Smart clothing

Non solo automazione e reti, la smart city è anche abbigliamento high tech

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Il Progetto italiano “We Light” ha l’obiettivo di progettare e realizzare capi di abbigliamento dotati di sistemi elettronici, ottici e sensoristici, in grado di connettere chi li indossa all’ambiente esterno e garantire una maggiore sicurezza.

Vestiti che aumentano i livelli di sicurezza di chi lavora in città, ma anche di chi si sposta a piedi o in bicicletta, e di chi fa sport. Si tratta dello smart clothing, abbigliamento high tech, connesso in rete e dotato si sistemi microelettronici, che in un futuro prossimo, soprattutto nelle smart city, potrebbe trovare un più largo impiego rispetto ad oggi.

Il progetto “We Light”, (Wearable Lighting for smart apparels), finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che vede tra i partner Enea, Università di Modena e Reggio Emilia, CNR, INFN e il Laboratorio di Ricerca Industriale MIST E-R, ha come obiettivo proprio quello di progettare, sviluppare e realizzare capi di abbigliamento dotati di sistemi elettronici, ottici e sensoristici, in grado di connettere chi li indossa all’ambiente esterno e garantire una maggiore sicurezza.

Non un mercato futuro di articoli di abbigliamento e accessori avveniristici, ma già esistente, che è valutato in rapida crescita e stimato attorno ai 5,6 miliardi di dollari di valore entro il 2024, secondo dati Research Nester.

I capi accessoriati con questi toolkit innovativi saranno altamente funzionali e utili anche in altri settori della moda o negli ambienti di lavoro, dove ad esempio consentiranno di segnalare agli operatori l’accesso in zone pericolose tramite l’attivazione automatica di fibre ottiche o LED, anche in relazione alle condizioni dell’ambiente esterno, come luminosità, umidità e temperatura”, sottolinea il ricercatore ENEA, Sergio Petronilli, del Laboratorio Cross Technologies per Distretti Urbani e Industriali (CROSS-TEC).
All’Enea, in particolare, i ricercatori si occuperanno di progettazione e stampa 3D degli inserti che fungeranno da contenitore per i sensori e i componenti elettronici.

Per chi fa sport, invece, sono stati pensati dei “capi di abbigliamento integrati con sistemi microelettronici e sensori dell’internet delle cose incapsulati all’interno di materiali in grado di dissipare l’energia termica”, si legge in un documento dedicato al progetto. I sensori consentiranno sia di attivare fibre ottiche e LED, per aumentare la visibilità di chi indossa il capo d’abbigliamento al variare della luminosità, sia di acquisire i dati delle prestazioni atletiche e della qualità dell’aria: “Con un’app sul proprio dispositivo mobile sarà poi possibile consultare i dati raccolti raccolti in un “archivio” open source e avere suggerimenti sui percorsi “green” per evitare le zone urbane dove la qualità dell’aria risulti peggiore”.