivanti dall’unione tra i due gruppi “avranno probabilmente un impatto positivo sui margini nei prossimi tre anni, mentre nel giro di 1-2 anni si vedrà un impatto positivo sulla generazione di Ebitda”.

Senza contare, aggiunge Fitch, che la JV “sarà meglio posizionata per competere nel segmento corporate, territorio finora quasi inesplorato per entrambi gli operatori che partecipano alla fusione”. Le maggiori dimensioni della nuova società permetteranno inoltre di assorbire più facilmente “l’impatto finanziario dei futuri investimenti nello spettro, comprese le frequenze 700 MHz”, che dovrebbero essere liberate dopo il 2020, conclude il report dell’agenzia di rating.