Uber, la protesta investe anche Londra: 10 mila taxi pronti alla serrata

di Paolo Anastasio |

Dopo le proteste a Bruxelles, Berlino e Barcellona, la maggior associazione di taxi con licenza di Londra annuncia una giornata di protesta contro Uber, la app che consente di prenotare un’auto con conducente via smarpthone.

Regno Unito


Black Cab

Diecimila taxi di Londra pronti a bloccare la capitale per un giorno, per protestare contro Uber. Circa la metà dei black cabs della capitale britannica (in tutto sono 24 mila quelli in circolazione a Londra) stanno organizzando una grande manifestazione di protesta, da tenere a giugno, contro la app che consente di prenotare un’auto con conducente via smartphone.

L’annuncio della serrata dei taxi londinesi arriva da Steve McNamara, segretario generale della Licensed Taxi Association di Londra, la maggiore associazione di tassisti con licenza della capitale, secondo cui gli autisti di Uber lavorano senza rispettare le stesse regole dei taxi driver inglesi muniti di regolare licenza. Lo scrive oggi il sito della Bbc.

“Lo smartphone non può essere utilizzato come un tassametro, per calcolare l’importo di un servizio di trasporto da parte di autisti privati che non dispongono di regolare licenza taxi e che svolgono un servizio con conducente che dovrebbe avere delle tariffe prefissate”, attacca McNamara, aggiungendo che Uber non rappresenta una vera minaccia per i black cabs, ma che si tratta di una questione di fair play.

Un’accusa, quella di concorrenza sleale nei confronti di Uber, che ha già fatto il giro d’Europa con vibranti proteste in molte altre capitali come Bruxelles (dove gli autisti di Uber rischiano una multa fino a 10 mila euro se pizzicati in servizio con un cliente a bordo), Berlino (temporaneamente bloccato), Barcellona, Parigi e anche Milano, dove il servizio Uber Pop è sbarcato da poco.

“Quello che vogliamo dire è che se vuoi venire a Londra con il tuo business model, comunque devi lavorare all’interno della legge”, ha detto McNamara, chiamando in causa il fatto che Uber è americana e finanziata da Google e deve adeguarsi alle norme in vigore a Londra per operare.

Uber ha replicato, sostenendo di disporre della licenza necessaria per il noleggio privato e di essere conforme con la regolamentazione in vigore a Londra fissata dalla Transport for London (TfL), l’azienda dei trasporti della capitale inglese, che per ora non ha avuto nulla da eccepire sulla regolarità del servizio fornito da Uber, anche se le auto non hanno il tassametro a bordo.