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Nomine pubbliche, quelle del MEF che sono ancora in sospeso

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Al rinnovo consigli di amministrazione e collegi sindacali, con 364 componenti delle partecipate del Ministero delle Finanze. L’analisi del centro studi Comar sulle 76 società del Mef.

Prosegue l’attesa per il rinnovo dei vertici e dei consigli di amministrazione di molte aziende collegate al Mef. Dopo le nomine nelle grandi aziende di Stato andate di slittamento in slittamento, prima a causa del Covid poi per vedere come andavano i rinnovi delle presidenze delle Commissioni parlamentari e le quattro Autorità (Agcom, Privacy, Trasporti, Anac) e ora per le prossime Regionali. E in attesa delle nomine per la newco Alitalia e, se andrà in porto l’operazione, della società della rete Tim/Cdp. L’analisi arriva dal Centro Studi Comar, che ha realizzato un report ad hoc.

Società del Mef con nomine in sospeso

Le società con nomine in sospeso del Mef, controllate direttamente e indirettamente (a volte tramite Cdp o Fs e altri soggetti) sono ancora 61, a fronte delle 76 a inizio anno. Ciò significa che nel corso del 2020 sono state fatte 15 nomine. Delle 61 società in sospeso, i componenti attuali da rinnovare sono ancora 364, a fronte dei 506 a inizio anno, il che significa che ne hanno nominati 142.

Le 10 controllate dirette del Mef

       In ballo ci sono anche le 10 controllate dirette del Mef e quelle controllate indirettamente, che sono egualmente importanti come Trenitalia, Rfi, Sia, senza dimenticare la società per lo Stretto Messina, Fintecna, con 1,13 miliardi euro di liquidità in pancia, per non parlare delle tre controllate del Gse (che meriterebbe un capitolo a parte) delicatissimo per settore energia.

La direttiva del Mef sulle nomine

l’immancabile nuova direttiva del Ministro Mef sui criteri di nomina, del 14 aprile, che innova le precedenti di Grilli, Saccomanni, Padoan; per quanto riguarda quattro aspetti: l’autocertificazione dei candidati su requisiti soggettivi e onorabilità; maggiore ruolo di altri ministeri, ove interessati per materia; idem per PdCM e per le “indirette”, ruolo della capogruppo per fare rispettare il principio della onnicomprensività della remunerazione.