Lo scenario

Nord stream 1 e 2, Nato pronta ad intervenire. Perse 400 mila tonnellate di metano (che diventano gas serra)

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Cresce la tensione politica e militare nelle aree del Mar Baltico interessate dalle esplosioni e le fughe di gas naturale riguardanti i gasdotti Nord Stream 1 e 2. Si teme disastro ambientale e forte impatto sul clima per le emissioni di metano, che sono notoriamente 30 volte più inquinanti della CO2.

Esplosioni e fughe di gas Nord Stream 1 e 2 interviene la NATO

Difficile capire con precisione cosa sia successo in queste ultime 72 ore nel Mar Baltico. Dopo le esplosioni che hanno colpito le grandi infrastrutture per il trasporto del gas russo in Europa, Nord Stream 1 e 2 (la prima esplosione è stata registrata alle 02.03 della notte di lunedì), con relative fughe di gas naturale in acqua, arrivano navi da guerra battenti diverse bandiere.

Dopo l’allertamento della marina militare danese, sul posto secondo la CNN sono presenti da due giorni anche navi da guerra russe, mentre stamattina la NATO ha annunciato in una nota ufficiale che è pronta ad intervenire in risposta a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture energetiche dei Paesi alleati.

Sempre l’Alleanza atlantica ha voluto precisare che il danneggiamento dei gasdotti in questione non può che essere il risultato di deliberati sabotaggi, da ritenere “sconsiderati e irresponsabili”.

Si pensa ad attacchi militari mirati

Attacchi militari, dunque, che secondo il quotidiano tedesco Tagesspiegel potrebbero esser stati condotti tramite sommergibili, ma è solo un’ipotesi ovviamente, tenuta in vita dalla presenza nell’area delle esplosioni, nei giorni passati, anche di mezzi sottomarini della Marina russa, ma al momento sono ancora voci non del tutto confermate (bisogna fare molta attenzione ai pettegolezzi in questo momento storico così delicato).

Il tubo è stato infatti realizzato in acciaio, spesso 1,6 pollici, rivestito con altri 4 pollici di cemento, è ritenuto da più parti impossibile un incidente casuale dovuto magari ad attività di pesca (come spesso accade con i cavi internet e delle telecomunicazioni).

In tutto, secondo la Guardia costiera svedese, ci sarebbero state tre esplosioni a danno del Nord Stream 1 e 2, con la presenza di probabili quattro falle sulle condutture.

Da questi fori sull’infrastruttura purtroppo sono fuoriuscite milioni di tonnellate di gas naturale.

Rischio bomba ecologica, il metano mette paura

L’Agenzia danese per l’energia ha dichiarato che i gasdotti contenevano complessivamente circa 778 milioni di metri cubi di gas naturale, l’equivalente del 32% del totale delle emissioni annue di CO2 in Danimarca.

Secondo gli esperti il rilascio di metano in atmosfera potrebbe essere massiccio, superiore alle 200 mila tonnellate, ma secondo alcuni anche fino a 400 mila tonnellate.

Secondo valutazioni preliminari riportate dal The Guardian e fornite da una società per le misure satellitari del metano, GHGSat, 250 mila tonnellate di metano equivalgono alle emissioni annuali di 1,3 milioni di automobili.

Vale la pena ricordare che il metano, quando è presente nell’atmosfera, ha un effetto più dannoso della CO2, fino a 85-100 volte peggiore (su un arco di tempo di soli 20 anni).

In un tweet di Greenpeace Italia è spiegato che “le perdite di metano potrebbe essere di 30 milioni di t di CO2eq in un periodo di 20 anni (GWP20)”.

Sull’inquinamento marino sono state inviate due imbarcazioni danesi, la fregata Absalon e la nave per il controllo dell’inquinamento Gunnar Thorson, specializzate nell’analisi delle acque e nella valutazione dell’impatto ambientale. Ne capiremo di più con il passare dei giorni, ma secondo gli esperti il metano in acqua fa molti meno danni che in atmosfera.

Il gas fuoriuscito dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sta ribollendo in superficie nel mar Baltico, agitando aree di mare che vanno dai 200 ai 1.000 metri di diametro. Lo riferisce l’esercito danese in un comunicato che ha diffuso delle immagini.