Nuove reti

No 5G, una quindicina di paesi Ue (Italia assente) chiede il pugno di ferro a Bruxelles

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Le proteste crescenti in Europa contro il 5G preoccupano diversi paesi Ue che hanno chiesto alla Commissione una presa di posizione più severa nei confronti dei contestatori.

Cresce in Europa l’opposizione di diversi governi nei confronti dei comitati ‘No 5G’ che un po’ dappertutto stanno creando problemi all’installazione dei nuovi impianti. Spinti da teorie complottiste e fake news, i ‘No 5G’ si stanno diffondendo un po’ a macchia d’olio in Europa. La scorsa settimana hanno fatto il giro del mondo le immagini degli attacchi vandalici nel centro di Praga di frange ultras del calcio e dell’hockey, saldate con gli attivisti anti 5G che hanno lanciato molotov e sassi contro le forze dell’ordine in segno di protesta contro l’installazione di nuovi impianti 5G in città.

I timori dei Governi

Ed è per evitare un’escalation di atti vandalici di questo tipo che una quindicina di Stati membri ha chiesto a Bruxelles di adottare una strategia più decisa e offensiva per contrastare le teorie complottiste anti 5G, che vedono un legame scientificamente inesistente fra 5G e Covid-19.

“E’ chiaro a tutti che stiamo assistendo ad una crescente attività di movimenti anti-5G nell’Unione Europea”, si legge nella lettera che i paesi in questione hanno inviato ai vertici della Commissione Ue. Ed è per questo che i paesi esortano la Ue “ad adottare un atteggiamento più proattivo, a lungo termine e sistematico” per spegnere le voci non supportate scientificamente sui danni del 5G e i campi elettromagnetici.

Argomenti scientifici e campagna di sensibilizzazione

I 15 paesi che hanno sottoscritto la missiva sono Polonia, Svezia, Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca (teatro degli ultimi scontri cruenti, che hanno visto la saldatura con gli ultras del calcio e dell’hockey), Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Slovacchia. Spingono a favore di una ricerca scientifica più incentrata sui rischi per la salute, allo scopo di spiegare ai cittadini come stanno realmente le cose, e di una campagna di sensibilizzazione paneuropea accompagnata da un ampio dibattito che tenga conto dei timori degli oppositori. L’Italia non fa parte del drappello, ma forse potrebbe ancora ripensarci.

5G e ripresa economica

La Ue dovrebbe a questo punto prendere atto dell’appello, tanto più che il 5G secondo le stime di Bruxelles sarà ina delle leve fondamentali per la ripresa economica, tramite nuovi servizi come le auto senza conducente e la telemedicina diffusa.

Secondo alcuni detrattori del 5G, il settore digitale sarebbe all’origine del 4% delle emissioni alla base dell’effetto serra a livello globale e le migliaia di antenne nuove del 5G, in combinazione con il prossimo rinnovamento di 6 miliardi di smartphone in ottica 5G, porterà all’esaurimento delle terre rare.

Antenna volante in Germania

E mentre in Francia la Convenzione cittadina per il Clima ha chiesto una moratoria sul 5G, in Germania Deutsche Telekom ha iniziato a sperimentare delle alternative in collaborazione con la startup britannica Stratospheric Platforms, detenuta al 38%. Si tratta di un progetto per ora soltanto sperimentale per il lancio nella stratosfera a 14mila metri di altezza di un mezzo aereo che trasporta una antenna 4G di 140 chili, in grado di ritrasmettere sulla terra il segnale per gli smartphone e di fare il lavoro di 200 antenne terrestri. L’antenna volante sarebbe in grado di coprire un’area di 140 chilometri quadrati e di connettersi ad una rete 4G terrestre.