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Non è un tombino

di James Hansen |

La storia del chiusino di Oklahoma City che si trasforma in mappa della città.

I tombini, chiamati così più o meno da tutti, in realtà non sono tombini. Propriamente parlando, il termine ‘tombino’ comprende anche tutto l’apparato sottostante – il ‘pozzetto’ – che collega la superficie stradale ai canali di scolo. Il familiare disco metallico che ne copre l’accesso si chiama invece ‘chiusino’ – un nome che in qualche modo ruba la poca dignità rimasta a un comunissimo elemento dell’arredo urbano che già passa quasi sempre inosservato.

James Hansen

Comunque si chiamino, questi coperchi sono per natura estremamente resistenti. Perlopiù riportano almeno il nome della città dove sono situati e, non di rado, anche della fonderia e l’anno di fabbricazione. Ogni tanto esprimono maggiori ambizioni di utilità. Nell’immagine che appare qui sopra – riguardante un ‘chiusino’ di Oklahoma City, una media metropoli nell’interno degli Stati Uniti – il disegno mostra una mappa del centro urbano, mentre il punto azzurro chiaro fissato a sinistra è un ‘voi siete qui’.

La trovata è interessante, ma bisogna anche ammettere che in qualche modo mette a rischio la vita utile del chiusino che dovrebbe ‘valorizzare’. Non è tanto raro trovare, nelle metropoli più stabili, chiusini che hanno un secolo di vita. Tuttavia le città ormai cambiano molto più in fretta rispetto ai pesanti dischi di ferro. I chiusini sopravvivono come sono perché fanno una sola cosa e la fanno perfettamente. Quelli normali non ‘scadono’ mai, quelli di Oklahoma City invece possono diventare ‘obsoleti’ in un paio di decenni o anche meno, ogni volta che si altera il percorso stradale.