#Vorticidigitali. 10 regole per migliorare il tuo sito web

di di Andrea Boscaro (Founder and Associate at The Vortex) |

Parti dai bisogni degli utenti, fai meno cose, usa i dati sul comportamento degli utenti per migliorare il sito, sforzati di essere semplice e comprensibile…10 buoni consigli per raggiungere chi non ti conosce.

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Digital strategy

Intento di qualunque azienda – di produzione, di servizi o editoriale – che si cimenti in un’attività digitale è farsi scoprire e preferire non da coloro che già la conoscono, ma da coloro che, in cerca di informazioni che tale azienda può fornire, decidano di darle fiducia.

Si può parlare per questo dei media digitali come di un iceberg: qualunque presenza digital è un biglietto da visita per chi già ci conosce, ma soprattutto uno strumento per raggiungere tutti gli altri, la parte emersa di un iceberg.

 

Più avanzata sarà quindi la strategia digital e la sua esecuzione, meno il traffico del sito inizierà dalla homepage, ma sarà frutto della navigazione che gli utenti produrranno a partire dalle pagine interne scoperte attraverso motori di ricerca e social media, soprattutto in percorsi che hanno ormai al centro il mobile come dimensione spaziale e temporale d’utilizzo.

 

Il rischio però è che l’uso opportunistico dell’informazione digitale faccia sì che l’utente o non ritenga utile il contenuto della pagina su cui è atterrato (rimanendoci mediamente molto poco, quindi) o non prosegua oltre la navigazione e produca quindi un cosiddetto alto tasso di rimbalzo.

 

L’architettura dell’informazione interviene per questo per aiutare il resto dei contenuti del sito – altre notizie, altri prodotti e servizi, altre pagine utili per trasmettere la proposizione di valore dell’impresa – a essere in quel momento trovato ed ormai esistono diverse modalità, manuali o automatiche, per massimizzare la profondità della navigazione: link interni, tag, motori di raccomandazione, software di content discovery…

 

Tali espedienti di cross-linking non sono però sufficienti: occorre lavorare sull’identità del sito perché sappia trasmettere le “promesse” dell’azienda e sulla user-experience proposta affinché le diverse tipologie di utenti a cui ci si rivolge sappiano trovare la propria strada ed affidarsi al brand.

 

Alcune buone regole di usabilità sono state indicate dai responsabili dei siti istituzionali britannici che hanno invitato i cittadini a indicare se qualche regole fosse infranta online: sono molto utili, in verità, per qualunque sito. Eccole:

 

1. Start with needs: parti dai bisogni, quelli dei cittadini, non del governo;

 

2. Do less: fai meno cose. Come direbbe Jeff Jarvis, «do your best, and link the rest»;

 

3. Design with data: usa i dati relativi al comportamento dell’utente per migliorare continuamente il sito;

 

4. Do the hard work to make it simple: sforzati di essere semplice;

 

5. Iterate. Then iterate again: migliora poco per volta e poi migliora ancora. Realizzare un sito non è come costruire un ponte: è semmai come lavorare alla Fabbrica del Duomo, grazie alla continua osservazione dei dati della web analytics;

 

6. Build for inclusion: costruisci il sito nel rispetto per l’utente meno avvezzo ad Internet, non per appagare il tuo gusto o il tuo orgoglio di web designer;

 

7. Understand context: sviluppa i tuoi contenuti in sintonia con il dispositivo e con l’ambiente digitale da cui saranno navigati, adattandolo pertanto a una fruizione da smartphone, tablet, social media…

 

8. Build digital services, not websites: costruisci servizi digitali, non siti essendo consapevole che un “sito” è solo uno dei modi per poter informare i cittadini;

 

9. Be consistant, not uniform: sii coerente con il linguaggio che viene adottato nel resto della comunicazione istituzionale ma consentiti delle libertà se funzionali a farti comprendere meglio in Rete;

 

10. Make things open, it makes things better: rendi le cose aperte, le renderai migliori partendo dal principio che la collaborazione in Rete, attraverso funzionalità open-source, è un valore che va a vantaggio di tutti.

 

Dieci regole che valgono non solo per l’usabilità, ma anche per la definizione della relazione che un’azienda decide di offrire ai suoi utenti.